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sabato 28 settembre 2013

La crisi dell’uomo che si guarda allo specchio


"Mezza età"
 - La crisi dell’uomo che si guarda allo specchio e finalmente capisce che nulla è per sempre.

Il metabolismo che polverizza i kebab e gli hamburger è un’ingiustizia biologiche di cui gli uomini si fregiano per molti anni, permettendosi di irridere le angosce femminili.

Ma, poiché tutto si paga, arriva il giorno in cui un uomo intorno ai cinquant’anni esce dalla doccia, come in “Solar” di Ian McEwan, e si guarda allo specchio, incredulo: “Quali meccanismi di auto convincimento potevano averlo indotto a pensare che quella forma fisica fosse attraente?”. E’ un momento doloroso e rivelatorio in cui ha inizio la crisi di mezz’età:

si abbassa il livello di testosterone (dicono gli esperti, che propongono di iniettarlo),

si crea una morbida collana intorno ai fianchi, come un anello di gomma, tutto si sporge in avanti, pronto al crollo, viene il mal di schiena, bisogna calcolare dove chiudere i pantaloni, se sopra o sotto lo stomaco. AA Gill, critico gastronomico e televisivo del Sunday Times, cinquantotto anni, fondamentalista del cibo e delle non diete, che evitava fieramente di specchiarsi dal collo in giù, si è rassegnato sia alla palestra, pur sentendosi un cretino, sia alla dieta e all’olio di pesce, quando si è accorto di trovarsi in una specie di andropausa

(“Significa che devo passare attraverso il cambiamento? Vampate di calore? Caviglie gonfie? Caftani? Cinquanta sfumature di grigio? Desiderio irrefrenabile di danze hippy e adesione ai liberal? Non credo di essere pronto”).

Un tempo era la calvizie, ora il mercato insegue la mezz’età maschile, che ha sintomi e indizi temporali abbastanza vaghi da poter essere sfruttati: pillole, integratori multivitaminici, nutrizionisti, allenatori, creme, iniezioni, scacciapensieri, elisir di giovinezza.

Lui chiede a lei, preoccupato: starò attraversando una crisi di mezz’età? Lei lo guarda in silenzio: sei in una palestra, sudato, mentre qualcuno ti misura i polpacci, vuoi un corpo da bikini, non è abbastanza una crisi di mezz’età per te, ti serve altro?

La palestra dell’uomo di mezz’età però non è il luogo della potenza, non è Paul Ryan che si rifà i pettorali, ma è il palco “di una nostalgia dolorosa, dove andiamo a ricreare qualcosa che abbiamo perso.

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L'ossitocina : ormone dell'amore



L'ossitocina, l'ormone dell'amore, agisce in modo diverso in uomini e donne.

Scienziati scoprono che l’ormone dell’amore, l’ossitocina, ha effetti diversi sui due sessi che si mostrano con altrettanti diversi comportamenti sociali e di relazione

L’ossitocina è un ormone secreto dal cervello in alcune situazioni. E’ immesso in circolo nell’organismo dalla ghiandola ipofisi, che si trova nell’ipotalamo, la parte più “antica” del nostro cervello. Questo ormone è familiarmente chiamato “ormone dell’amore”, per via della capacità che avrebbe nello stimolare le relazioni sociali e di relazione. A livello fisico provoca una contrazione muscolare, che si rivela fondamentale, per esempio, durante il parto ma anche durante l’atto sessuale e l’orgasmo.

L’ossitocina è presente sia nell’organismo maschile che femminile, tuttavia, secondo un recente studio pare che nei due sessi abbia un’influenza diversa. Stesso ormone, dunque, ma effetti diversi: ecco quanto scoperto dai ricercatori del Dipartimento di Psicologia presso l’Università di Haifa in Israele.

