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mercoledì 26 maggio 2010

Cosa c'è di bello nella coppia





. "E cosa c'è di bello nella coppia scusa?"
"La complicità, il senso di appartenenza. A me, per esempio, piace conoscere una persona a memoria"
"Come ti piace conoscere una persona a memoria? E la routine? La monotonia? Che cos'hanno de bello?"
"No, non parlo di routine o monotonia, ma di sapere a memoria una persona. Non so come spiegartelo, è come quando studi le poesie a scuola, in quel senso intendo a memoria"
"Questa non l'ho capita"
"Ma si dai, come una poesia. Sai come si dice in inglese studiare a memoria? By heart, col cuore. Anche in francese si dice par coeur... ecco, in questo senso intendo. Conoscere una persona a memoria, significa, come quando ripeti una poesia, prendere anche un po' di quel ritmo che le appartiene. Una poesia, come una persona, ha dei tempi suoi. Per cui conoscere una persona a memoria significa sincronizzare i battiti del proprio cuore con i suoi, farsi penetrare dal suo ritmo. Ecco, questo mi piace. Mi piace stare con una persona intimamente perché vuol dire correre il rischio di diventare leggermente diversi da se stessi. Alterarsi un po'. Perché non è essere se stessi che mi affascina in un rapporto a due, ma avere il coraggio di essere anche altro da sé. Che poi è quel te stesso che non conoscerai mai. A me piace amare una persona e conoscerla a memoria come una poesia, perché come una poesia non la si può comprendere mai fino in fondo. Infatti ho capito che amando non conoscerai altro che te stesso.
(Fabio Volo)



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Assertività nei rapporti



Assertività

Vi ripetete spesso che siete troppo buoni e alla fine tutti se ne approfittano di voi? Siete sempre pronti a mettervi in secondo piano pur di rendere felici gli altri? Ma nonostante ciò se siete voi ad avere bisogno sono tutti pronti a darsela a gambe levate? Ecco forse state sbagliando atteggiamento perché la bontà non deve mettere i vostri desideri sempre dietro l’angolo; ciò non significa che dovete diventare egoisti, ma un modo c’è: imparare ad essere assertivi!



Cosa significa essere assertivi?
L'assertività è la capacità di esprimere i propri sentimenti in maniera adeguata, sapersi comportare nelle varie situazioni e poter difendere i propri diritti e bisogni. Chi si comporta in questo modo aumenta l’autostima sviluppando una giusta dose di sicurezza di sé. Essere assertivi significa inoltre essere in grado di esprimere le proprie opinioni anche quando si è in disaccordo con gli altri e chiedere agli altri di cambiare i loro atteggiamenti quando vengono percepiti come fuori luogo o offensivi.  Essere assertivi porta a gestire e costruire positivamente i rapporti interpersonali, a differenza della bontà fine a se stessa che rischia di essere poi mal utilizzata a svantaggio di chi è buono.

Impara a valutare il tuo modo di essere
  1. Avete la sensazione di essere troppo aggressivi oppure al contrario troppo passivi nei rapporti con gli altri?
  2. Hai l’impressione che gli altri si approfittino di te?
  3. Spesso sei aggressivo e prepotente con le persone che ti circondano?
Ti sei identificato in una di queste domande? Forse è giunta l’ora di imparare ad essere assertivo!



A lezione di assertività
  • Impara ad esprimere le tue posizioni, i tuoi bisogni e desideri, anche se sono diversi da quelli altrui; è molto meglio ogni tanto dire “ho voglia di mangiare la carne questa sera”, piuttosto che dire sempre “ a me va bene tutto, scegliete voi il ristorante”.
  • Impara a parlare anche un pò di te e non metterti solo in disparte ad ascoltare gli altri; se quello che pensi è opportuno e sensato, esprimilo! Gli altri impareranno a conoscerti e ad apprezzarti.
  • Accetta i complimenti e non sminuire ogni volta ciò che ti viene detto!
  • Quando qualcuno dice qualcosa e tu non sei d’accordo, impara ad esprimere in maniera educata la tua opinione; non startene zitto pensando che in questo modo si vive meglio: scambiare opinioni è fonte di crescita.
  • Se non capisci qualcosa impara a chiedere “perché”!
  • Difendi i tuoi diritti e impara anche a dire “no”; se sei infastidito per qualcosa dillo con garbo, ma fallo notare.
  • Non giustificarti se hai espresso un’idea diversa dagli altri, è la tua e quindi rispettabile quanto le altre.


