loading...

venerdì 15 giugno 2018

L’Argentina verso la Legalizzazione dell’Aborto

Argentina verso la Legalizzazione dell’Aborto

La Camera ha approvato una legge molto più avanzata dell'attuale, 
nonostante l'opposizione del presidente e della Chiesa

La Camera del Congresso dell’Argentina ha approvato una proposta di legge per la legalizzazione dell’interruzione volontaria di gravidanza, che ora è concessa solo in caso di stupro o se la salute della donna sono in pericolo. La nuova proposta di legge – contro cui si è schierata con forza la Chiesa cattolica – è stata votata con 129 sì, 125 no e un astenuto, e passerà ora all’esame del Senato. La nuova legge prevede la possibilità di abortire in modo legale, sicuro e gratuito entro la quattordicesima settimana, indipendentemente dalle circostanze.

Il dibattito alla camera è cominciato alle 11 di mercoledì 13 giugno, ora locale, ed è durato quasi 23 ore senza interruzione mentre fuori, per tutto il tempo, sono state organizzate manifestazioni, veglie e presidi: la piazza è stata divisa da una barriera in modo che i due schieramenti contrapposti non potessero entrare in contatto. I movimenti a favore della legalizzazione si riconoscono dai fazzoletti verdi e sono riuniti nel movimento femminista Ni una menos, nato nel 2015. Le femministe sostengono che la scelta del Parlamento non sia tra aborto o no, 
ma tra aborto legale o aborto clandestino.

Ora il progetto di legge passerà al Senato, che potrebbe impiegare diverse settimane prima di cominciare la discussione. Il voto, scrive il quotidiano argentino Clarín, potrebbe svolgersi il prossimo settembre. L’articolo 81 della Costituzione argentina dice che se un progetto viene respinto da una delle due camere «non potrà essere ripresentato nelle sessioni di quello stesso anno». Se il Senato non approverà il progetto già votato alla camera, quindi, prima di un anno in Argentina non si tornerà a parlare di interruzione di gravidanza. Se invece anche il Senato voterà a favore, il progetto diventerà legge. Il presidente dell’Argentina potrà comunque porre il veto e respingere totalmente o solo in parte ciò che è stato approvato dal Congresso. Mauricio Macri, che è esplicitamente contrario alla legalizzazione, ha detto che se la legge dovesse definitivamente essere approvata, 
lui non porrà il veto.

La proposta di legge in discussione prevede l’aborto come diritto fino alla quattordicesima settimana (terzo mese di gravidanza) e oltre la quattordicesima in tre casi (stupro, pericolo per la vita della donna e gravi malformazioni fetali). Include l’aborto nel programma medico obbligatorio (PMO), come dunque una prestazione medica di base, essenziale e gratuita, e stabilisce un tempo di 5 giorni dalla richiesta entro i quali deve essere garantito l’accesso al servizio. Secondo gli ultimi sondaggi i due terzi della popolazione argentina sono favorevoli della legalizzazione.

In Argentina l’interruzione volontaria o indotta della gravidanza è illegale ed è punita con il carcere. Nei fatti, in Argentina così come negli altri paesi in cui l’aborto è criminalizzato, c’è un doppio livello: alcune donne riescono a ottenere aborti relativamente sicuri (ma sempre illegali) assumendo il misoprostol o affidandosi a medici privati per un aborto chirurgico, ma sono le donne che possono permetterselo e non sono molte. Per il misoprostol è molto complicato ottenere una ricetta, e ha un costo che la maggior parte delle donne e delle adolescenti non può permettersi; per questo molte donne sono costrette ad assumere sostanze poco sicure e senza alcun controllo. I principali problemi si presentano dunque dopo la procedura. Anche in questo caso, mentre le donne che possono permetterselo si rivolgono a medici privati se qualcosa non va, a tutte le altre non resta che andare negli ospedali pubblici, dove il personale potrebbe però denunciarle alla polizia.

Nel 2014, l’ultimo anno di cui sono disponibili dati ufficiali, in Argentina 47 mila donne sono state ricoverate in ospedale per complicazioni post-aborto. Sebbene la grande maggioranza sia stata curata e mandata a casa, ci sono stati dei casi di denuncia. Nel 2016 una ragazza di 27 anni che aveva avuto un aborto spontaneo è stata condannata a otto anni di carcere per omicidio, dopo che il personale dell’ospedale l’aveva accusata di esserselo indotto. Infine, nonostante la legge argentina consenta l’aborto in casi estremi, la sua situazione è di fatto simile a quella dei paesi dove l’aborto è assolutamente vietato: in molte province la legge non viene applicata 
o viene ostacolata in tutti i modi.



