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giovedì 28 luglio 2016

Luisa Corna : Sesso , Cocaina e Viagra con Umberto Bossi


Ci sono alcune voci che resistono nel tempo o anzi diventano sempre più forti. Una di queste narra di 
una presunta notte di sesso tra Luisa Corna e Bossi, il giorno in cui lui fu vittima dell'ictus.

Una leggenda metropolitana in piena regola, che mai ha avuto reali riscontri in dichiarazioni di 
protagonisti o testimoni. Era l'11 marzo del 2004. Le voci parlavano di un festino in hotel a Cremona, della presenza del leader della Lega e di una showgirl, di un'overdose di Viagra...

Adesso a parlare di questa faccenda è proprio Luisa Corna, che in un'intervista al settimanale Oggi 
racconta com'è stato difficile convivere con queste falsità sulla bocca di tutti.

Luisa dice senza mezzi termini: "Questa storia mi ha rovinato l'esistenza". La Corna spiega che nella 
sua vita non ha mai conosciuto Umberto Bossi: "L'ho incontrato la prima e ultima volta a un concorso di Miss Padania. Ma più che conosciuto, l'ho intravisto".

Se all'inizio queste voci sono state accolte con indifferenza o risate, in seguito Luisa ha avuto veri e 
propri momenti di sofferenza, con crisi di pianto: "Questa storia mi ha ferita come donna, e poi non è 
quella la mia natura, non ci penserei nemmeno".

Adesso Luisa prova in tutti i modi a cancellare questa leggenda: "Non credete a questa voce, è falsa. 

Chi lo dice? Chi lo prova? Non c’è mai stato niente, mai una foto, mai... allora perché credere ancora a una stupidaggine? E' una pazzia... un passaparola che non ti risparmia".

Sta di fatto che dopo l'elezione di Miss Padania e Quella famosa serata il Signor Umberto Bossi si ritrova così come vedete nella foto .


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Sesso , Viagra e Cocaina : Causano Ictus ad Umberto Bossi


«L'ictus di Bossi? Colpa di coca, sesso e viagra»

La notte del 10 marzo 2004 Bossi viene colpito da un ictus cerebrale e ricoverato in ospedale in gravi 
condizioni. La vox populi, riportata negli scritti, narra che, in quella circostanza, il leader della Lega 
fosse in compagnia di Luisa Corna, impegnato in uno sforzo cui non ha retto.
«Una versione che è in piedi da otto anni, nonostante abbia sempre sostenuto che è falsa», attacca la 
Corna. «Qui non c'è nulla di giornalistico. Si tratta di una notizia infondata, mai verificata, di una 
calunnia messa in Rete nel 2004 in forma anonima dal sito Indymedia con un articolo firmato 
"L'infermiere" e poi ripresa sotto varie forme.
Il pericolo di Internet,,,


Quando esce un libro sul Senatùr, c'è un capitolo più enigmatico e morboso degli altri, a prescindere: 
quello dell'ictus.
L'episodio spartiacque, la notte indelebile che ha cambiato la storia della Lega Nord.
IL RITRATTO DE L'ILLUSIONISTA. 
 Ascesa e caduta di Umberto Bossi di Pino Corrias, 

Renato Pezzini, Marco Travaglio, edito da Chiarelettere.
Un racconto della vita del capo del Carroccio sotto luci precise (il sottotitolo 'I protagonisti 
dell'antipolitica' non lascia troppo spazio all'immaginazione) in cui non può mancare quella notte tra il 10 e l'11 marzo 2004, condita da particolari scabrosi, ricostruzioni ufficiali e versioni circolate con insistenza sul web.

La famiglia: «Umberto era a casa». Poi ecco motel, sesso, coca e... Corna

Il nono capitolo ('La vita appesa a un filo. La Lega dentro un Cerchio') è quello dedicato al mistero del malore che colpì il Senatur.
Prima la versione ufficiale, quella della famiglia: «Umberto il 10 sera è a casa. Dovrebbe partire di lì a poco con il figlio Renzo per Varese, destinazione il Palazzetto dello Sport, per assistere a un incontro di basket insieme con Giancarlo Giorgetti, il segretario della Lega Lombarda. Sta nevicando di brutto. Intorno alle nove di sera Giorgetti racconterà di avere ricevuto una telefonata dalla famiglia: 'Appuntamento annullato, Umberto resta a casa, non si sente bene'.
Che genere di malore? Una persistente difficoltà a respirare. Che diventerà agitazione e poi insonnia. 
Fino alle fatidiche 5 del mattino, quando Manuela Marrone chiede aiuto via telefono e l'ambulanza si 
mette in viaggio».
LA PARTE HOT SUL WEB SPOPOLA.
 Poi c'è l'altra ricostruzione pruriginosa, quella che la Rete ha 
fatto sua in breve tempo: «Comincia a girare una seconda versione del malore di Bossi. Assai più 
fiammeggiante. Che spazza via la scena domestica, parla della camera di un Motel, parla di sesso, di 
Viagra, di cocaina, di una corsa disperata dell'autista nella notte piena di neve e di un segreto da 
custodire. Che non è solo di Bossi, ma anche della donna che stava con lui, indicata in quel resoconto senza prove: la soubrette bresciana Luisa Corna».
«Per paura che uscisse tutto chiamarono i leghisti, non l'ambulanza»
Come nacque la 'seconda verità'? Il libro ha ricorstruito quei giorni: «L'intera storia, piena di dettagli, 
compresa la foto della camera del Motel, compare il 17 giugno 2004 su Indymedia, sito di 
controinformazione, a sua volta rilanciato da decine di altri siti. Dice che la sera del 10 marzo 2004 
Umberto Bossi si apparta con la showgirl in una delle camere del Park Motel di Castellone in provincia di Cremona. Prende Viagra, sniffa (...) si sente male al punto da manifestare un principio di emorragia cerebrale (...) deve essere ricoverato immediatamente, tuttavia per paura che l'imbarazzante vicenda finisca sulla stampa Luisa Corna non chiama subito un'ambulanza, ma avverte alcuni leghisti molto vicini a Bossi (...) Solo dopo alcune ore, ormai grave, è trasportato all'ospedale di Varese, a 120 chilometri da Castellone».
LA SHOWGIRL: «IO ROVINATA». La storia è piuttosto nota, tanto che la showgirl ha dovuto smentire ufficialmente quelle voci più volte: «Mi hanno rovinato l'esistenza. Lo ripeto una volta per tutte: io Bossi l'ho incontrato la prima e ultima volta a un concorso di Miss Padania. Ma più che conosciuto, l'ho intravisto».
LE PASTICCHE E LA CLINICA SVIZZERA. Su la Repubblica Pietro Citati affondò il colpo nel 2010, come ha riportato il libro di Travaglio e soci: «Tutti sanno che Umberto Bossi anni fa disse che la Lega 'celhaduro'. E allora una sera per provare i suoi doni sessuali Bossi andò con una ragazza in uno degli innumerevoli alberghi che decorano i paesotti (...) e per accrescere la propria forza ingoiò non una ma due pasticche di viagra. Gli venne un colpo e di notte, segretamente, venne portato in una clinica svizzera». E QUELL'AUTISTA...? Poi, l'ultimo spiraglio lasciato aperto: «C'è una sola persona che di sicuro sa come sia andata quella notte. Si chiama Aurelio Locatelli, bergamasco, quarantenne, fisico da lottatore, che fa l'autista di Bossi. Anzi, faceva».