La professoressa Simone Shamay-Tsoory e colleghi ritengono che i risultati siano coerenti e in accordo con precedenti studi sulle differenze sociali tra i sessi. Per esempio, in questi studi si è scoperto che, sotto l’effetto dell’ossitocina, le donne tendono a essere più inclini a partecipare alla comunità e alle attività famigliari, mentre gli uomini sono più inclini a essere competitivi, cercando di migliorare il loro status sociale. Nello studio, pubblicato sulla rivista Social Cognitive and Affective Neuroscience, i ricercatori si sono concentrati sull’effetto dell’ossitocina nelle interazioni sociali in 62 volontari ambosessi di età compresa tra i 20 e i 37 anni.

I partecipanti sono stati suddivisi a caso in due gruppi. Gli appartenenti al primo gruppo hanno ricevuto una dose spray intranasale di ossitocina, mentre gli appartenenti al secondo gruppo un placebo – facendo così da gruppo di controllo. La settimana seguente, i due gruppi si sono poi invertiti al fine di ricevere lo stesso trattamento.

Durante ogni fase di test, ai partecipanti sono stati fatti visionare dei filmati che presentavano diverse situazioni e interazioni sociali. Dopo di che è stato chiesto loro di analizzare quanto visto nei video e rispondere a delle domande incentrate sull’identificazione dei rapporti di parentela, l’intimità e la competizione tra le persone.

L’analisi di quanto osservato prevedeva anche la valutazione della gestualità, del linguaggio del corpo e delle espressioni facciali delle persone riprese nei video.

I risultati hanno mostrato che, innanzi tutto, l’ossitocina ha migliorato la capacità di tutti i partecipanti di interpretare al meglio le interazioni sociali in generale. Tuttavia, quando i ricercatori hanno esaminato le differenze tra i due sessi, dopo il trattamento con l’ossitocina, hanno scoperto che era migliorata la capacità degli uomini di interpretare correttamente i rapporti concorrenziali e la competitività, mentre nelle donne migliorava la capacità di identificare correttamente le relazioni famigliari e di parentela.
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domenica 22 settembre 2013

Yemen : Basta Spose Bambine


Basta !!! 
Spose Bambine !!!

A loro non è concesso giocare, studiare, divertirsi. Bambine di 8, 9, massimo 10 anni. Bambine appunto. Con una differenza rispetto alle altre. Loro non hanno la Barbie o la Winx, e nemmeno Cicciobello. No. Loro devono sposarsi, per forza. Con uomini molto più grandi, di 30-40 anni, che le vogliono per forza.
Desiderano togliere loro l’infanzia. Sono 60 milioni nel mondo le spose bambine. In Pakistan, Bangladesh, India, Africa, in Afghanistan. Ma anche in Brasile e in Cina. In India, secondo la legge, il matrimonio è vietato prima dei 18 anni. Nella realtà, in Stati come il Rajastan e l’Uttar Pradesh, secondo i dati dell’Unicef, la maggior parte si sposa sotto i 10 anni.

Il ministro dei Diritti Umani promette di fare pressione sul parlamento perché fissi l'età minima per il matrimonio a 18 anni. Il 14 per cento delle spose ha meno di 15 anni.
- Troppo piccole per diventare madri e mogli, troppe volte abbandonate dalla giustizia che, in Yemen, corre quasi sempre sui contorni della tribù piuttosto che su quelli dello Stato. Uno Stato che non ha voluto neanche proteggerle con una legge. Oggi però, per le spose bambine, si intravede una speranza: il ministro yemenita per i diritti umani Hurriya Mashhoor si è impegnata a fare pressione sul parlamento di Sana'a perché stabilisca a 18 anni l'età minima per sposarsi. Oggi un'età minima non esiste.

Ci è voluto un decesso perché le autorità prendessero provvedimenti. Rawan, 8 anni, è morta circa due settimane fa in seguito alle lesioni interne causatele dalla sua prima notte di nozze con un uomo di 40 anni. E' accaduto a Haradh, nel distretto nord-occidentale di al-Hajjah, a pochi chilometri dal confine con l'Arabia Saudita. Non è la prima, e non sarà neanche l'ultima. E tutti - dal padre della bambina alle autorità di Haradh - hanno tentato di insabbiare la vicenda, portata a galla dal giornalista free lance Mohammad Radman.