LEGGI ANCHE
L'Irlanda volta pagina: 68 per cento di sì all'abrogazione del divieto di aborto più restrittivo d'Europa contro 32 per cento di no. Per l'Isola di Smeraldo sarà il completamento di un cammino ventennale: nel 1995 il referendum che ha introdotto il divorzio; nel 2015 quello che ha approvato il matrimonio fra persone dello stesso sesso...



.

Conosci lo ZODIACO 

per Sapere cosa Piace al/la Tuo/a  PARTNER





Sono Web Designer, Web Master e Blogger
Creo Siti Internet , blog personalizzati.
Studio e realizzo i vostri banner pubblicitari con foto e clip animate. 
Creo loghi per negozi , aziende, studi professionali,
 campagne di marketing e vendite promozionali.
MIO SITO  :  http://www.cipiri.com/

.

loading...

Irlanda, SI alla legalizzazione dell'Aborto

Irlanda, SI alla legalizzazione dell'Aborto

Un murale ritrae una donna cui fu negata l'interruzione 
di gravidanza e morì per un aborto naturale 

Exit poll: favorevoli all'abrogazione della legge che di fatto vieta l'interruzione di gravidanza il 68% dei votanti. Si completa un cammino iniziato nel 1995 con l'introduzione del divorzio:
 l'isola di Joyce è oggi più laica

Il primo exit poll dice che l'Irlanda volta pagina: 68 per cento di sì all'abrogazione del divieto di aborto più restrittivo d'Europa contro 32 per cento di no. Se i risultati ufficiali confermeranno la previsione dell'Irish Times, maggiore quotidiano nazionale, per l'Isola di Smeraldo sarà il completamento di un cammino ventennale: nel 1995 il referendum che ha introdotto il divorzio; nel 2015 quello che ha approvato il matrimonio fra persone dello stesso sesso. In tutti e tre i casi, la Chiesa cattolica irlandese si è opposta a chi voleva modernizzare il Paese. In tutti e tre, dunque a quanto pare anche sull'aborto, la Chiesa ha perso. Due decenni di progresso economico, pur inframezzato da una grave crisi, hanno trasformato l'isola di Joyce. Un maggiore benessere l'ha secolarizzata.

Ma questa è stata soprattutto una battaglia sui diritti all'autodeterminazione delle donne, sul diritto di libera scelta. Il bando irlandese all'aborto impediva l'interruzione della gravidanza in quasi tutti i casi, anche dopo uno stupro o un incesto, anche in presenza di anomalie che portano alla morte del feto. E puniva l'aborto con pene fino a 14 anni di carcere. Conteneva inoltre un paradosso ipocrita, permettendo di praticare l'aborto ma soltanto all'estero: perciò una media di 3500 irlandesi all'anno andavano a farlo per lo più in Inghilterra. In pratica era un divieto imposto soltanto alle donne più povere, spesso in famiglie di immigrati.

Il nuovo premier Leo Varadkar, entrato in carica nel giugno di un anno fa, figlio di un immigrato indiano, apertamente gay, è stato l'agente del cambiamento. Dal suo insediamento ha promesso un referendum sull'aborto. Durante la campagna referendaria si è battuto per la vittoria del sì all'abrogazione dell'ottavo emendamento, ossia dell'articolo della costituzione che legifera il divieto d'aborto. E ha promesso che, in caso di vittoria del sì, presenterà al più presto in Parlamento una legge per il diritto all'aborto fino alle prime 12 settimane di gravidanza, estendibile a un periodo più lungo per caso particolari.

Sebbene tutti i partiti irlandesi, di governo e di opposizione, fossero schierati con Varadkar per il sì, c'era crescente incertezza sull'esito della consultazione. La campagna del no ha potuto contare su finanziamenti di gruppi anti-abortisti americani. Una campagna che ha usato messaggi estremi, spesso fuorvianti, definendo l'aborto una "licenza di uccidere", con manifesti di feti che implorano di non essere "abrogati". E sullo sfondo c'era naturalmente l'influenza della Chiesa cattolica. Ma l'Irlanda è oggi più laica di un tempo, anche a causa degli scandali per gli abusi sessuali in scuole e orfanatrofi religiosi che hanno danneggiato la reputazione della Chiesa.

Ciononostante, "nessuno si sarebbe aspettato un risultato simile", gioisce una delle volontarie della campagna per il sì commentando a caldo l'exit poll. È praticamente la stessa percentuale, circa due terzi dei votanti, che tre anni fa approvò il matrimonio gay. Se l'exit poll verrà confermato dai risultati, davvero l'Irlanda non è più quella di una volta. Dando un segnale forte sui diritti delle donne anche fuori dai suoi piccoli confini.