I benefici dell’assertività
Imparare ad essere assertivi migliora la vita delle persone, si è più soddisfatti di se stessi e soprattutto previene gli scatti di rabbia improvvisi, tipici di coloro che appaiono sempre buoni, ma che a lungo andare, trattenendo troppo le proprie posizioni, scoppiano in scenate senza senso. L’assertività serve non solo nei rapporti tra amici e parenti, ma anche sul lavoro per non rischiare di farsi mettere i piedi in testa.

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Razzismo nelle scuole italiane



Razzismo nelle scuole italiane

Razzismo e giovani: qual è la realtà nelle scuole italiane?



La scuola spesso è al centro di reportage, interviste e servizi al telegiornale, i quali riportano eventi e fatti non troppo edificanti: casi di bullismo, aggressioni varie, razzismo, uso di armi quali ad esempio coltelli, spaccio di droga.
I genitori, compresi quelli di bambini ancora piccoli ma che presto avranno a che fare con questo mondo, guardano allibiti immagini e racconti, ponendosi domande, avendo mille dubbi e perplessità, manifestando ansie e paure.

La scuola di oggi è cambiata, offre spesso scenari preoccupanti che ai genitori più sensibili sembrano non lasciare raggi di azione.

Che cosa sta accadendo nelle scuole?
Perché alcuni ragazzini di poco più di tredici anni tentano il suicidio, a causa di ripetuti insulti, risse, solo perché di altra nazione?
Sono numerosissimi gli stranieri che in età scolare entrano nelle scuole italiane, spesso con diverse difficoltà soprattutto legate alla lingua poco conosciuta o peggio mai parlata. Si tratta di difficoltà tangibili, non solo legate alla semplice comprensione ma anche all’avvicinamento di culture spesso molto diverse, che si dovrebbero avvicinare, ma che in realtà purtroppo si allontanano dietro barriere razziali neanche troppo velate!

Allo stato attuale in Italia non esiste un vero e proprio piano nazionale per fronteggiare tutti i problemi legati all’immigrazione, in maniera strutturata e sistematica.
In alcuni scuole di periferia il problema legato all’inserimento di ragazzi stranieri si fa più forte, ad esempio nei quartieri come Quarto Oggiaro a Milano, dove come in altre scuole periferiche, le difficoltà evidenziate sono moltissime. Casi di risse quotidiane, insulti, sberle, baruffe tra gruppi etnici diversi, il tutto dal primo anno di medie!
Dalle interviste fatte dai giornalisti alla tv, in queste scuole emerge difficoltà ad accettare i marocchini, i cinesi perché “puzzano”, i rumeni perché sono “sporchi” i  rom perché “rubano”.



I docenti attuano diverse strategie, come ad esempio non lasciare fissi i posti di banco in classe, ma far “girare” i ragazzi, in questo modo si facilita la conoscenza del nuovo vicino di banco e si superano meglio gli ostacoli.
Certamente a questi ragazzi stranieri non fa bene il peso di sentirsi “diversi” o ancor peggio ghettizzati.
Il razzismo può essere presente in tante maniere, spesso magari subdole. Gli stessi professori ne sono consapevoli, ma non tutti se la sentono di combatterlo, di investire delle energie, oltre le tante già spese nelle ore scolastiche.

Il razzismo è  un fenomeno legato all’aumento di ragazzi stranieri
che in questi ultimi dieci anni hanno avuto accesso alla scuola italiana. Oggi, rispetto a 10 anni fa, uno studente su 14 è straniero, i ragazzi stranieri nelle scuole sono più di 700.000, contro i 120.000 di 10 anni fa.



I ragazzi sentono il razzismo e lo vivono male e per alcuni diventa un vero e proprio ostacolo per la carriera scolastica, per la propria autostima, e il danno può diventare irreparabile se il problema non viene fronteggiato in maniera adeguata.
Quindi cari genitori, cerchiamo anche noi di aprire gli occhi, ascoltare di più i nostri ragazzi e fare il possibile per superare delle barrire che diversamente potrebbero diventare invalicabili e gettare benzina su fuochi già fin troppo accesi!


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NO AL Bullismo



La parola “bullismo” è entrata prepotentemente nelle nostre case e, per alcuni, anche nelle nostre vite, da non molto tempo.