Secondo l'AFP, i leader tribali - che in Yemen hanno ancora un immenso potere decisionale - della zona di Haradh hanno smentito del tutto la vicenda. Stando a quanto riporta Gulf News, Mosleh al-Azzani, direttore del dipartimento di indagini criminali del distretto di Haradh, ha contattato il padre della bambina per un interrogatorio: l'uomo si sarebbe presentato con una bambina che ha dichiarato essere Rawan e al-Azzani dice di poter "mostrare la foto a chiunque". Eppure la pressione mediatica sul caso qualcosa ha prodotto: il governo di Sana'a ha confermato che ci sarebbe un'indagine in corso sulla vicenda. "Il governo - ha dichiarato Rajeh Badi, un assistente del primo ministro Mohammad Salem Basindwa - sta prendendo sul serio la questione. Investigherà a fondo e i responsabili se la vedranno con la giustizia".

E ci è voluta anche un ministro donna, nominata al dicastero che dovrebbe proteggere le donne, per dare una pur sempre debole, ma significativa svolta. "Stiamo chiedendo - ha confermato il ministro Hurriya Mashhoor - di fissare l'età minima per il matrimonio a 18 anni, dal momento che lo Yemen è firmatario di convenzioni internazionali sui diritti dei minori". Tra queste, la ICESCR (International Convent of Economic, Social and Cultural Rights), la ICCPR (International Convent of Civic and Political Rights) e la Convenzione per consentire il matrimonio, l'età minima per il matrimonio e la registrazione del matrimonio.

Il dramma delle spose bambine, molto diffuso in Africa e in Asia - principalmente in India, Nepal, Afganistan ed Etiopia - in Yemen assume proporzioni gigantesche: secondo i dati del governo di Sana'a e delle Nazioni Unite, più della metà delle ragazze si sposa prima dei 18 anni. E il 14 per cento prima dei 15 anni. In alcune aree rurali, le bambine di 8 anni vengono vendute dalla famiglia a uomini quattro, cinque o anche sei volte più vecchi di loro. Per togliersi una bocca in più da sfamare, per riuscire a sopravvivere con i soldi della dote.

Secondo uno studio condotto da Human Rights Watch, molte bambine vengono ritirate dalla scuola non appena raggiungono la pubertà. Oltre a essere private dell'educazione, vengono utilizzate in casa per aiutare nelle faccende domestiche, crescere i loro fratellini più piccoli e in seguito vengono date via al miglior offerente. Alcune ricerche condotte da organizzazioni che difendono i diritti dei bambini, tra cui Save the Children, hanno dimostrato che la mancanza di educazione e di potere nel matrimonio aumentano il rischio di complicanze riproduttive: le bambine, infatti, non sono in grado di controllare né il numero né la distanza tra un figlio e l'altro.

Molte delle spose bambine, inoltre, subiscono violenza di genere, come la violenza domestica e lo stupro. Nel campione di donne intervistate da Human Rights Watch, in tante lamentano abusi sia verbali che fisici, oltre che dai mariti, anche da parte di cognati e suoceri con cui dividono la casa dopo il matrimonio.

Durante le rivolte scoppiate in Yemen nel 2011, che hanno portato alla sostituzione dell'ex presidente-padrone Ali Saleh con Adb Rabbuh Mansour el-Hadi sotto il beneplacito dell'Arabia Saudita, i dimostranti richiedevano a gran voce l'uguaglianza tra uomo e donna e la tutela dei diritti umani in Yemen. Tawakkol Karman, l'attivista yemenita premio Nobel per la pace 2011, ha criticato duramente la politica fallimentare di Sana'a nel vietare il matrimonio delle bambine. "Vi è un vasto spazio - ha dichiarato l'attivista per i diritti delle donne - nel nostro patrimonio legislativo islamico per raggiungere il consenso per l'adozione dei 18 anni come età minima per il matrimonio".