LEGGI ANCHE
La Camera del Congresso dell’Argentina ha approvato una proposta di legge per la legalizzazione dell’interruzione volontaria di gravidanza, che ora è concessa solo in caso di stupro o se la salute della donna sono in pericolo. La nuova proposta di legge – contro cui si è schierata con forza la Chiesa cattolica – è stata votata con 129 sì, 125 no e un astenuto, e passerà ora ...

.

Conosci lo ZODIACO 

per Sapere cosa Piace al/la Tuo/a  PARTNER





Sono Web Designer, Web Master e Blogger
Creo Siti Internet , blog personalizzati.
Studio e realizzo i vostri banner pubblicitari con foto e clip animate. 
Creo loghi per negozi , aziende, studi professionali,
 campagne di marketing e vendite promozionali.
MIO SITO  :  http://www.cipiri.com/

.

loading...

giovedì 14 giugno 2018

Sesso non protetto con Hiv, arrestato untore

Sesso non protetto con Hiv

 Questo è Claudio Pinti ed ha fatto sesso con 228 donne pur sapendo di essere sieropositivo, 
perché tanto l'AIDS non esiste, e che su Fb un anno fa piangeva la morte della compagna che lui stesso aveva contagiato...


I poliziotti della squadra mobile di Ancona hanno arrestato un 'untore' del virus dell’Hiv. L'uomo aveva rapporti sessuali con i partner senza adottare alcuna precauzione sapendo di essere positivo al virus da almeno 11 anni. Adesso si trova in carcere ad Ancona.


Cosa scatta nella mente di un uomo che decide di contagiare 200 donne?

È stato accertato che l’uomo abbia agito con intenzionalità, in quanto era consapevole di essere sieropositivo da diversi anni, non ha informato le partner sul suo stato di salute e non ha utilizzato le necessarie precauzioni per evitare il contagio.

Perché contagiare intenzionalmente donne innocenti con l’HIV?
Si tratta di un gesto profondamente violento e, se andiamo ad analizzare l’etimologia della stessa parola violenza, intesa come “vis” – forza, cogliamo l’intenzionalità di far del male, di imporre una condizione senza che l’altro abbia la possibilità di tutelarsi e difendersi. È un crimine che vìola completamente la libertà di una persona.

Quali meccanismi scattano nella testa di una persone che condanna più di duecento donne?

Ci si arroga il diritto di decidere per l’altra persona, di infliggergli una pena e una dura condanna, non solo fisica, ma anche psicologica perché stiamo parlando del frutto di un momento di piacere in cui ci si è fidati dell’altra persona e ci si è lasciati andare, venendo meno alla protezione di se stessi. Un senso di colpa che, insieme ai se e ai ma, logorerà per tanto tempo.

Alla base di un simile gesto ci può essere anche la non accettazione, più o meno conscia, della malattia, la frustrazione legata al fatto di averla contratta, molte volte anche la rabbia e ovviamente una totale mancanza di empatia e di senso dell’altro, per cui si è portati a violarlo completamente e ad arrogarsi il ruolo di chi può decidere potenzialmente anche della vita dell’altro.

Personalità strumentali e manipolative che, per ottenere sesso non protetto, sono capaci di costruire castelli intorno alle menzogne, inventarsi storie e rassicurazioni credibili, come decantare la condizione che fanno spesso i controlli medici, che non sono sessualmente attivi da tanto tempo, che il profilattico gli crea problemi di erezione o reazioni allergiche ecc… Si tratta di lesioni personali gravissime e insanabili basate sulla volontà di contagiare l’altro senza nessuna motivazione valida.

Non stiamo parlando di un comportamento superficiale, di un momento in cui ci si è lasciati andare o si è deciso insieme di correre il rischio, parliamo di più di 200 donne che rischiano di aver contratto l’HIV, non è un comportamento inconsapevole, è decisamente intenzionale e ripetuto nel corso del tempo. È importante specificare che non è indispensabile la sussistenza di una specifica volontà di trasmettere l'infezione affinché si possa ravvisare una responsabilità penale, ma è sufficiente che la persona in questione sia consapevole del rischio che dalla propria condotta 
possa derivare il contagio del partner.

Si tratta di contagio doloso e deve essere punito in maniera dura, soprattutto perché questa persona se non fosse stata fermata, probabilmente avrebbe continuato ad agire senza sosta. Per questa ragione è importante non abbassare mai le difese, non fidarsi, soprattutto del primo che capita, anche quando sembra essere in salute, perché il rischio è sempre dietro l’angolo e può costare anche molto caro. È importante fare sempre sesso protetto, è l’unica tutela e dobbiamo essere noi i primi a farlo. Questa è la forma di prevenzione più efficace. 



.

