Donne e Uomini
L’arroganza del potere
machista.
di Marco Reati
Perché parlare di relativismo? E' uno dei
tanti “ismi” con cui cataloghiamo costumi e
comportamenti per dar loro una valenza intellettuale?
Credo proprio di no, innanzitutto perché qui
stiamo parlando di valori fondamentali, imprescindibili
da qualunque struttura sociale
“civile”. Il rischio è una pericolosa deriva anarchica,
non l'Anarchia che da più di cento
anni propone e studia alternative ad ogni
potere, condivisibili o meno, ma comunque
nobili pensieri, ma l'anarchismo liberista,
frutto del “mercato”, assoluto padrone di un
mondo senza regole, dove la legge del profitto
trasforma il “Diritto” in legge della giungla.
Stiamo di nuovo parlando di sopraffazione.
Quale uguaglianza? Quale internazionalismo
multietnico e multiculturale? Quale rispetto
delle minoranze e dei più deboli?
Qui ed ora si sta riaffermando l'aspetto più
truce del potere, la capacità di sopraffare chi
non gli serve. Finora è stato strisciante, nonostante
le denunce di chi aveva capito, ora
è manifesto in modo palese, piega i lavoratori
col ricatto e in cambio promette di non
metterli in mezzo a una strada; usa le donne
per il suo piacere narcisista e per celebrare
la sua virilità di maschio, padre e padrone.
Valutandole come manze al mercato continua
a evitare di considerarle persone (o pari?).
Ci sono momenti in cui mi vergogno di
appartenere al genere maschile, come se
l'essere nato così fosse una colpa, un peccato
originale visto dall’altro fronte, il frutto di un modello culturale duro a morire, che non
è né di destra né di sinistra. L'unica differenza è che
la destra lo esplicita di più, mentre a sinistra prevale
un’ipocrisia di fondo, della quale mi vergogno ancor
di più. Non è difficile ascoltare nei circoli i commenti
maschili ai vari “bunga bunga” (mi si perdoni il termine).
Più che una sincera indignazione, avverto una
sorta di rabbia invidiosa: essere il sultano nell'Harem
piace ancora oggi a troppi maschi.
Finché la consapevolezza di non essere bestie (dico
bestie e non animali che è un termine più nobile) non
prenderà il sopravvento sull'istinto di “maschio dominante”,
non ci sarà mai una vera pace di genere e le
donne continueranno ad essere considerate oggetti
da possedere.
“..Fatti non foste a viver come bruti..” recitava settecento
anni fa Dante; dove sono la ragione e la capacità
di gestire impulsi e sentimenti?
Sono convinto che l'umanità abbia una sua “etica”,
scritta dai millenni di storia dell'uomo e che chiunque
lo “VOGLIA” e lo “SCELGA” può praticarla.
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