Eppure, è proprio l'eredità islamica a essere addotta come pretesto dai legislatori. L'età minima di 18 anni, fino al 1999, c'era: proprio citando fonti religiose, quell'anno il parlamento yemenita ha abolito l'età minima di 15 anni per contrarre matrimonio. Nel 2007, la maggioranza dei deputati ha approvato un disegno di legge che fissava a 17 l'età minima: un gruppo di legislatori ha però obiettato che ristabilire un limite d'età per il matrimonio sarebbe contrario alla Shari'a (la legge islamica, ndr) e ha bloccato la legge. Poi è arrivata la rivolta, e lo Yemen ha dimenticato ancora una volta le sue spose bambine.

di Giorgia Grifoni per http://nena-news.globalist.it/
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Rawan, 8 anni, muore per le lesioni interne subite durante la sua prima notte di nozze

Era una bambina. Nessuno doveva avere il diritto di farle vivere una “prima notte di nozze” a quell’età. Purtroppo il dramma vissuto da Rawan è il destino che spetta a tantissime bambine che vivono nei Paesi in via di sviluppo

Rawan, una bambina di soli 8 anni, è morta per le gravi lesioni interne riportate durante la sua prima notte di nozze. La notizia che si sta rapidamente diffondendo in queste ore, è stata battuta per prima dalla stampa inglese. La piccola viveva nella zona tribale di Hardh, al confine con l’Arabia Saudita, nello Yemen: i genitori l’hanno data in moglie ad un uomo di 40 anni. Queste storie ci fanno comprendere che il dramma delle spose bambine è ancora una realtà fortemente presente in alcune parti del mondo. Ci sono ancora troppe bambine costrette a rinunciare alla loro spensieratezza, al gioco, all’infanzia. Alcuni attivisti locali che combattono questo fenomeno si stanno mobilitando per far arrestare il marito e i genitori della bambina.

Secondo quanto si apprende dal sito dell’UNICEF, “nei Paesi in via di sviluppo (Cina esclusa) circa 70 milioni di ragazze – una su tre fra coloro che oggi hanno un’età compresa tra 20 e 24 anni – si sono sposate in età minorile. I tassi più elevati di diffusione dei matrimoni precoci si registrano nell’Asia meridionale (46%) e nell’Africa subsahariana. Le gravidanze precoci provocano ogni anno 70.000 morti fra le ragazze di età compresa tra 15 e 19 anni, e costituiscono una quota rilevante della mortalità materna complessiva. […]Le “spose bambine” sono innanzitutto ragazze alle quali sono negati diritti umani fondamentali: sono più soggette, rispetto alle spose maggiorenni, a violenze, abusi e sfruttamento. Inoltre, esse vengono precocemente sottratte all’ambiente protettivo della famiglia di origine e alla rete di amicizie con i coetanei e con gli altri membri della comunità, con conseguenze pesanti sulla sfera affettiva, sociale e culturale.[…]I matrimoni precoci contravvengono ai principi della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, che sancisce il diritto, per ogni essere umano sotto i 18 anni, ad esprimere liberamente la propria opinione (art. 12) e il diritto a essere protetti da violenze e sfruttamento (art. 19), e alle disposizioni di altri importanti strumenti del diritto internazionale. […] Occorre essere consapevoli che le radici di questo fenomeno risiedono in norme culturali e sociali legate sia a pregiudizi di genere che a strategie sociali proprie delle economie di sussistenza, in primo luogo l’esigenza di “liberarsi” prima possibile del peso rappresentato dalle figlie femmine, ritenute meno produttive per l’economia familiare”.

Proteggere i bambini e il loro diritto ad un’infanzia felice dovrebbe essere il principale compito di ogni adulto. Perché i bambini di oggi saranno gli adulti di domani, è in loro che risiede la speranza per un futuro migliore. Una bambina costretta a sposarsi, a staccarsi dalla sua famiglia e a rispettare tutti gli obblighi coniugali che il matrimonio comporta, che tipo di adulto diventerà? E i bambini nati da una relazione del genere? Altre bambine costrette a sposarsi in un’età in cui il matrimonio dovrebbe essere solo un gioco da inscenare con le amiche. Altri maschi (futuri uomini) convinti del diritto di poter toccare una bambina come si tocca una moglie, una donna, una compagna e non come si tocca una fanciulla.