Conosci lo ZODIACO 

per Sapere cosa Piace al/la Tuo/a  PARTNER





Sono Web Designer, Web Master e Blogger
Creo Siti Internet , blog personalizzati.
Studio e realizzo i vostri banner pubblicitari con foto e clip animate. 
Creo loghi per negozi , aziende, studi professionali,
 campagne di marketing e vendite promozionali.
MIO SITO  :  http://www.cipiri.com/

.

loading...

venerdì 8 giugno 2018

Massacrata di botte in piazza, raptus di gelosia per un sms

No alla Violenza sulle Donne


Gli occhi tristi, persi nel vuoto o forse nel ricordo di quella notte: racconta di essere stata massacrata, tirata per i capelli, presa a calci e pugni sul viso e ovunque sul resto del corpo finché non ha perso conoscenza, e tutto per un messaggio dell’ex sul cellulare. Federica Luzio, 30 anni, originaria di Pollenza, gestisce il bar Taverna La Pecora Nera, in via Severini a Macerata. Nella notte tra il primo e il 2 giugno è andata a ballare a San Benedetto, in compagnia di un’amica maceratese e di due ragazzi. È nella città ascolana, in piazza San Filippo Neri, che sarebbe avvenuta l’aggressione.

I due le avrebbero anche rubato le chiavi di casa e quelle del ristorante. Un mese e mezzo fa Luzio aveva conosciuto uno dei due, 28 anni, originario di San Benedetto e domiciliato a Macerata, e da circa tre settimane si stavano frequentando. «Non stavamo insieme, non si può dire neppure che fossimo fidanzati – spiega la 30enne, con gli ematomi sul volto –, semplicemente uscivo con lui». La serata spensierata di lì a poco si è trasformata in un incubo. «Nel locale in cui siamo andati a ballare c’era anche il mio ex fidanzato – spiega Luzio –. La serata prosegue tranquilla, finché non usciamo da lì e io scambio due parole col mio ex, con cui ero stata insieme due anni. Non pensavo che gli altri mi avessero visto. Comunque poi saliamo in macchina tutti e quattro, non guidavo io ma l’amico del ragazzo che stavo frequentando, quando a un tratto mi arriva un messaggio dell’ex sul cellulare. Allora il tipo con cui uscivo mi strappa il telefono di mano. È allora che si scatena l’inferno».

L’auto si ferma: «Lui mi trascina fuori dalla macchina per i capelli, butta il telefono a terra e lo schiaccia col piede. Poi iniziano le botte. Una violenza inaudita. Poi ho perso conoscenza». Tutto questo sarebbe accaduto intorno alle 5 della mattina del 2 giugno. Il 28enne è stato denunciato. «Se ho deciso di raccontare tutto e metterci la faccia – spiega Luzio – è perché queste cose non devono assolutamente accadere. Consiglio alle donne di non aver paura di denunciare. Il ragazzo con cui uscivo ha pensato che io fossi una sua proprietà. Ma io non sono sua. Né di nessun altro». Il 28enne e l’amico sono poi stati fermati dalla polizia, poche ore dopo i fatti, alla stazione di Civitanova.

«Chiederò sia valutata una misura che la tuteli – sottolinea legale di Luzio, l’avvocato Federico Valori –. Tra l’altro, ora lui sta cercando di rappacificarsi, mandando messaggi all’amica di Federica e dicendo che lui non è così, e chiede come sta. È l’atteggiamento più pericoloso. Federica poi presenta lesioni non riconducibili alle percosse, forse bruciature di sigaretta, lei non sa cos’è accaduto dato che non era cosciente. La testimone racconta che l’amico di lui non è intervenuto, anzi stava a guardare e rideva», precisa Valori. Per l’amico del presunto aggressore, di origini albanesi e residente a Macerata, si può profilare il concorso, mentre per il 28enne l’avvocato Valori pensa si possano configurare i reati di lesioni personali gravi, rapina e violazione della privacy.

No alla Violenza sulle Donne
No alla Violenza sulle Donne Sempre

MOVIMENTO IN DIFESA DELLE DONNE


.

Conosci lo ZODIACO 

per Sapere cosa Piace al/la Tuo/a  PARTNER





Sono Web Designer, Web Master e Blogger
Creo Siti Internet , blog personalizzati.
Studio e realizzo i vostri banner pubblicitari con foto e clip animate. 
Creo loghi per negozi , aziende, studi professionali,
 campagne di marketing e vendite promozionali.
MIO SITO  :  http://www.cipiri.com/

.

loading...
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

Post più popolari

Elenco blog Amici

Poni una Domanda e Clicca il bottone Bianco


CLICCA QUI SOTTO
.



Visualizzazioni totali