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domenica 31 marzo 2019

Perché si festeggia il Gay Pride?

Perché si festeggia il Gay Pride?

 La storia e il significato della manifestazione più importante della comunità LGBT
Il Gay Pride è famosissimo per i suoi colori, gli abiti e l’energia incredibile che la comunità LGBT riversa nelle strade durante le parate. Per capire perché si festeggia e il significato bisogna però conoscerne la sua storia. Il motivo per qui questa manifestazione è diventata così colorata sta proprio nel suo passato. E chi etichetta il Pride come “Carnevalata”, il più delle volte non conosce nemmeno i motivi per cui è nato e si è evoluto in questo modo.


La storia del Gay Pride: lo Stonewall Inn
Negli anni ’60 negli Stati Uniti era frequente che i poliziotti organizzassero delle retate nei locali gay picchiando, arrestando e minacciando i membri della comunità LGBT che erano lì solo per divertirsi. Decenni di oppressione furono la miccia che fece accendere la prima rivolta.

Essere gay è giusto, essere gay è motivo d’orgoglio


Era il 28 giugno del 1969 e un gruppo di poliziotti fece irruzione nel club gay Stonewall Inn di New York. Per la prima volta la comunità LGBT non rimase a guardare e decise di rispondere alle manganellate con altrettanta violenza. Leggenda vuole che fu Sylvia Rivera a scagliare il primo colpo levandosi la scarpa col tacco e lanciandola contro un poliziotto.

Per tutti i giorni a seguire la comunità gay decise di scendere in strada mostrando a tutti che loro esistevano e che era finito il tempo di nascondersi. Lo slogan era uno ed era chiarissimo: “Say it clear, say it loud. Gay is good, gay is proud.” (Dillo in modo chiaro, e urlalo. Essere gay è giusto, essere gay è motivo d’orgoglio).

I primi Gay Pride
Esattamente un anno dopo, in memoria dei moti di Stonewall, fu organizzato il primo Gay Pride a New York, inizialmente chiamato Christopher Street Liberation Day March. Durante questa marcia i partecipanti scesero in strada indossando i vestiti più sgargianti, slip e costumi da bagno. Le transessuali e i travestiti potevano finalmente passeggiare in strada con i costumi a loro più consoni e senza avere paura. Questa marcia serviva a dire in modo inequivocabile che le regole sociali erano regole di repressione e che nessuno aveva più voglia di seguirle.


Sempre quello stesso anno furono organizzate altre manifestazioni a Chicago, San Francisco e Los Angeles. E fu proprio Los Angeles la prima città ad ottenere che la strada in cui sarebbe avvenuta la manifestazione fosse transennata così da organizzare una vera e propria parata.

Gay Pride oggi: perché si festeggiano?
I Gay Pride oggi sono delle manifestazioni che diamo quasi per scontato, ma celano dietro la propria storia anni e anni di lotta e violenza. Noi abbiamo stilato l’elenco degli 8 motivi per cui tutti dovrebbero partecipare a Pride, ma a contarli non basterebbero nemmeno una ventina di mani. I gay pride sono vitali e necessari e dovremmo tutti difenderli proprio perché ci danno la possibilità di rompere quelle regole sociali che il più delle volte sono delle catene vere e proprie.

Le migliori risposte alle domande assurde sul Gay Pride
Ci siamo, è quel momento dell’anno in cui tutti, ma proprio tutti, si sentono in dovere di fare domande e dire cose inappropriate sul Gay Pride. Noi abbiamo fatto i compiti e per quanto assurde, abbiamo dato una risposta a ogni singola affermazione che viene fatta sul Pride.

9 risposte alle domande inappropriate sul Pride


9 risposte alle domande inappropriate sul Pride
Ne abbiamo raccolte il più possibile ma se ne aggiungono sempre di nuove. Ecco tutte le affermazioni e domande che (ci e ti) vengono fatte sul Pride e come rispondere.

1. Siete voi che vi ghettizzate, allora facciamo anche l’etero pride!

Il gay pride esiste perché la comunità gay è stata e continua a essere discriminata in tutto il mondo. Invece di chiedersi perché non esiste l’etero pride, ci si dovrebbe ritene fortunati per non averne uno.

2. Adesso che avete il matrimonio perché continuate a manifestare?

Il matrimonio non ce l’abbiamo, ci sono le unioni civili che sono qualche gradino più sotto dell’uguaglianza sociale. Ma questo non è l’unico motivo per cui si manifesta. Si scende in piazza per le adozioni, per una legge contro l’omofobia e una serie di altri diritti che a noi, 
in quanto gay, ci sono negati.

