Altro che crisi del settimo anno! Secondo una ricerca italiana la durata media dell'amore corrisponde a circa un anno. Ecco cosa succede nel nostro cervello con il consolidarsi di un rapporto amoroso.
Non possiamo certo negarlo: i momenti iniziali di ogni rapporto di coppia hanno un non so che di favoloso, non riusciamo a comprendere se non lievemente i difetti del partner, riusciamo forse con maggior semplicità a risolvere ed appianare litigio divergenze che possono insorgere, la voglia di condividere e di costruire è intensa, presente e stabile. A volte, però, con il passare del tempo sembra che tutta questa euforia tenda ad "esaurirsi", in qualche modo.
La causa, secondo gli studiosi dell'università di Pavia, sarebbe la proteina NGF, Nerve Growth Factor,la quale determinerebbe lo stato di eccitazione iniziale tipico dell'innamoramento e ne decreterebbe anche l'affievolimento dopo circa un anno.
Per arrivare a queste conclusioni gli studiosi hanno analizzato il livello della proteina NGF in diverse coppie, dividendole in base alla durata del loro rapporto. Ad essere notato è stato proprio il differente livello di questa sostanza nel cervello, più elevata nelle neo-coppie, minore in quelle che vivevano una relazione stabile da circa un anno.
Inoltre 58 neo-coppie sono state seguite per più tempo nel corso della loro relazione e, dopo un anno, 39 di esse hanno rivelato un livello della proteina NGF molto simile a quella presentata dai single.
Niente paura però, rassicurano gli esperti: l'amore (tranne nel caso di una completa incompatibilità fra i partner) non si esaurisce allo scadere dell'anno, poiché ad una fase più "acuta" dell'innamoramento ne succedono molte altre, altrettanto piacevoli e soddisfacenti.
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