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domenica 17 luglio 2016

Donna lo Costringe a 36 ore di Sesso Consecutive


Uomo trovato in lacrime
È accaduto a Monaco di Baviera. La polizia ha trovato il malcapitato in lacrime. 
Lei ha “precedenti” specifici

Adescato su un autobus viene costretto a una maratona di sesso di 36 ore da una 47enne sessuomane. Lo ha soccorso in strada la polizia trovandolo su un marciapiede esausto e in lacrime. Il fatto, riportato da Lettera 43, è accaduto a Monaco di Baviera, in Germania, dove le rigorose leggi sulla privacy non consentono il rilascio dei nomi. Il malcapitato ha raccontato agli agenti bavaresi la disavventura: la donna lo aveva adescato sul bus invitandolo a casa per fare sesso. Ma la prestazione si è prolungata ben più di quanto si aspettasse. Una volta dentro nella sua abitazione, l’insaziabile ninfomane ha continuato a consumare rapporti per un giorno e mezzo senza intervalli dopo avergli confiscato il cellulare in modo tale che non potesse invocare aiuto.

Le successive indagini della polizia hanno stabilito che non è la prima volta per la donna. È risultato che nell’aprile del 2015 aveva costretto un altro uomo a otto rapporti sessuali in una sola notte. In quell’occasione la “vittima” (fatto salvo il principio iniziale del consenso) si era messa in salvo fuggendo sul balcone e chiamando la polizia.

Quando gli agenti si erano presentati in casa, la donna aveva proposto loro, già che c’erano, di improvvisare una gang-bang. Trasferita in ospedale per un protocollo terapeutico forzoso, era stata poi dimessa, ma non sembra sia “guarita”.

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mercoledì 6 luglio 2016

Fine di una Relazione e Restare Amici


Una rottura non è mai bella. Porre fine ad una relazione che non ci fa stare più bene, non è né facile né piacevole, e a volte può portare a valli di lacrime, rancori e rimpianti. Come dire «basta così » senza causare troppo dolore e restare in buoni rapporti?
Le ragioni che portano ad una rottura sono molteplici, senza alcun dubbio non si tratta dell’uomo o della donna della vostra vita, e preferite fermarvi. Un nuovo amore vi impegna il cuore, i litigi sono sempre più frequenti ed ora è arrivato il momento di chiudere una relazione. Momento estremamente temuto, la rottura è spesso violenta, soprattutto se inattesa. 



Come lasciarlo/a conoscendo il suo Carattere?

Ariete
Buon segno di fuoco, è una persona diretta e sfrontata: preferirà mille volte che gli diciate chiaramente le cose, pur di non vedervi girare attorno al discorso. Il vostro annuncio gli farà sicuramente l’effetto di una doccia fredda, senza contare che il suo ego si sentirà colpito, poiché preferisce sempre essere lui quello che rompe. Col tempo apprezzerà la vostra sincerità e forse vorrà addirittura che restiate amici. Non vi meravigliate se vi dirà in faccia tutti gli errori che avete potuto commettere. È praticamente inevitabile! Sappiate che dopo questa rottura, sarà impossibile che voi ritorniate insieme semmai doveste cambiare idea, 
poiché quando l’Ariete gira pagina, non la riapre mai più.
Conosci il Carattere ARIETE


 Toro
Se avete intenzione di rompere con un Toro, meglio essere sicuri di ciò che state per fare. Se sapete già che vi pentirete, sappiate che non tornerà più indietro, anche prostrandovi in ginocchio da lui, tutto sarà vano. Siate chiari e concreti al momento della rottura, evitate di perdervi in lunghe spiegazioni, arrivate al dunque. È una persona che ha la tendenza ad analizzare tutto, malgrado vi ascolti in silenzio, ed analizzerà freddamente tutto ciò che gli direte.Se aprite un dibattito con rimpianti, magari alzando i toni, le cose potrebbero diventare presto violente, anche se lui o lei si dimostrano molto colpiti dalla vostra decisione, non vorrà perdere la faccia, non è il tipo che supplica di non farsi lasciare.
Conosci il Carattere TORO

