Il ruolo dell'amante
Lui lei e l’altra, l’amante: una figura scomoda, che difficilmente suscita simpatia, ma che spesso però capita e si trova coinvolta con un uomo sposato o impegnato. Magari per incoscienza o forse perché inizialmente si è state ingannate e poi si è rimaste coinvolte più del previsto. Senza falsi moralismi e giudizi, vogliamo provare a vedere una storia d’amore vista da questa parte.
Penelope e Calipso
Per comprendere la figura dell’amante si parte dalla ninfa Calipso; nell’Odissea si racconta dell’amore di Calipso per Ulisse e delle sue promesse di immortalità purchè non la lasciasse. Quando però Zeus costrinse Calipso a rinunciare al suo amore e Ulisse tornò da Penelope, la ninfa Calipso va incontro a una tragica fine. Nella mitologia Penelope viene venerata, mentre Calipso, che rinuncia all’amore, viene condannata. Ed è proprio la sensazione che prova chi per anni ha investito sentimenti, passioni e rinunce per rapporti clandestini di questo tipo, e spesso viene etichettata la rovina famiglie. E come capita nell’Odissea, anche nella vita spesso chi ci soffre alla fine è l’amante, perché quasi sempre viene lasciata o è costretta a lasciare.
Ladra di uomini o vittima?
Iniziare una relazione e con un uomo già impegnato mette in una situazione controversa: l’amante è colei che ruba ad un'altra donna l’amore e le attenzioni di un uomo, ed è derubata da questo del proprio amore perché si creano false aspettative. Tuttavia l’amante è sempre vista dalla società come colei che ruba un uomo; eppure difficilmente la donna lo fa per trasgredire, ma spesso ci mette cuore e affettività.
Per caso o per abitudine
È importante anche distinguere tra chi si scopre amante per caso e chi, invece, ha una specie di coazione a ripetere, ed inconsciamente o consciamente cerca sempre uomini impegnati. In questo caso è bene interrogarsi sul perché si entra sempre in questo ruolo. Per esempio ci sono donne che amano molto la loro libertà e non vogliono rinunciarvi, e le storie con uomini impegnati sono per loro la situazione migliore. Prendono il meglio dalle storie, senza il peso della vita domestica.
Chi sono questi uomini?
Molto spesso le speranze dell’amante vengono alimentate da promesse e corroborate da continue lamentele dell’uomo sulla legittima consorte. Le classiche frasi come “mia moglie è fredda”, “con lei sono infelice”, “stiamo insieme per i figli”. E così l’amante si accontenta temporaneamente sperando e attendendo un futuro migliore, alimentato dalle promesse che prima o poi la situazione cambierà. Spesso quello che non si comprende però, è che il ruolo dell’amante non è di terzo incomodo, ma di terzo comodo, perché in un certo senso salva la coppia dando a lui ciò che gli manca, completando perfettamente il suo rapporto di coppia. Purtroppo, banalmente, gli uomini fanno difficilmente scelte coraggiose, e sono incapaci di separarsi sia dalla moglie che dall’amante.
Cosa fare?
Ad un certo punto della relazione e dopo avere rivestito il ruolo dell’amante, occorre porsi alcune domande. Quando si capisce che la situazione non cambierà o si continua questo rapporto in un angolo accontentandosi delle briciole, o si prende atto della realtà. Ovviamente il metro di giudizio è il malessere personale e non la morale sociale. Chi soffre e spreca anni dietro a un uomo impossibile forse deve volersi più bene e mettere se stessa in primo piano, anche allontanando l’amato. Tuttavia non sempre si ha questa lucidità e molte donne preferiscono pazientare, diventando da donne Calipso, a donne Penelope.
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