Viaggio tra le speranze e le paure delle future mamme in un mondo che cambia. Grazie alle nuove tecniche, come l'introduzione dell'ecografia intrapartum, i rischi di complicazioni sono sempre più ridotti
- "Andrà tutto bene?", "sopporterò il dolore?", "sarà sano?". Caduta l’incognita 'sesso' del nascituro e presenza di alcune possibili patologie genetiche (grazie a indagini diagnostiche sempre più sofisticate), il parto resta comunque un momento carico di ansie per le future mamme. Con i dolori si affacciano antiche paure, oggi mitigate dall’introduzione di moderne tecnologie come l’ecografia intrapartum, che permette di visualizzare correttamente, tramite l’utilizzo degli ultrasuoni, l’esatta presentazione del feto e la sua discesa lungo il canale del parto.
"Una specie di ‘terza mano’, come la definiamo noi medici", sorride Francesco Branconi, professore associato di ginecologia e ostetricia dell’università di Firenze e responsabile dell’area ostetrica dell’azienda ospedaliero-universitaria di Careggi.
Una rivoluzione in sala parto? "Non saprei, certamente uno strumento importante, a Careggi utilizzato da medici e ostetriche, che permette di monitorare la progressione del travaglio e riconoscere la posizione del bambino: quello che i vecchi medici, un tempo, facevano con le mani, appunto", interviene il direttore del dipartimento materno-infantile di Careggi e ordinario di ginecologia e ostetricia dell’ateneo fiorentino, Gianfranco Scarselli.
Capace di ridurre il ricorso al taglio cesareo? "Per questo credo che, prima di tutto, bisognerebbe intervenire sulla preparazione dei giovani ostetrici: andando a vedere le statistiche si può notare infatti come punti nascita del tutto omogenei per popolazione e caratteristiche della gravidanza abbiano tassi di tagli cesarei totalmente differenti e questo è sicuramente legato alla presenza di problemi comportamentali dei professionisti oppure a problemi organizzativi delle strutture" spiega Corrado Melega, già direttore del dipartimento materno infantile dell’Azienda Usl di Bologna, noto al pubblico di Fox-Life per aver partecipato alla seconda edizione della docusoap di successo Reparto Maternità Bologna.
"Si può affermare che un ecografo in sala parto è sicuramente utile" riprende il professor Melega, indicando
quelle che, in quarant’anni di esperienza, ha imparato a identificare come le maggiori ansie dei futuri genitori. "Riguardano certamente la possibilità di avere un figlio con problemi fisici o psichici - confida. In questo concorre il fatto che si fanno bambini sempre più tardi (l’età media del primo figlio per le italiane è di quasi trentadue anni), e ci si ferma, il più delle volte, a uno. In Emilia Romagna il tasso di natalità è di 9,7 nati per ogni mille abitanti, più alto della media nazionale. Forse i successi terapeutici hanno contribuito a creare equivoci facendo credere, magari inconsciamente, che è possibile individuare tutti i problemi con esami strumentali e clinici; cosicché non viene più ammesso l’errore. Il figlio è unico e tutto deve andare bene". Eppure, c’è chi sceglie di partorire in casa.
"In Paesi come la Gran Bretagna, non in Italia - risponde il professor Scarselli; ma anche nel nostro Paese la tendenza delle coppie è quella di scegliere il parto naturale. A Careggi è ormai entrato a pieno regime il centro nascita della Margherita: lì le puerpere sono seguite da sole ostetriche in una delle cinque colorate stanze travaglio-parto disponibili, e i neogenitori possono restare a dormire insieme al loro piccolo fino al ritorno a casa".
Già, perché i genitori sono due e il ruolo dei padri negli ultimi anni è molto cambiato, ancor prima che la creatura venga al mondo: "Otto papà su 10 chiedono di entrare in sala parto svela Francesco Branconi: alcuni in modo attivo (grazie ai corsi preparatori), altri per sostenere la compagna o per fare foto e filmini".
Caduto ogni tabù, il momento della nascita viene condiviso, spettacolarizzato, approdando addirittura in tv, e con enorme successo. "L’esperienza fatta con Fox-Life è stata divertente - ricorda Corrado Melega. Nulla era costruito, se non i necessari accorgimenti per le riprese. Credo che la spettacolarizzazione faccia ormai parte della nostra vita, nel bene e nel male".
Una vita che cambia, come cambiano usi e costumi, anche alla luce dei flussi migratori che vedono anche i medici alle prese con realtà e abitudini diverse. Anche in sala parto. "Oggi c’è molta libertà, tutte le donne partoriscono nel modo e nella posizione che vogliono - conclude da Firenze Francesco Branconi. A Prato il 50% delle mamme sono cinesi, i colleghi e le ostetriche sono preparati. Curiosità? Le puerpere con gli occhi a mandorla portano tutto da casa, dal cibo alle erbe ai granuli che assumono durante il travaglio, in genere molto breve. A giudicare dai risultati, funzionano: la loro tolleranza al dolore è altissima e, nonostante siano minute, mettono al mondo bambini molto grossi. Spesso sopra i 4 chili".
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di Letizia Cini
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