 Gemelli
In generale, rompere con un Gemelli non risulta molto difficile. Non amando le tragedie greche preferiranno stare zitti e non rispondere quando direte loro «preferisco chiuderla qui». È un segno piuttosto orgoglioso, che preferisce trattenere le lacrime piuttosto che mostrare il suo dolore e la sua sofferenza. La soluzione migliore è spiegare senza tanti giri e in maniera semplice le ragioni della vostra rottura.Potreste indubbiamente rimanere buoni amici, anche se non state più insieme. Troverà presto qualcuno, ai Gemelli non mancano i pretendenti!
Conosci il Carattere GEMELLI



 Cancro
Molto intuitivo, come tutti i segni d’acqua, è molto probabile che indovini le vostre intenzioni prima ancora che apriate bocca. Malgrado ciò, non è mai facile rompere con un Cancro senza sentirsi in colpa. Attraverso la sua immensa sensibilità e la sua implicazione nella coppia, avrà l’impressione di non meritare affatto ciò. L’atteggiamento migliore è essere comprensivi e non mostrargli rimorsi, o peggio, dargli tutta la colpa. La situazione è già abbastanza dolorosa, 
ed è inutile mettere carne a cuocere.
Conosci il Carattere CANCRO

 Leone
Niente di peggio che umiliare un Leone. Sappiate che non vi perdonerà mai. Evitate a ogni costo di ferire il suo ego e spiegategli che le ragioni che vi spingono a porre fine alla vostra storia, in maniera chiara e senza tanti giri. Evitate anche di parlare di questa situazione con i vostri amici o familiari, poiché l’offendereste immensamente se lo venisse a sapere.Se ci tiene davvero a voi, cercherà a ogni costo di aggiustare le cose. Se siete sicuri della vostra decisione, non cedete al suo charme, poiché approfitterebbe della vostra debolezza per tenervi legati.
Conosci il Carattere LEONE

 Vergine
Con il vergine, una spiegazione chiara e onesta, senza andare troppo nei dettagli, sarà sufficienteper rompere senza troppi drammi. Non cercate di umiliarlo e non inventate false scuse, in modo da non ferirlo.Grande osservatore/trice, non tarderà a scoprire le vostre bugie e a quel punto, attenzione alla sua furia. Non esiterà a dirvi in faccia tutti i vostri difetti e a colpirvi proprio dove vi fa più male. Lui sì che conosce tutti i vostri punti deboli.Per quanto strano possa sembrare, è possibile che prendiate coscienza di certe sue qualità, mentre non ve ne eravate mai rese conto quando eravate insieme.
Conosci il Carattere VERGINE


 Bilancia
I Bilancia hanno molta paura dei conflitti e delle litigate, e non sono i tipi che vi supplicano di restare. Diplomatici e intelligenti, faranno in modo che la vostra storia termini nel migliore dei modi, nella speranza che la vita non vi riunisca più. Rompere con un Bilancia non sarà molto complicato, farà come se nulla fosse!Spiegategli dolcemente le ragioni che vi spingono a rompere, senza mai puntargli il dito contro, mettendo in evidenza i suoi difetti od i suoi errori passati, 
resterete così in buoni rapporti.
Conosci il Carattere BILANCIA



Scorpione
Grazie al suo sesto senso, avrà già immaginato le vostre intenzioni da tempo, ma la rottura non sarà semplice nonostante ciò!  Se lui o lei tiene davvero a voi, cercherà sicuramente di sedurvi, e resistere a tanta sensualità non sarà proprio facile. Il miglior modo per rompere sarà parlargli sinceramente e chiedergli scusa per gli errori commessi. Agite in maniera diplomatica, senza però permettere che lui o lei vi manipoli di nuovo. Non lasciatevi tentare!
Conosci il Carattere  SCORPIONE 


 Sagittario
Il miglior modo di rompere con un sagittario è guardarlo dritto negli occhi, senza bugie, né compassione, in quanto non sopporterebbe percepire la pietà nel vostro sguardo. Il suo carattere aperto e indipendente gli permetterà di passare velocemente da ex ad amico, e potrebbe addirittura riuscire a perdonare l’infedeltà se vi mostrate totalmente sinceri. Il Sagittario ha il senso della competizione, e non sopporterebbe che lo paragoniate a qualcun’altro. Sarebbe capace di montare sù un vero e proprio caso per sapere se l’avete sostituito e con chi. Niente gli farebbe più piacere che constatare che la vostra nuova fiamma non è al suo livello.
Conosci il Carattere SAGITTARIO

 Capricorno
Per rompere con un Capricorno bisogna arrivare fino in fondo, senza sommergerlo di rimorsi e spiegandogli le ragioni di questa rottura. Senza drammatizzare, né lamentarsi sulla propria situazione, lui o lei accetteranno meglio la situazione e finiranno per rispettarla. Non amano mostrare le proprie debolezze, e quindi non c’è rischio che facciano una scenata, anche se non è escluso che cerchino di prendervi per i sentimenti per manipolarvi.  Tengono molto alla coppia ed al partner. Una rottura non sarà veramente facile da superare, anche se non lo mostreranno.
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 Acquario
Ha paura dei sentimentalismi e delle bugie, che la feriscono profondamente. Durante la rottura siate franchi, chiari, diretti e non trattenetevi dallo sdrammatizzare la situazione col vostro humour, per rendere il tutto meno pesante. Attenzione, sarebbe capace di analizzare ogni vostro punto e di metterlo sotto il microscopio, tanto da farvi sgolare inutilmente.Non è il tipo che supplica di restare insieme, poiché in fondo nutre anche lui/lei di passare ad altro,
 e sa bene che non gli sarà difficile rimpiazzarvi.
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 Pesci
È un segno molto intuitivo; non stupitevi se avrà già da tempo immaginato le vostre intenzioni. Ciononostante non gli sarà facile accettare la vostra decisione. Anche restando fermi e impassibili, ascolterà solo ciò che vuole sentirsi dire, e lascerà alla sua immaginazione fare il resto, affinché la rottura risulti meno dolorosa. Spiegategli i vostri perché con dolcezza e fermezza allo stesso tempo, senza perdervi nei dettagli. Estremamente sentimentale, sarebbe capace di sentirsi male solo a sentirvi infelici nel fatto di rompere. È ugualmente possibile che apra un lungo discorso drammatico in cui vi scaricherà le responsabilità delle sue colpe.
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lunedì 4 luglio 2016