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venerdì 20 settembre 2013

Bertolucci : Ultimo tango a Parigi VIDEO



Bertolucci parla della scena in in cui Marlon Brando approfitta di Maria Schneider, sodomizzandola. La scena forse più famosa di "Ultimo tango a Parigi".

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Candidamente, Bertolucci ammette di aver concordato quella scena con Brando e di aver deciso "di non dire niente a Maria per avere una reazione più realistica, non di attrice ma di giovane donna". Che ovviamente, come dice lui stesso, "piange, urla, si sente ferita. E in qualche modo è stata ferita perché non le avevo detto che ci sarebbe stata la scena di sodomia e questa ferita è stata utile al film. Non credo che avrebbe reagito allo stesso modo se l’avesse saputo".

20 anni, quella ragazza aveva 20 anni. E si ricorderà quell'esperienza per tutta la vita, segnata da droghe e psicoterapie. L'hanno violentata, si sono fatti una fama e sono diventati ingiustamente dei miti.

Perché, come dice lui, è "anche così che si fanno i film".

QUI SOTTO IL FILM COMPLETO
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giovedì 12 settembre 2013

Falloplastica : aumentano le richieste



Chirurgia estetica per piacere a letto: aumentano le richieste di falloplastica

– Gli italiani sono insoddisfatti del proprio pene: sono sempre di più quelli che si rivolgono al chirurgo estetico per farlo allungare o ingrandire. Le operazioni di falloplastica sono aumentate nel 2011 rispettivamente del 10% e del 30%. In tutto sono tremila i giovani italiani che si sono fatti la plastica.
”Il trend è in aumento e negli ultimi due anni le domande di intervento sono aumentate del 10 % ogni anno” spiega Alessandro Littara, chirurgo ed andrologo. ”Hanno in media 34 anni di età e, curiosamente, si tratta di uomini già sposati o in coppia stabile che lo fanno anche se le partner non approvano la metodica” sottolinea lo specialista.
Vanno per la maggiore iniezioni riempitive col proprio grasso corporeo, protesi e, molto gettonato, il laser a diodi che, tagliando il legamento sospensore che poi viene ricostruito, regala dai 2 ai 4 centimetri in piu’ alle misure intime di lui. Gli specialisti riuniti a Roma invitano alla prudenza, sono pochi i medici esperti mentre il web pullula di soluzioni improvvisate: ”Aumentando la richiesta di interventi sta aumentando anche dell’offerta di rimedi, ma purtroppo molti chirurghi si sono lanciati in questo tipo di operazioni, in internet se ne trovano a centinaia, con pessimi risultati, costringendo spesso a reinterventi,” sottolinea Emanuele Bartoletti, chirurgo plastico e presidente del congresso romano. ”In Italia sono pochi i medici esperti e formati su queste tecniche operatorie. Da vari anni ai congressi si e’ parlato di ringiovanimento dei genitali femminili, ora tocca agli uomini, sopratutto giovani che vivono un disagio psicologico evidente dovuto alle dimensioni”.



non serve un pene tanto grande per soddisfare una donna
leggi tutto qui : http://cipiri8.blogspot.it/2011/03/non-serve-un-pene-tanto-grande-per.html

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NON SERVE UN PENE GRANDE PER SODDISFARE UNA DONNA



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PARTO SPONTANEO O PARTO CESAREO


Forse non tutti sanno che in Italia viene realizzato il numero più alto di cesarei; rispetto agli altri Paesi d’Europa, infatti, la percentuale di tagli cesarei è notevolmente aumentato negli ultimi trent’anni.
A volte questa è una scelta che viene consigliata dai medici per difficoltà concrete a realizzare il parto spontaneo, mentre altre volte esso viene realizzato su richiesta della madre. In quest'ultimo caso, spesso,
è la paura del dolore a far prediligere l'operazione chirurgica.
Purtroppo, però, molte volte non viene dato il giusto peso a quelli che sono i risvolti psicologici che il taglio cesareo porta con sé.