3. Si ma a te che ti frega che non sei nemmeno gay!

I diritti per i gay sono diritti di tutti. Non bisogna essere gay per volere il matrimonio gay. Come non bisogna essere donna per volere una legge che assicuri parità salariale. I diritti civili fanno bene a tutti e per questo motivo tantissime persone eterosessuali partecipano alla parata. 
Ecco 8 buoni motivi per partecipare!

4. Perché le trans sfilano a seno nudo?

Il Pride è una manifestazione che combatte il modello che ci vuole in corpi precisi, vestiti in un certo modo. Durante una parata ognuno si deve sentire libero di mostrarsi come meglio crede, riconoscendo per tutti il concetto di autodeteminazione, nel caso delle transessuali mostrare che si è donna senza se e senza ma. Davvero un seno scoperto fa così paura? Le chiese sono piene di statue con donne a seno nudo, perché ci spaventa vederlo in strada?

5. Sembra il carnevale di Rio, dovreste essere più seri!

Ci sono tantissime manifestazioni per i diritti LGBT tutto l’anno dove il tenore è meno divertente. Si va dai festival del cinema a presentazioni di libri, ma i media non ne parlano. L’aspetto colorato e divertente dei Pride è parte della cultura LGBT. I Pride nascono come una giornata di ricordo dei moti di Stonewall del 1969, quando la comunità gay decise di rompere gli schemi e mostrare al mondo che esisteva. In pratica dal quel momento in poi i gay decisero di urlare a tutti: noi ci siamo e se non volete vederci, eccoci, ci rendiamo più visibili!

6. Possibile che si deve per forza sfilare nudi o travestiti?

Il gay Pride è una manifestazione che serve per rompere le regole sociali che ti dicono come devi essere e comportare. Per questo motivo tutti saranno sempre liberi di vestirsi come meglio credono, perché ognuno è perfetto per come è, e non per come qualcuno vorrebbe fosse Per quanto riguarda la nudità basta accendere la TV per vedere ragazze in bikini e perizoma, che ansia hai nel vedere dei ragazzi in mutande?

7. Tanto alla fine è un motivo come un altro per fare sesso

Con 40 gradi, sotto il sole, dopo una parata di 3 ore se riesci a fare sesso sei un mago. In ogni caso in anni e anni di pride non abbiamo mai visto un’orgia… probabilmente frequentiamo i Pride sbagliati!

8. Guarda che sfilare in questo modo peggiora le cose!

Il pride non viene fatto per chiedere di essere accettati e non è una manifestazione che viene organizzata per apparire educati e sensibili. Il Pride è una manifestazione di lotta, una manifestazione arrabbiata e stracolma di energia. Prova a vivere per una vita senza diritti e poi dimmi come reagiresti se qualcuno ti dicesse che non stai manifestando nel modo giusto.

9. C’è bisogno di andare col culo di fuori?

Ma ti fa davvero tanta paura questo culo? No, perché a questo punto mi sembra più un’ossessione. In ogni caso ne hai uno anche tu, se ti fa paura, guardatelo allo specchio, così almeno lo scopri per tempo come è fatto!



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martedì 26 marzo 2019

Illudere una Amante di essere Single o Divorziati è un Reato Penale

Illudere una Amante di essere Single o Divorziati è un Reato Penale

Secondo la Cassazione
È “sostituzione della persona”: 
la decisione su un caso di infedeltà

Talvolta si crede tanto nella famiglia da averne due. Ora però, sentenzia la Cassazione, far credere all’amante di essere single o divorziato quando non è vero è un reato punibile penalmente. Si tratta di «sostituzione della persona»: non basta però illudere il secondo partner di essere liberi da altri legami, si deve anche cercare un’utilità, come una convenienza economica o il semplice mantenimento di un rapporto sentimentale che altrimenti verrebbe perduto.

Gli ermellini si sono trovati di fronte alla storia di un tradimento dai risvolti grotteschi. Lui, già sposato, aveva portato avanti a lungo una seconda relazione. All’inizio, il teatrino seguiva ancora il copione dei grandi classici dell’infedeltà: far credere all’amante di voler stare con lei, di essere separato e di avere concrete possibilità di ottenere un annullamento del precedente matrimonio.

Con il tempo, però, la liaison diventa una cosa seria e la trama della storia si ingarbuglia. Lei lo presenta alla sua famiglia, viene concepito un figlio e si intavolano i primi discorsi di matrimonio. Eppure, dalla Sacra Rota ancora non arrivano notizie. Piuttosto, iniziano a insorgere i primi dubbi sulle sue buone intenzioni. Messo spalle al muro e a riprova della sua onestà, si presenta dall’amante con l’agognato documento di divorzio. Peccato si tratti di un certificato posticcio creato al computer. La sua fortuna, in questo caso, è quella di non avere particolari abilità nella contraffazione di documenti, evitando così il reato di falso in atto pubblico.

