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martedì 21 giugno 2011

Pillola dei 5 giorni dopo



Siamo in attesa del via libera da parte dell'Agenzia italiana del farmaco anche se il Consiglio Superiore di Sanità: ha dato all'unanimità parere favorevole alla pillola EllaOne, già approvata dall'Autorità farmacologica europea nel marzo 2009, purché non venga usata in caso di gravidanza accertata.

La "nuova" pillola, che andrebbe assunta entro cinque giorni da un rapporto sessuale non protetto per evitare una gravidanza indesiderata, non è considerata un abortivo dal Css, ma un contraccettivo d'emergenza: già in commercio in Gran Bretagna, Francia, Germania, Spagna e Stati Uniti, e dunque molto probabilmente in arrivo anche in Italia.

L' unica condizione necessaria per l'assunzione è che prima venga effettuato il test di gravidanza per escludere qualsiasi probabilità che sia in corso una gravidanza.


Dichiarazione della senatrice radicale Donatella Poretti
Dopo il parere del Consiglio Superiore di Sanità quanto impiegherà l'Aifa per l'immissione in commercio, e quindi per trovare in farmacia EllaOne, la pillola contraccettiva che ha effetto fino a 5 giorni dopo un rapporto sessuale non protetto?
Quali altri ostacoli e trabocchetti riusciranno ad inventarsi i detrattori della contraccezione d'emergenza?
Il Css ha impiegato oltre un anno per confermare ciò che l'autorità farmacologica europea (Emea) aveva già certificato nel marzo 2009, ossia che questo farmaco è un contraccettivo e non un abortivo. L'Aifa, che aveva già consultato un ginecologo e poi il Css, ora non potrà fare altro ciò che avrebbe già dovuto fare da tempo, intervenire per quanto di sua competenza: la modalità di vendita -con obbligo di ricetta- e in caso la sua rimborsabilità.
Purtroppo questa vicenda è l'ennesima conferma che nel nostro Paese lo Stato di diritto e la certezza delle regole sono un miraggio. Quando è possibile si inventano leggi, regolamenti, inghippi burocratici, indagini parlamentari pur di rallentare aggiornamenti anche solo farmacologici, se non medici e scientifici, gli esempi vanno dall'aborto farmacologico e l'obbligo di ricovero, all'obbligo di ricetta per la pillola del giorno dopo, dalla legge 40 sulla fecondazione assistita fino alla ricerca con le staminali embrionali...
Per ritardare l'immissione in commercio della Ru486 nel rispetto della legge 194 l'Aifa impiegò 763 giorni invece dei 90 di prassi, oggi per la pillola dei 5 giorni dopo l'Aifa ha la pratica aperta dal gennaio 2010 e dopo un anno e mezzo, è ora un atto dovuto porre fine al ritardo.
Con il senatore Marco Perduca, avevamo presentato una interrogazione sulla vicenda, la cui risposta è ancor più utile oggi da avere.

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