Il parto rappresenta un momento molto importante sia per la mamma che per il bambino, in quanto sancisce a livello simbolico la rottura di quel legame fusionale che li caratterizza durante tutto il periodo gestazionale. Con la nascita, infatti, la mamma inizia a concepire il bambino non come parte di sé, ma come individuo autonomo, sia dal punto di vista fisico che psicologico.

Da ciò si comprende quale funzione rivesta il parto naturale, come momento fondamentale, sia per la mamma che per il bambino. Con il taglio cesareo, dunque, ne vengono modificati alcuni aspetti, che è molto importante prendere in considerazione.

ASPETTI PSICOLOGICI DEL PARTO SPONTANEO E DEL PARTO CESAREO

Il primo elemento da evidenziare è che il taglio cesareo è un intervento chirurgico, che inevitabilmente porta ad assimilare il parto ad una malattia, incorrendo nella patologizzazione del parto. Con il taglio cesareo la donna assume un ruolo passivo, che spesso porta ad un sentimento di inadeguatezza, che può durare nel tempo e caratterizzare anche successivamente il rapporto madre-figlio. Molte donne, infatti, si sentono “mamme a metà”, perché non hanno potuto partecipare attivamente al momento della nascita. Il sentimento di emarginazione è incrementato anche dall’atteggiamento che alcuni operatori mostrano nei confronti delle donne che devono realizzare questo tipo di parto: molte madri, infatti, lamentano un comportamento più o meno esplicito di esclusione da parte del personale medico o dalle altre neo-mamme. Il sentimento di inadeguatezza sembra aumentare nel caso di mamme che hanno già provato l’esperienza del parto con altri figli.

Il parto naturale permette l’immediata interazione tra mamma e bambino, mentre nella fase post operatoria del taglio cesareo la mamma accusa dolori e spesso non può muoversi agevolmente: ciò può limitare i primi scambi, con grande senso di frustrazione per entrambi. Spesso anche il latte ci mette maggior tempo ad arrivare, e anche questo può causare disagio nella donna.

Non solo per la mamma cambia la scelta di un tipo di parto rispetto ad un altro: anche per il neonato vi è molta differenza. Il parto spontaneo rappresenta un passaggio graduale per il bambino, che passa da un luogo caldo ed ovattato, ad un luogo completamente diverso, caratterizzato da rumori forti e luci accecanti. Il parto cesareo, invece, provoca un cambiamento brusco: dal grembo materno al mondo esterno senza l’accompagnamento delle spinte materne, che rappresentano l’ultimo contatto fusionale tra la genitrice e il piccolo. Anche se il parto spontaneo risulta doloroso non solo per la madre, ma anche per il bambino, questo dolore risulta molto importante per comprendere le trasformazioni che stanno avvenendo.

In conclusione, è molto importante ricordare che qualsiasi forma di parto si scelga o si è costretti a scegliere, deve essere ponderata e valutata bene, per le conseguenze fisiche e psicologiche che esso porta con sé. Preme evidenziare, comunque, che ogni madre deve prendere questa decisione in maniera libera e consapevole, riflettendo a lungo sui pro e sui contro, scegliendo la forma di parto maggiormente adeguata alla sua situazione.

Annabell Sarpato




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IMAGO 

Termine introdotto da C.G. Jung (1875-1961), con riferimento a un’Imago ‘materna’, ‘paterna’, ‘fraterna’ e divenuto di uso comune in psicanalisi. Caratterizzata come ‘rappresentazione o immagine inconscia’, l’Imago è piuttosto uno schema immaginario, un prototipo inconscio che orienta in maniera specifica il modo in cui il soggetto percepisce l’altro, ne orienta cioè le proiezioni. Formatasi sulla base delle prime relazioni del bambino con l’ambiente familiare, l’Imago non va peraltro considerata come correlato di figure reali, ma presenta carattere fantasmatico; così a un’Imago genitoriale minacciosa e terribile possono corrispondere genitori reali estremamente miti...leggi tutto -