Come Superare la propria Gelosia



Non riesci proprio a sopportare che la tua metà si interessi a qualcun’altro o che faccia delle cose senza te. Controllare i movimenti del partner è per te normale, 
così come fare il terzo grado, se magari rientra tardi.
Non c’è alcun dubbio, si tratta di gelosia!
Come superare allora questa gelosia ossessiva e ristabilire l'affinità di coppia ?
Le relazioni o la vita di coppia possono portare talvolta a mancanza di fiducia in sé stessi, paura di 
perdere l’altra persona, o di essere rimpiazzati da qualcun’altro.
Tutte ragioni possibili della tua gelosia, ma stanca di queste scenate ripetitive la tua metà potrebbe 
scegliere di allontanarsi definitivamente, se le cose non cambiano.
Quando non è con te o se parla con altre persone ti senti debole
 e non puoi evitare di pensare al peggio.
Controllare il computer, il cellulare o il portafogli.. 
frughi in tutte le sue cose alla ricerca di un eventuale indizio. 
La tua gelosia eccessiva avvelena la vostra vita di coppia pian piano, facendovi perdere la complicità, soffocandolo e allontanandolo lentamente da te.
Se diventi troppo possessiva e invadente, la rottura sarà inevitabile!

Quando diventa una malattia, è un incubo per chi la vive e per chi la subisce. 
Chi non ha mai vissuto il dolore terribile di sentirsi negato dall’altro? Appena la si prova, questa 
angoscia fa venir voglia di buttare tutto all’aria oppure di uccidere. Poi, a mente fredda, ci si chiede: “Ma che cosa mi è successo”? La risposta è diversa per ognuno di noi perché la gelosia è un sentimento molto complesso e cela spesso frustrazioni e desideri inconfessabili anche a se stessi. Di tutti i sentimenti, è probabilmente quello che nascondiamo di più a noi e agli altri. Ma se diventa frequente, sfiorando l’ossessione, 
bisogna fare qualcosa per non rovinare la nostra vita e quella dei nostri cari. 


1 – Vacanza fa spesso rima con crisi di gelosia, perché?
Perché d’estate ci sono più occasioni per uscire, si frequentano più persone, si sta più svestiti, la 
seduzione del corpo scoperto può mettere a dura prova anche i più riservati e rigidi, si crea un clima di maggiore goliardia, possono calare i freni inibitori ed ecco che  non ci si sente più così solidi e 
inattaccabili, si teme che una terza persona possa portarci via il nostro amato/a, ci si sente in pericolo, minacciati…. e… di botto arriva la scarica di gelosia che fa perdere ogni legame con la realtà!

2 – Che cos’è la gelosia? Un sentimento o una malattia? Fino a che punto è un sentimento sano per la 
coppia?La gelosia è un sentimento provocato dall’idea di poter perdere da un momento all’altro la persona amata e di essere abbandonati e che fa sperimentare a chi la vive la paura della separazione, paura di non avere nessuno che si prenda cura di lui/lei e invidia per le caratteristiche dell’altro/a, il tutto generato dal pensiero di fondo secondo cui il partner è una proprietà esclusiva.
Una gelosia “sana” raggiunge livelli accettabili e fa sentire l’altro considerato, riconosciuto, amato e, in piccole dosi, aggiunge vivacità, rinforza l’intimità della relazione e si basa su un rapporto di reciprocità: io ti amo e mi fido di te, tu mi ami e ti fidi di me.
La gelosia, invece, diventa patologica quando si attiva anche in assenza di un evento reale, inventando una realtà inesistente e costruendo, in una sorta di delirio, scenari di persone, situazioni e luoghi pressoché immaginari. Il geloso patologico vive in un continuo stato di sospettosità, controllo, paura irrazionale che sfocia nell’angoscia e nell’abbassamento dell’autostima.

3 – Il o la gelosa/o è un dipendente affettivo?
La gelosia, se non gestita adeguatamente, è ciò che ci avverte che stiamo entrando nella dimensione 
della dipendenza affettiva dominati dalla paura schiacciante di rimanere da soli. Questo timore violento provoca nel geloso/dipendente affettivo comportamenti esagerati di controllo nei confronti del partner che lo fanno sentire braccato, e, per fuggire alla ricerca di maggiore leggerezza, rischiano di far si che metta effettivamente in atto il tradimento.

4 – Come uscire da questo circolo vizioso e non rovinare la propria vita e la propria relazione? Quando la gelosia fa soffrire il geloso, è utile chiedere aiuto ad uno psicologo?
Esistono degli accorgimenti per imparare a tenere a bada gli aspetti disturbanti della gelosia, 
rispettando comunque il proprio modo di essere:
Per il geloso:Utilizzare comportamenti meno deleteri come ad esempio, passare dal sospetto simil-delirante alla richiesta di spiegazioni appropriate
Spiegare al partner le proprie paure, le proprie difficoltà, senza attaccare e con un linguaggio che metta l’altro in una condizione di apertura piuttosto che di chiusura difensiva
Accettare, come reale fonte di arricchimento personale, che il partner possa interagire con altre persone ed avere interessi differenti dai propri
Per chi subisce la gelosia:
Ascoltare con disponibilità i timori del partner
Modificare i comportamenti che attivano maggiormente la gelosia, come ad esempio gli atteggiamenti seduttivi, e far sentire l’altro compreso
Evitare di trascurare il proprio amato/a in presenza di altre/i
Quando, nonostante queste accortezze, la situazione rimane invariata, o se non si riesce a metterle in 
pratica, è bene rivolgersi ad uno psicoterapeuta che sostenga la coppia nella soluzione delle ataviche 
scenate e che aiuti ogni membro della coppia a comprendere e rispettare le fragilità dell’altro, 
rinsaldando la fiducia reciproca.

