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mercoledì 5 dicembre 2012

Primavera Araba, la rivoluzione al femminile

 

Primavera Araba, la rivoluzione al femminile

Quattro arabe danno vita ad un movimento per chiamare alla rivolta le donne. Tanti i messaggi che chiedono dignità, giustizia sociale e libertà.

 - Internet è diventato negli ultimi anni lo strumento giusto per dare visibilità alle problematiche sociali e per diffondere le proprie idee: è da questo presupposto che quattro attiviste arabe, Diala Haidar e Yalda Younes (libanesi), Farah Barqawi (palestinese) e Sally Zohney (egiziana), hanno lanciato il primo ottobre su Facebook la loro pagina "The uprising of women in the Arab world".

Il movimento, noto come "La rivolta delle donne nel mondo arabo", invita i cittadini - in particolare quelli del mondo arabo - a contrastare quella che chiamano la "dittatura maschile". Le quattro donne hanno dichiarato di voler "ricordare a tutti che le rivoluzioni avevano lo scopo di ridare alle popolazioni dignità, giustizia sociale e libertà, e che questi tre obiettivi non possono essere realizzati se le donne sono assenti dalla sfera pubblica".

"Dobbiamo e vogliamo continuare la rivoluzione per cacciare via lo sciovinismo maschile che trasforma ogni uomo in un dittatore della moglie, della figlia, della sorella, e anche della madre". In meno di tre settimane, molti attivisti e blogger hanno accolto con favore la campagna, che oggi conta oltre 40.000 "Mi piace" sulla pagina di Facebook.

Migliaia le frasi scritte da studenti, ragazzi e madri con allegata una loro foto mentre mostrano un cartello che spiega perché sostengono la rivolta delle donne arabe. Tutte iniziano con una frase in comune "Io sono con la rivolta delle donne nel mondo arabo perché...".

"Perché non voglio lavorare il doppio di mio fratello e ottenere la metà del suo stipendio", scrive una ragazza libanese. "Perche' ho il diritto a dare ai miei figli anche la mia nazionalità", dice una mamma siriana. "Perché non sono un burattino nelle mani degli uomini", pubblica Yara dall'Arabia Saudita. "Perché ho diritto alla mia indipendenza, libertà e voglio poter decidere da sola il mio futuro", dice Suha dalla Giordania. "Perché il mio corpo è mio. Non appartiene né ai liberali, il cui unico scopo è quello di spogliarmi, né ai radicali il cui unico scopo è quello di coprirmi", scrive Magda dall'Egitto. "Perché non è giusto che io debba stare intrappolata in casa per tre mesi per dimostrare che il bambino nel mio utero è di mio marito che è morto", dice una madre dalla Palestina.

Altre voci sono state sollevate per opporsi all'uso dei dettami religiosi per reprimere le donne. "L'Islam è la mia dignità, non accetto di essere insultata o violentata nel suo nome" scrive una ragazza sudanese. E tra le principali discussioni sollevate nella pagina, c'è la legislazione islamica che consente il matrimonio di ragazze minorenni. Una donna yemenita scrive: "La legge yemenita permette che una ragazzina venga violentata, l'importante che sia fisicamente sviluppata, qui lo chiamano matrimonio. Un suo connazionale maschio aggiunge: "Sono stanco delle Fatwe e di questa società dominata dagli uomini che permette il matrimonio dei bambini".

Queste frasi non sono cliché, ripetuti senza efficacia, ma sono dichiarazioni da parte di donne, ragazze e uomini, provenienti da diverse parti del mondo arabo che hanno deciso di portare alla luce una realtà che non può essere più trascurata.

Le critiche non sono tardate ad arrivare, alcuni visitatori zelanti hanno lanciato attacchi personali e lasciato scritte oscene. Le moderatrici fanno notare che quando venivano aggiunte foto con donne velate, nessun commento criticava l'aspetto della ragazza. Ma quando si sono postate foto di donne senza velo, immediati sono stati i commenti, che sostenevano che l'aspetto delle donne che non si coprono avrebbero indebolito la causa. Il fatto che alcuni di questi commenti provengano proprio da donne ha colpito le moderatrici del sito.

In ogni caso, la gente continua a pubblicare nuove immagini a sostegno della rivolta. Secondo l'artista e attivista libanese, Joumana Hada, tutto questo è possibile perché le donne si meritano di più e sono in grado di ottenere più. La Primavera Araba in atto ha bisogno anche dell'universo femminile per riuscire veramente a costruire un futuro democratico. E le quattro determinate donne di "La rivolta delle donne nel mondo arabo" lo ribadiscono con forza. E così facendo, potrebbero dare nuova linfa alla rivoluzione araba.

http://nena-news.globalist.it/Detail_News_Display?ID=43070

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