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lunedì 29 gennaio 2018

Cose che non sapevi sui Baci







IL PRIMO BACIO NON SI SCORDA MAI
Qual è il ricordo più intenso e preciso della maggior parte delle persone? Ebbene sì, il primo bacio. John Bohannon della Butler University ha intervistato 500 persone su quali fossero i loro ricordi più importanti, inclusi il primo bacio e la prima volta. 
Il primo bacio è il momento davvero indimenticabile...




UN BACIO TI ALLUNGA LA VITA
Secondo uno studio condotto negli anni '80, baciare la propria moglie prima di uscire di casa può salvare la vita. Chi compie questo gesto, infatti, vive di più, fa meno incidenti stradali e guadagna meno soldi di colori che non lo fanno. 




SARÀ AMORE?  NO, È CHIMICA
Quando baci qualcuno, il battito del tuo cuore accelera e il respiro si fa profondo e irregolare. Sarà amore? Può darsi, quello che è certo è che si tratta di una banale reazione chimica. Con un bacio vengono rilasciati gli stessi neurotrasmettitori di quando si è molto concentrati, o di quando si è sotto l'effetto di sostanze stimolanti. Da qui l'accelerazione del battito.




PIÙ BACI, PIÙ SEI IN FORMA
Sei fanatico del fitness, ti piace tenerti in forma? Allora inizia il tuo workout con un... bacio. Un bacio mette in moto 146 muscoli: 34 del viso e 12 posturali: baciarsi per un minuto fa bruciare ben 26 calorie. Bisognerà baciarsi molto spesso per avere un fisico perfetto...




UN PREFETTO ANTISTRESS
Baciare qualcuno abbassa progressivamente i livelli di stress, facendoti sentire al sicuro. 
Niente di meglio che un bacio per rilassarsi


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martedì 16 gennaio 2018

18enne Italiana mette la Sua verginità all'Asta


Modella 18enne italiana mette verginità all'asta per finanziare i suoi studi, 
offerto un milione di euro
'Vuole frequentare l'università di Cambridge'

 Una modella 18enne italiana ha messo all'asta su internet la sua verginità e finora il più alto offerente è disposto a pagare un milione di euro per trascorrere una notte con lei: lo scrive il tabloid britannico IL SOLE. Nicoletta, è il nome fittizio della giovane donna che ci tiene a mantenere l'anonimato, ha scelto in esclusiva un'agenzia di escort per l'asta, che le servirà a realizzare il suo sogno: trasferirsi nel Regno Unito per studiare business a Cambridge.

"Ho deciso che la mia verginità era preziosa quando avevo 16 anni", ha raccontato al SOLE: "Volevo una buona istruzione quindi ho cominciato a guardare il web in cerca di modi per finanziare i miei studi e ho trovato una serie di pubblicità di aste e scoperto che c'erano ragazze che si erano vendute per 3,5 milioni di euro, quindi ho deciso che avrei fatto lo stesso a 18 anni". E poi: "Spero di prendere il più possibile per finanziare i miei studi, aiutare mia sorella 
e la mia famiglia e comprare una casa ai miei genitori".

CHISSA' CHE PERCENTUALE PRENDE L'AGENZIA DI ESCORT ?




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martedì 9 gennaio 2018

Boom di Dimissioni per le Neomamme


In 25 mila costrette a lasciare il Lavoro
Pochi posti al nido, troppi costi e nonni lavoratori: 
la fotografia dell’ispettorato nazionale.

Secondo i dati forniti dall’Ispettorato nazionale del lavoro
 tra le donne che si sono licenziate 24.618 hanno specificato
motivazioni legate
 alla difficoltà di assistere il bambino
 e di conciliare la vita da mamma con il lavoro.

Dalla Lombardia alla Sicilia: nonostante differenze anche sostanziali nel mondo del lavoro e nella rete familiare, per le donne ritornare al lavoro dopo la nascita di un figlio sta diventando sempre più problematico in tutte le regioni d’Italia, anche in quelle dove solitamente l’occupazione femminile è maggiore rispetto alla media nazionale. Alla base restano i problemi da affrontare quando si prova a conciliare carriera e cura della famiglia nei primi anni di vita di un bambino tra costi alti per i nidi, stipendi bassi e nonni, spesso ancora in servizio, che non possono badare ai nipoti. 
In Italia le dimissioni volontarie per genitori con figli fino a 3 anni d’età sono state 37.738. Secondo i dati forniti dall’Ispettorato nazionale del lavoro le donne che si sono licenziate sono state 29.879. Tra le mamme, appena 5.261 sono i passaggi ad altra azienda, mentre tutte le altre (24.618) hanno specificato motivazioni legate alla difficoltà di assistere il bambino (costi elevati e mancanza di nidi) o alla difficoltà di conciliare lavoro e famiglia. Per gli uomini la situazione è capovolta: su 7.859 papà che hanno lasciato il lavoro, 5.609 sono passaggi ad altra azienda e solo gli altri hanno deciso di farlo per difficoltà familiari. I dati si riferiscono al 2016, 
gli ultimi a disposizione di ministero del Lavoro e Ispettorato.  

La Lombardia è in testa con un numero altissimo di dimissioni convalidate, ben 8.850. Tra queste 3.757 sono dovute al passaggio ad altra azienda, ma tutte le altre (5.093) sono legate a motivi familiari. Tra le donne, che sono state 6.767, quasi la metà (3.105) si sono licenziate per mancato accoglimento al nido, assenza di parenti di supporto 
e elevata incidenza dei costi di assistenza del pargolo. 

Tante, ancora troppe se si considera che la Lombardia garantisce una delle reti di nidi e supporto tra le più sviluppate in Italia. Non va meglio in Veneto, seconda regione per numero di dimissioni, 5.008 (3.658 mamme e 1.350 papà). In questo caso, a differenza delle altre zone d’Italia, sono 770 i genitori che sottolineano come nella scelta abbia inciso la mancata concessione del part time e la modifica dei turni. Terze, in questa classifica infelice, sono il Lazio (3.616) e l’Emilia Romagna (3.609), quasi a pari merito nonostante le enormi differenze sociali e lavorative dei due territori. In questi casi hanno scelto di perdere il lavoro perché non riuscivano a conciliarlo 
con la famiglia rispettivamente 1.519 e 1.243 donne. 

Considerando i dati aggregati, il numero più alto di dimissioni è stato registrato al Nord, 23.117, mentre al Centro sono state 8.562 e al Sud 6.059. In generale i cambi di azienda non incidono così tanto (al Nord sono stati circa 8.000). Ma al Sud sono davvero pochissimi, appena 350. Fanalino di coda è la Calabria. Nonostante il numero di abitanti, le dimissioni sono state appena 517. Si fa presto a considerare che in questo caso incide tanto la disoccupazione femminile. 

Analizzando la qualifica delle donne che lasciano il lavoro emerge chiaramente come meno guadagni più sei sola e “costretta” a dimetterti. Ecco che tra operaie e impiegate si arriva a 28.102 convalide, mentre quelle di dirigenti e quadri sono state 680. Con uno stipendio che a stento raggiunge i mille euro i conti sono presto fatti: ne spendi almeno 500 tra tata e nido e dai 500 che avanzano bisogna ancora sottrarre costi base come pannolini e prodotti per l’igiene. Sono in molte a pensare che non valga la pena stare almeno 7 ore lontano da casa per guadagnare così poco e non dedicarsi al figlio.  

Ma questo è un circolo vizioso perché dimettendoti perdi anche alcuni benefici come il Bonus baby sitter: risollevarsi e cercare un altro impiego diventa così ancora più difficile. 

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