5 – A volte si è gelosi del partner ma anche di chi ci circonda e si è convinti che gli altri abbiano una vita più felice… Come uscirne? Come prenderne coscienza?
Spesso si incorre nell’errore di confrontarsi con gli altri e credere che la loro vita sia sempre migliore 
della propria. Questo modo di pensare quasi sempre deriva non da una reale conoscenza della 
situazione, ma solo da fantasie sganciate da qualcosa di reale. Se si osserva come stanno 
effettivamente le cose, astenendosi da giudizi frettolosi, si può notare come tutte le persone 
attraversano nel corso della propria vita momenti più o meno difficili, anche quelle che sembrano non avere mai problemi, tristezze o difficoltà. La differenza sta nel fatto che queste ultime hanno imparato a non fare paragoni e a combattere con energia le proprie battaglie. Quindi, per uscirne, bisogna smettere di confrontarsi.

6 – Spesso, dopo la scenata, i gelosi si vergognano di quello che hanno fatto o  pensato. Come riuscire a razionalizzare prima di agire/pensare?
Bisogna contare fino a mille, ricordando che una reazione impulsiva, violenta e aggressiva, 
verbalmente, o ancor peggio, fisicamente, può minare definitivamente la stabilità della relazione. Può essere utile imparare una tecnica di rilassamento da utilizzare al bisogno e aspettare che l’istinto ad 
agire perda forza, aspettando di calmarsi per poi, a freddo, discuterne assertivamente con il partner.


7 – Per uscirne, bisogna capire da dove viene la gelosia? Se, per esempio, affonda le sue radici nella 

nostra infanzia…La comprensione dell’origine della gelosia distruttiva può essere di grande aiuto, se guidati da un esperto, perché permette di entrare in contatto con il timore profondo, nucleare, che è alla base dei comportamenti gelosi, e perché dà la possibilità di ridurre notevolmente il disagio che si prova o addirittura annullarlo completamente.

8 – Uomo o donna: chi è il più geloso?
Probabilmente la gelosia viene sperimentata in modo abbastanza equivalente, nell’uomo e nella donna. Ciò che fa la differenza è la capacità di gestirne la parte dolorosa, il disagio che provoca e le emozioni disturbanti ad essa legate. La donna sembra avere maggiori competenze  e risorse emotive per affrontare queste situazioni, mentre l’uomo sembra soccombere più passivamente davanti a questa evenienza e riesce a gestirla prevalentemente attraverso l’azione, che può passare dalla sfuriata fino, purtroppo, al femminicidio.

9 – Anna soffre d’estate perché in spiaggia si convince che suo marito guardi tutte tranne lei… qualche dritta?Partendo dal presupposto che gli occhi sono fatti per guardare, se il marito di Anna esagera nel modo o nella quantità degli sguardi rivolti alle altre donne Anna, piuttosto che intristirsi o sentirsi meno bella, può parlare con lui spiegandogli il suo dispiacere quando lui si comporta in quel modo e concordando insieme un modo per ridurre il suo disagio senza sconvolgere il modo di essere di suo marito. E, perché no, magari diventare più seduttiva e giocare un po’ a corteggiarlo!

10 – Giovanna è convinta che suo marito non la ami. Lui soffre e non sa più che fare per provarle il suo amore… cosa suggerisci?È bene che Giovanna rifletta profondamente su quali prove, quali segnali ha per pensare che suo marito non la ama e una volta compresi può parlarne con lui, capire quali sono reali e quali no e sintonizzarsi su nuove regole
 e abitudini concordate che tranquillizzino lei e rasserenino lui.

11 – Marco si vergogna ma non resiste: ogni volta che sua moglie riceve un messaggio lui visualizza lei con un altro e fa di tutto per riuscire a leggere i suoi sms… il tuo consiglio?
Bisogna smettere di fare i poliziotti: controllare, sospettare, indagare sono comportamenti che 
allontanano, e molto, da quanto in realtà si desidera. Dato che la gelosia è dovuta a un mix di 
insicurezza e bassa autostima, è necessario rinsaldare la fiducia in se stesso e nell’altro e accettare che il partner possa avere interazioni sociali anche con altre persone, che oltretutto sono nutritive per 
entrambi e arricchiscono la relazione.


La gelosia di lui:
negli uomini se vissuta in un rapporto di coppia, è legata all’ambito sessuale. L’uomo non riesce a 
tollerare il confronto con un altro, o meglio non sopporta l’idea che la sua donna possa provare piacere con un altro uomo. La competizione è il ricordo di situazioni ancestrali
 ed è alla base della gelosia maschile.


La gelosia di lei:

La gelosia femminile è più “sottile”. La donna è più gelosa dei sentimenti che un uomo possa aver 
provato per un’altra donna; non sopporta l’idea che lui possa aver amato un’altra. L’aspetto sessuale è secondario rispetto all’intimità dei pensieri e delle emozioni, che rendono la partner gelosissima e 
vendicativa anche a distanza di anni.
Ma come controllarsi?
Il punto di partenza è che non si “ha” una persona che si ama.  Amare non significa possedere l’altro; la persona che amiamo è altro da noi per cui possiamo condividere una vita, dei progetti, una casa, il 
lavoro, ma restiamo due esseri distinti.
Ognuno di noi ha il suo mondo interiore, le proprie emozioni e facciamo scelte in autonomia. Facendo nostro questo concetto non soffriremo di gelosia.


Esiste, tuttavia, una forma di gelosia "sana" che fa bene e mantiene vivo il rapporto. 
Mentre, l'atteggiamento "non geloso" di chi permette che il proprio partner frequenti persone che manifestano un'attrazione nei suoi confronti, non è una modalità rispettosa
 della vita altrui ma nasconde sostanzialmente indifferenza.