 Pagina delle IMAGO 

 http://mundimago.org/imago.html





Le 12 costellazioni dello Zodiaco, che si trovano lungo l'eclittica, 
e vengono quindi percorse dal Sole nel suo moto apparente sulla volta celeste durante l'anno ...QUI - http://www.mundimago.org/costellazioni.html



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martedì 10 settembre 2013

Sette trucchi per fare buon sesso


Sette trucchi “scientifici” per fare buon sesso

– Il sito argentino “Entremujeres” pubblica un articolo in cui una serie di medici spiegano cosa fare per preparare il fisico al “buon sesso”.

ESERCIZIO FISICO

“Praticare regolarmente esercizio fisico serve ad aumentare il livello di eccitazione negli uomini e nelle donne. L’esercizio contribuisce infatti a migliorare il flusso di sangue al clitoride migliorando in tal modo la funzione sessuale”. A spiegarlo è Omer Faruk Karatas, ricercatore universitario turco. La conferma arriva dopo aver analizzando circa 50 donne sessualmente attive tra i 20 e i 45 anni.

VESTIRSI DI ROSSO

Uno studio pubblicato sul Journal of Personality and Social Psychology suggerisce che gli uomini sono sessualmente attratti da donne che indossano abiti rossi. A quanto pare, questo colore affascina gli uomini facendoli diventare più attenti e generosi con le loro partner. E la cosa più interessante è che gli uomini non sono consapevoli del ruolo svolto dal rosso in questa attrazione.

UTILIZZARE SEX TOYS

I “giocattoli del sesso” non sono una novità. Ora però, anche i medici consigliano il loro utilizzo per migliorare la salute sessuale. “Dopo la menopausa, il vibratore è usato per prevenire la secchezza e migliorare l’elasticità dei tessuti vaginali. Inoltre, per le donne adulte, masturbarsi è un allenamento utile a migliorare la loro risposta orgasmica”. Lo spiega Sandra Magirena, ginecologa e sessuologa argentina.

MANGIARE VEGETARIANO

Il consumo di soia, tofu e altri alimenti vegetali può far aumentare l’attività sessuale. Lo suggerisce uno studio condotto da alcuni scienziati britannici.

LAVARSI I DENTI

Uno studio pubblicato sul Journal of Sexual Medicine ha scoperto che gli uomini con infiammazione delle gengive hanno molte più probabilità di avere problemi di erezione. Pertanto, il rischio di avere denti puliti potrebbe aiutare gli uomini a presentarsi bene alla partner, sia appunto a coloro che soffrono di disfunzione erettile.

STIMOLARE IL CLITORIDE

Alcune donne credono di avere una disfunzione sessuale. Ciò viene provocato dal fatto che queste donne hanno orgasmi che avvengono da sole e non quando sono in coppia: “Ci è stato insegnato che per soddisfare una donna, la cosa principale è la penetrazione. Molte donne acquistano questa bugia macho e passano del tempo in attesa del principe che risveglia la loro anorgasmia”, ha spiegato Adrian Helien, psichiatra e sessuologo di Durand in Argentina.“E’ un fatto scientifico: il 70% delle donne hanno bisogno stimolazione della zona clitoridea per raggiungere l’orgasmo,” conclude Helien.

RILASSARSI E GODERSI LA SERATA

“La sessualità umana è così complessa che molte situazioni possono essere influenzate e trasformate”. A spiegarlo è il dottore argentino Nestor Daffinoti che aggiunge: “Il bombardamento di contenuti espliciti (TV, internet, riviste, ecc.) può inoltre generare un livello di esigenze che possono incidere negativamente nell’erezione, nell’eccitazione, nell’eiaculazione precoce e nella perdita del desiderio sessuale. Il mio consiglio? Consultate un medico alla prima apparizione di qualsiasi difficoltà nel sesso”.

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