Per la Cassazione, infatti, si tratta di «falso grossolano». Lei nel frattempo, già insospettita, inizia a indagare. Scopre così che l’uomo non solo non è separato ma continua a vivere con la moglie dalla quale, tra l’altro, aspetta anche un figlio. E si finisce in tribunale.

Non è la prima volta che la Cassazione interviene in materia di tradimenti. Negli anni è diventato reato sottrarre al partner il cellulare per spiarlo, rivelare un tradimento al coniuge dell’amante. Se poi si è infedeli – sentenzia ancora la Cassazione – si devono pagare i costi di mantenimento, anche se l’amore è solo platonico. Insomma, si rischia grosso.


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domenica 3 marzo 2019

5 Motivi Contro le Case Chiuse

5 Motivi Contro le Case Chiuse


5 Motivi Contro le Case Chiuse

5 Motivi Contro le Case Chiuse



1) La regolamentazione non riduce il fenomeno .Nei paesi dove la prostituzione è stata legalizzata la tratta non si è ridotta ma si è inserita nei canali istituzionali rendendo ancora più difficile liberare le donne. E il numero complessivo delle persone coinvolte è aumentato enormemente, l’esempio lampante è la Germania dove le donne coinvolte sono aumentate da 100.000 a 300.000 e le persone trafficate sono più che raddoppiate. La regolamentazione nasconde e non risolve lo sfruttamento. In paesi come Olanda e Germania, la tratta ha assunto forme diverse e nascoste, ma i dati giudiziari dicono che essa è altissima. Chiudere le donne in night, locali, appartamenti aumenta la zona d’ombra in cui le mafie gestiscono le ragazze sfruttate. 
(solo negli ultimi 2 mesi abbiamo avuto 3 ragazze nigeriane scappate dallo sfruttamento, 
che sono state sfruttate anche stando nelle vetrine di Amsterdam)
2) La prostituzione è lo sfruttamento più antico del mondo, tale concetto è ben rappresentato dalla legge svedese che afferma “La prostituzione è una violenza dell’uomo contro la donna”, la legge svedese, replicata dalla Norvegia e dall’Islanda, afferma che il vendere il proprio corpo lede i diritti della persona e favorisce una cultura di sottomissione e svilimento della dignità umana. La legge svedese punisce i compratori di sesso a pagamento.
3) La regolamentazione lancia un messaggio diseducativo. Culturalmente la regolamentazione porterebbe alla normalizzazione della prostituzione, specie fra i giovani e i ceti deboli, diventando una delle tante alternative tra cui scegliere per risolvere il problema del lavoro, dell’impegno lavorativo e formativo. La prostituzione evidentemente non è un lavoro e non può esservi equiparato.
4) Lo stato non può speculare su comportamenti non etici. Tassare la prostituzione, sarebbe come tassare le mazzette o il ricavato del contrabbando. Ricavare un utile infatti non lascerebbe allo stato e agli enti locali la necessaria libertà di lotta culturale e giudiziaria alla prostituzione.
5) Un alibi per i clienti. La tassazione di un “comportamento”, diventerebbe un pessimo alibi per i clienti che riterrebbero moralmente accettabile (in quanto legalizzato) comprare prestazioni sessuali.

Leggetevi le lettere delle schiave dei bordelli 
fascisti alla senatrice Merlin, 
prima di aprire la bocca.

Utero in affitto no ma un corpo Si

MA CHE CATTOLICI SIETE?



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sabato 2 marzo 2019

Presa Diretta ha smascherato il ddl Pillon

Presa Diretta ha smascherato il ddl Pillon

Una grande prova di servizio pubblico 
quello della puntata intitolata Dio, Patria e Famiglia, 
che ha mostrato chiaramente l’intenzione del governo
 di ristabilire un nuovo Medioevo per donne e bambini. 

di CRISTINA OBBER

No divorzio, no aborto, no diritti civili alle persone omosessuali. Questo il disegno che si cela dietro il ddl Pillon, attualmente in discussione al Senato, presentato astutamente come un provvedimento volto a equilibrare l’affido condiviso in caso di separazioni ma che nasconde invece, 
riga dopo riga, molto altro.

Un disegno scritto, come svela l’inchiesta, anche da membri dell’associazione Padri separati, che rivendicano il diritto di vedere i figli anche se genitori violenti, che non vogliono assumersi responsabilità economiche che tengano conto che spesso le ex mogli per prendersi cura dei figli hanno scelto professioni meno impegnative e meno remunerate.