CONOSCI MEGLIO IL CARATTERE DEL TUO PARTNER

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sabato 2 luglio 2016

Come trasformare un'avventura in una coppia


Vi siete appena conosciuti,  ma senti che c’é qualcosa di più, 
qualcosa che in qualche modo già vi lega, una empatia 
che sembra promettere ben più di un semplice flirt . 
Non sai quale siano le sue reali intenzioni e la paura che tutto finisca molto presto 
come una semplice infatuazione inizia a farsi sentire un forte sentimento reciproco.
Ecco qualche piccolo trucco per fare in modo che la paura svanisca
 e che siate finalmente voi a crearvi il vostro destino!  
Un consiglio in AMORE conoscendo il carattere del Partner.


Se chi ha risvegliato il vostro interesse è:

Ariete: dategli la sensazione di non essere una conquista facile! Mostratevi carine e rassicuranti,
 sexy restando però serie e dolci. Evitate quindi i testa a testa aggressivi.
Conosci il Carattere ARIETE

Toro: un invito a cenare a casa vostra, è l’ideale, accogliendolo magari con il dolce profumo di una torta appena sfornata. Il collo è sicuramente la sua zona erogena per eccellenza, seguito poi dalla bocca. Conosci il Carattere TORO

Gemelli: evitate i discorsi troppo impegnati, accarezzatelo languidamente mentre chiacchierate del più e del meno, permettetegli di divertirsi come se avesse ancora tredici anni.
Conosci il Carattere GEMELLI


Cancro: non lasciatelo troppo solo, ha bisogno d'amore, ditegli che l'amate almeno una volta al giorno. Manifestate un atteggiamento protettivo, rassicurante, e commuovetevi se vi parla con affetto di sua mamma, nonna, zia e perché no, del gatto...
Conosci il Carattere CANCRO

Leone: siate vivaci e sbarazzine, ostentate capelli splendenti e luminosi, e assicuratevi di intensificare lo sguardo grazie all'uso sapiente di ombretto, matita e mascara. Omaggiate la sua pigrizia!
Conosci il Carattere LEONE

Vergine: presentatevi puntuali agli appuntamenti e curate sempre il modo di vestire, distillando pian 
piano la dolcezza con occhiate morbide. Quando sentite che è il momento giusto, prendete l'iniziativa.
Conosci il Carattere VERGINE


Bilancia: mostratevi serie, cercando di sembrare spigliate e decise. Curate l'estetica, ma non create 
false aspettative esagerando con trucco e parrucco.   Conosci il Carattere BILANCIA

Scorpione: tacchi e spillo e abiti molto attillati lo turbano sempre, ma non cedete troppo presto. Per 
eccitarlo non ci sono problemi: è sempre pronto a tutto, ma anche molto intuivo quando si tratta di 
capire e soddisfare i vostri bisogni. Conosci il Carattere SCORPIONE  

Sagittario: look casual, trucco acqua e sapone, gambe toniche e scattanti (possibilmente in bella vista). Non siate troppo statiche, cercate piuttosto di assecondare con entusiamo le sue proposte avventurose. Conosci il Carattere SAGITTARIO


Capricorno: dategli l'impressione di essere lui a dirigere il gioco. Accarezzatelo delicatamente sulla 
schiena, lungo la spina dorsale. Sommergetelo di tenerezze per sciogliere l'apparente gelo del suo 
cuore. Conosci il Carattere CAPRICORNO 

 Acquario: dimostrate un certo amore per le novità e tutto ciò che esula dalle convenzioni. Siate pronte e capaci di adattarvi a qualunque imprevisto. No alle scenate di gelosia!
 Conosci il Carattere ACQUARIO  

Pesci: avvolgetelo in un'atmosfera da fiaba, poi fuggite, lasciatelo in sospeso per qualche giorno, 
quindi.. riapparite magicamente! Liberate con malizia la sua fantasia inesauribile, tenendo alla larga i 
ritmi troppo abitudinari. Conosci il Carattere PESCI


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venerdì 1 luglio 2016

PEDOFILIA e CATTOLICESIMO



PEDOFILIA e CATTOLICESIMO  
Intervento di uno psicoterapeuta



Sempre più spesso, nonostante la censura di Stato si affanni per impedire la divulgazione di questo genere di notizie, vengono riferiti dalla stampa, ma soprattutto dai siti internet italiani ed esteri, episodi di pedofilia che hanno come protagonisti dei preti. 

Che si tratti di una vera e propria “epidemia” lo dimostra anche lo zelante interessamento del signor Giuseppe Ratzinger il quale, qualche anno fa, da cardinale, interveniva con veemenza contro i media americani che “osavano” diffondere questo genere di notizie, che potevano turbare i fedeli e gettare discredito sulla Chiesa cattolica. 

Evidentemente già da allora il modello di “informazione corretta” adottato da Ratzinger era quello italiano, enfatico e trionfalistico quando si tratta di osannare il papa, omertoso e mistificatorio quando si tratta di nascondere le malefatte della chiesa o dei suoi funzionari. 

La mancanza di pudore da parte del signor Ratzinger giunse persino a fargli teorizzare che, poiché la percentuale di preti con esperienze di pedofilia (che in America viene stimata fra l’1 e il 6%) non sarebbe superiore a quella della popolazione generale (il che è tutto da dimostrare), ciò dovrebbe indurre i giornalisti a considerare del tutto “ovvio” che debbano esistere dei preti pedofili, quantomeno in quantità tollerabile e statisticamente “inevitabile”, al punto da non creare più “inutili” e inopportuni scandalismi di fronte a tali eventi che, sempre secondo Ratzinger, non dovrebbero nemmeno “fare notizia”, essendo in qualche modo già “scontati”. 

Ora, ci si potrebbe domandare come mai la Chiesa non ha mai spiegato perché fare il prete cattolico non attenui, o perlomeno non ponga un freno morale, a queste disinvolte tendenze che, non dimentichiamolo, producono veri e propri crimini e non peccatucci veniali. Da coloro che si proclamano predicatori di verità divine nonché strenui difensori di inconsapevoli embrioni, sempre pronti a condannare tutto e tutti, ci si dovrebbe attendere quantomeno un minimo di coerenza e di comportamenti esemplari, ma evidentemente così non è. 

Sta di fatto che questo atteggiamento di copertura verso i preti pedofili sarebbe  costato a Ratzinger  un procedimento giudiziario negli Stati Uniti, per oggettivo favoreggiamento, se non fosse che la nomina a papa ha fatto decadere la possibilità di proseguire l’iter, ed arrivare magari ad una condanna. Questo è avvenuto non in quanto Ratzinger è divenuto capo di una chiesa, ma in quanto “capo di Stato” estero,  ovvero del Vaticano, quindi, secondo le leggi vigenti negli USA, “immune” dalla competenza dei tribunali. 

Quanto alla situazione americana, vale la pena ricordare che la sola diocesi di San Francisco, in California, ha patteggiato risarcimenti alle famiglie dei bambini vittime di preti pedofili, per ben 21 milioni di dollari. Per tutti gli Stati Uniti le cifre dei risarcimenti si aggirano intorno al miliardo di dollari. Un vero disastro economico per il cattolicesimo americano, che oltretutto non gode di alcun finanziamento pubblico.

 *** 

Al di là di queste notizie viene da chiedersi: perché i preti diventano pedofili? Molti penseranno che sia uno degli effetti del celibato forzato, ma se dipendesse semplicemente da questo, dovremmo osservare somiglianze statistiche con analoghe situazioni di castità obbligatoria, cosa che non risulta. Del resto, se la condizione di celibato diventasse insostenibile per il prete, perché non ripiegare nella normale eterosessualità adulta, più o meno clandestina? 

No, certamente il comportamento pedofilo non può essere spiegato con la semplice repressione sessuale, nemmeno se esasperata e prolungata negli anni.  

Sebbene la pedofilia sia un crimine particolarmente odioso perché colpisce le vittime più indifese e disarmate, va tuttavia detto che essa evidenzia uno stato di regressione psichica da parte di chi la mette in atto. 

Un pedofilo non è mai completamente adulto, bensì cerca, a livello inconscio, di rievocare simbolicamente la sua stessa infanzia. La mancanza di maturità sessuale da parte dei  preti, che l’esperienza del seminario non ha certo potuto permettere,  potrebbe aver “fissato” lo stato evolutivo psichico ad uno stadio preadolescenziale.  

Questa interpretazione narcisistica del comportamento pedofilo dei preti sarebbe confermata dall’osservazione dell’età media delle vittime, spesso compresa fra gli 8 e i 12 anni. Va anche sottolineato che nella quasi totalità dei casi si tratta di pedofilia omosessuale, ed anche questo elemento ci fa capire come il prete pedofilo abbia pesanti conflitti da risolvere con sé stesso, con la propria sessualità, con la propria storia e  soprattutto con la propria identità. 

La pedofilia è comunque un fenomeno estremamente complesso, non è semplicemente espressione di tendenze regressive infantili negli adulti (altrimenti i pedofili sarebbero milioni!).  

Va considerato un altro fondamentale aspetto: il rapporto sado-masochistico. Anche qualora non vi sia violenza, è innegabile che il pedofilo, per sottomettere la vittima, faccia leva sul suo potere adulto e sulla sua superiorità fisica e psicologica.  

E’ anche evidente che lo scopo del pedofilo non è di procurare piacere, ma di ottenerlo, anche usando la propria preda come fosse un giocattolo inerme. C’è dunque una notevole componente ideologicamente autoritaria nella pedofilia. Un autoritarismo che si esprime come un bisogno di possessivismo morboso, invincibile, da cui non ci si può sottrarre.  

E’ estremamente significativo che in molti episodi riportati dalle cronache, si nota che i preti pedofili generalmente non prendono particolari precauzioni per nascondere i propri perversi comportamenti. Nel loro delirio di onnipotenza (che è anch’esso di origine infantile) essi preferiscono contare sulla omertà delle proprie vittime piuttosto che sul mettere in atto i comportamenti devianti in contesti protetti, magari lontano dal proprio ambiente.  

*** 

A questo punto possiamo avanzare un’ipotesi che forse dà un senso logico a tutto quanto esposto precedentemente, e che potrebbe almeno in parte spiegare il ricorrente nesso fra comportamento pedofilo e condizione di prete.  

Riepilogando, abbiamo analizzato le principali componenti della pedofilia e abbiamo riscontrato regressione, autoritarismo, possessivismo morboso.  Guarda caso, si tratta dell’essenza più intima della teologia cattolica!  

Il cattolicesimo, fra tutte le religioni del mondo, è infatti quella che offre al popolo il maggior numero di simboli infantili: non a caso il personaggio più proposto, più venerato, più rappresentato e rispettato è una mamma. Poi, proprio come si fa con i bambini, vengono continuamente propinate  promesse, minacce, premi e punizioni. Raramente, o forse mai, si parla di responsabilità personale o di libere decisioni, quelli sono comportamenti troppo adulti, i cattolici possono solo osservare, seguire, credere,  aderire, obbedire, confessare, pentirsi, ecc.  

Sempre a proposito di regressione infantile, si osservi che il principale rito cattolico, nonché il comportamento più meritorio e sacro, è un comportamento “orale”, cioè l’eucarestia. Che i buoni cristiani debbano fare la comunione tutte le domeniche ricorda incredibilmente un vecchio luogo comune: “i bambini buoni mangiano tutta la pappa”. Non solo: nella liturgia cattolica si insiste, non a caso, sul fatto che l’ostia debba essere “imboccata” dalle mani del sacerdote, e non presa in mano dall’adepto. Come accade con una mamma che nutre un bambino che non sa ancora tenere in mano il cucchiaino.  