Che negano quanto emerge dai dati Istat, ovvero che pur essendoci dei padri in difficoltà economiche, dopo le separazioni la povertà investe maggiormente le donne. L’inchiesta dà voce a padri in difficoltà ma anche alle donne che in nome dell’alienazione parentale, cardine del disegno di legge Pillon, si sono viste togliere i figli che non volevano frequentare il padre violento, cosa che accade sempre più spesso nei nostri tribunali per la superficialità con cui la teoria della Pas (Parental Alienation Syndrome) viene applicata anche se disconosciuta dalla scienza a livello internazionale e che il del 735 vorrebbe rendere legge.

In questi mesi abbiamo visto in tivù e in pubbliche occasioni il senatore Pillon esporre il suo disegno millantando interesse per il bene dei minori, parlando di diritto alla bigenitorialità, concetto su cui chiunque è d'accordo e che è già possibile con le leggi che abbiamo per i padri che responsabilmente vivono il loro ruolo con amore e impegno anche dopo la separazione. Ma la giornalista Giulia Bosetti durante la puntata del 28 gennaio di Presa Diretta (Rai Tre) ci ha dato la possibilità di spogliare il disegno del vestito della festa, raccontandoci come è nato, da chi è stato scritto, quali intenti nasconde, contro le donne e la loro libertà. Ci ha svelato la sua grande ipocrisia. Nelle sue interviste ha raccolto i valori e gli intenti di dei vari co-autori e sostenitori del disegno di legge Pillon che di fronte a domande semplici hanno dovuto dare risposte chiare, riassumibili in pochi punti:

-Il femminicidio non esiste;

-La violenza domestica ha le chiavi di casa e porta i tacchi a spillo;

-L’eutanasia va vietata;

-La famiglia è solo quella con mamma e papà;

-L’aborto è più grave dello stupro;

-L’aborto va vietato per la salvaguardia della specie;

-La famiglia ha finalità procreativi e ci stiamo riempendo di musulmani, rischiamo l’estinzione;

-Da quando le donne hanno acquisito il diritto di divorziare non sono più realizzate e felici di prima;

-Le donne stanno meglio a casa ad accudire i figli. Bisogna alzare gli stipendi agli uomini così che le donne possano smettere di andare al lavoro;

-Le donne valide anche nel mondo della politica sono poche, la maggior parte sono carrieriste;

-Il matrimonio non è basato sull'amore;

-Se uno si vuole separare non sono fatti suoi;

-Il divorzio va vietato perché la famiglia non è una questione privata ma un fatto sociale;

-Oggi siamo più forti perché al governo abbiamo il ministro Fontana e abbiamo la Lega;

È infatti grazie alla nomina del ministro per la famiglia Lorenzo Fontana la destra più estremista, quella che unisce forze neo naziste con il cattolicesimo integralista, pericoloso quanto quello islamico, ha messo delle pericolose radici nel cuore delle istituzioni, laddove si indicano le strade, si cambiano le leggi, si muovono i finanziamenti in favore dell’educazione 
catto-integralista nelle scuole.

Ho scritto un libro dieci anni fa sul mondo della scuola ai tempi del fascismo (Balilla e piccole italiane, AF editore), quando i bambini sui loro quaderni disegnavano i fasci e con il maestro andavano all’adunata per sentire i discorsi del Duce, felici di indossare quella divisa da balilla e piccole italiane che dava loro un senso di appartenenza. Non è un’analogia casuale. Sono già iniziati in tante città italiane i finanziamenti alle associazioni antiabortiste per occuparsi di educazione all'affettività nel mondo della scuola. Quelle contrarie all'uso degli anticoncezionali, che poi crocefiggono una ragazzina se a 15 anni resta incinta. Ne incontro anche io con le mie attività nelle scuole, perché stanno seminando con meticolosità e grandi risorse economiche.

Il motto del popolino del Family day è Dio, patria, famiglia. Con donne e bambini in cantina, come sogna il senatore Pillon nella calzante imitazione di Maurizio Crozza. Ma davvero vogliamo farci governare ancora da chi ha per noi e il nostro paese questi progetti e ha già cominciato a realizzarli?

L’alleanza Lega-M5s sta spazzando via tutte le battaglie di civiltà degli ultimi 50 anni, una civiltà che siamo tentati di svendere in cambio dell’illusione - perché di questo si tratta - che la linea dura contro gli immigrati ci porti maggior sicurezza e che la farsa del reddito di cittadinanza ci restituisca la dignità del lavoro. Questa allenza è la nuova veste del fascismo, e sta lavorando a fianco dei leader di estrema destra nel resto d’Europa e del mondo. Va fermata adesso, con una lotta comune, nelle piazze e dentro le istituzioni. Per non ritrovarci tra un anno a piangere sulla nostra indifferenza, 
che ci costa sempre più cara.



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