Pochi hanno notato che, a suo tempo, ci fu un richiamo di papa Wojtyla  proprio su questo argomento, ovvero dell’ostia “imboccata” dal prete, dato che molte chiese si stavano disinvoltamente protestantizzando su questa formalità apparentemente insignificante, distribuendo ostie direttamente nelle mani dei fedeli. Ma alla chiesa certi dettagli non sfuggono, perché ne conoscono l’enorme portata psicologica. 

Ed è infatti così che la chiesa vuole che siano i suoi sottoposti: inermi, inconsapevoli, bambini che si abbandonano ciecamente nelle mani di una autorità protettiva e consolatoria. Bambini che non sanno nemmeno usare le proprie mani. Guarda caso, anche i pedofili hanno bisogno di soggetti passivi ed inconsapevoli. Curioso vero? 

Sta di fatto che il bambino stuprato, vittima del pedofilo, magari del prete-pedofilo, è quindi una metafora del cattolico perfetto: sottomesso, timoroso, silenzioso, fiducioso che ciò che accade è per il suo bene. 

*** 

Il prete pedofilo non cessa dunque di essere prete (“Tu es sacerdos in aeternum”), anzi, forse esprime nella forma più eloquente ed esplicita quella ideologia che la sua mente ha assorbito da anni e anni, finendo per identificarsi con essa. Avete notato? I preti pedofili se scoperti non lasciano mai il sacerdozio, a differenza dei preti che hanno avuto delle “banali” relazioni con donne. Inoltre, difficilmente vengono sospesi dalle celebrazioni religiose, tutt’al più vengono trasferiti “per non dare scandalo”.  

Ora sappiamo perché: la pedofilia esprime in realtà ruoli e significati profondamente ed intimamente “cattolici”, sebbene il prete pedofilo abbia il paradossale ruolo di essere contemporaneamente vittima (sia dei suoi problemi personali che di una ideologia oggettivamente nociva per l’equilibrio psichico) e carnefice (perché commette abusi senza preoccuparsi dei danni indelebili che procura agli altri).  

La dinamica “prete pedofilo-bambino” è dunque una efficace metafora del rapporto fra la chiesa e i suoi fedeli, fra l’istituzione possessiva e autoritaria, e i suoi seguaci ingenui e “bambini”.  

Tra l’altro  la chiesa, battezzando bambini inconsapevoli, e indottrinandoli sin dalla scuola materna, a ben vedere mette in atto le stesse tecniche di adescamento usate dai pedofili, che infatti fondano la loro seduzione proprio sulla non conoscenza, sulla non consapevolezza e persino sul senso di timore riverenziale che la vittima avverte “dopo” l’avvenuto “battesimo” (in questo caso il termine va interpretato con un doppio senso). 

In entrambi i casi, questi bambini “vittime” (sia di pedofili che di chiese pedofile) sanno provare solo sensi di colpa, e non l’opportuno e sacrosanto diritto alla propria integrità mentale e fisica. Infatti, come tutti gli psicoterapeuti sanno bene per esperienza professionale, ricevere una educazione rigidamente cattolica non lascia minori conseguenze negative nella personalità rispetto agli effetti dei traumi psicologici che derivano dal subire episodi di pedofilia. Anzi forse questi ultimi, essendo tutto sommato più circoscritti, possono essere superati più facilmente. 

*** 

Un’altra analogia simbolica fra pedofilia e cattolicesimo la troviamo, nientemeno, nella messa. Che cos’è la messa? La rievocazione del sacrificio di una vittima innocente! Il rito del cosiddetto “agnello” che viene sacrificato sull’altare “per l’espiazione dei nostri peccati”.  

Un prete, dunque, che celebra la messa, drammatizza simbolicamente (per la teologia cattolica addirittura materialmente) il “sacrificio di una vittima innocente”.  Potremmo paradossalmente dire che anche i pedofili “sacrificano vittime innocenti”. Questo è molto importante perché è il cuore dell’ideologia cattolica. Abituare la propria mente a pensare che sacrificare vittime innocenti sia un rituale sacro, positivo, espiatorio, purificatore e da cui scaturisce il bene, può certamente confondere l’inconscio, “abituandolo” a concezioni sottilmente perverse e sacralizzate. 

Il prete pedofilo, stuprando bambini, per quanto spaventoso e deviante possa sembrare, non fa altro che “celebrare una messa”, usando simboli diversi ma evocando significati analoghi, ovvero: la vittima innocente va sacrificata. Il suo sangue non è la prova della violenza umana, al contrario, esso ci “lava” e ci purifica! Del resto, cose simili accadevano anche in molti antichi riti religiosi. Quanti poveri animali sono stati torturati, dissanguati e uccisi affinché i sacerdoti si illudessero, in tal modo, di ripulire sia la propria coscienza che quella altrui! 

*** 

Possiamo infine concludere che il pedofilo, sia esso prete o no, è una persona con gravi problemi, che in modo irrazionale, deviante e purtroppo dannoso per gli altri, cerca sé stesso e la sua perduta identità sessuale.  Nel caso in cui il pedofilo sia un prete, la situazione è resa ancora più complessa a causa della nefasta influenza psichica di quella teologia che è stata oggetto dei suoi studi, della sua formazione e della sua vita. 

L’omertà della chiesa, e le sue solite negazioni dell’evidenza, oltretutto, impediscono a questi preti di essere curati, supportati da specialisti della psicologia, magari portati in psicoterapia. E perché no, studiati di più, affinché si possa tentare di prevenire il continuo ripetersi di questi fenomeni. 

Evidentemente la chiesa preferisce tenersi dei preti pedofili, che continueranno a fare vittime innocenti, piuttosto che correre il rischio di confrontarsi con delle menti liberate.

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