Tutti i mass media ne parlano, riportano numerose e quasi quotidiane casistiche preoccupanti, poiché i soggetti all’interno di queste storie di bullismo sono i giovanissimi, quei bambini e ragazzini che vediamo ogni mattina uscire di casa con lo zaino in spalla, dirigersi da soli o a gruppetti, accompagnati magari da nonni e genitori verso la scuola.


Da quanto tempo si studia e si osserva questo fenomeno?

La Scandinavia, negli anni Settanta, fu il primo paese a occuparsi di questo fenomeno, attraverso diversi studi e pubblicazioni. A seguire poi la Gran Bretagna e l’Australia.
In Italia l’interesse per questa problematica iniziò a emerge verso gli anni Novanta.
Ancora oggi in Scandinavia è però utilizzato il termine mobbing in associazione a comportamenti aggressivi e violenti, tenuti da bambini o adolescenti, contro i loro coetanei.
Dal punto di vista sia sociologico che giuridico il bullismo ha ancora bisogno di molti passi in avanti concreti, il semplice fatto di denunciare i vari fenomeni farà evolvere verso la strada di un sempre più chiaro riconoscimento legislativo, con tutte le conseguenze che ne deriveranno.
Per essere definito tale quali caratteristiche deve presentare?
Le peculiarità che fanno di un comportamento qualunque un comportamento da “bullo” sono le seguenti:
  • Intenzionalità
  • Persistenza nel tempo
  • Relazione assimetrica
Chi fa il bullo, lo fa in modo intenzionale, con “voglia di aggredire l’altro fisicamente o verbalmente”, e ripete tale atteggiamento in modo continuativo.
Inoltre, il bullo è sempre in posizione dominante rispetto alla vittima, che subisce passivamente: ecco l’asimmetria.

Esistono tanti tipi di bullismo.
Bullismo fisico: calci, spintoni, botte, molestie sessuali, pizzicotti, tirate di capelli ecc.
Segue poi il bullismo verbale: derisione, offese, minacce, cose cattive, ingiurie ecc.
E poi ancora il bullismo psicologico: in questo caso la vittima prescelta è ignorata, messa in un angolo, soggetta a voci false e calunniose sul proprio conto.
Solitamente influisce il sesso dei soggetti coinvolti: il bullismo fisico avviene normalmente più ad opera dei ragazzi o di gruppi comunque maschili, mentre quello n verbale o psicologico più ad opera di ragazze.
L’età in cui si può osservare questo fenomeno va dai 7 agli 8 anni, per poi ripresentarsi tra i 14 e i 18 anni.
Stiamo quindi parlando delle elementari e delle medie!
Il bullismo non è una specie di lotta contro la società, o il potere di qualcuno o qualcosa, o contro l’autorità genitoriale o dei docenti, bensì avviene contro un membro del proprio gruppo, all’interno della classe, la quale purtroppo assume un atteggiamento spesso passivo, quasi consensuale, pur essendo consapevole delle ingiustizie, non interviene a favore della vittima e dunque neanche contro il bullo o i bulli.
Dove si può osservare?
A scuola, negli ambienti extrascolastici, nelle palestre, nei campetti di calcio, nei parchi e giardini ecc.

Quali possono essere le cause? La famiglia, intesa come possibile portatrice di modelli non corretti, gli stereotipi offerti con tanta facilità dai mass-media, le relazioni sociali che non si basano sull’aiuto, sulla consapevolezza dell’altro, sulla comprensione, ma al contrario sulla “legge del più forte e del più prepotente”, come modello di successo nella vita quotidiana.
A volte le famiglie si accorgono di un disagio dei propri figli troppo tardi, quando ormai le angherie e le ingiustizie sono state già subite, causando probabili e potenziali danni a livello emotivo.
Ecco dunque la fondamentale importanza di saper ascoltare i propri figli, di porre loro delle domande sulla loro vita, le loro emozioni, i loro eventuali disagi e difficoltà, fare i genitori e non gli amici.
Un padre e una madre, non devono essere amici dei propri figli, ma essere appunto “un padre” e una “madre”, che sanno dare regole, divieti, ma anche e soprattutto sostegno, aiuto e amore.
Il bullismo non è un fenomeno che “deve far parte della crescita”, questo è proprio da evidenziare. La crescita di un adolescente dev’essere sana, responsabile e il più possibile serena.
Il bullismo non si deve sottovalutare come se fosse una bravata qualunque. Al contempo non sono da confondere come fenomeni di bullismo scene come due gruppi di ragazzi che bisticciamo e magari vola un calcio, in questo caso la lotta è simmetrica, tra pari e tra due gruppi.
Il bullismo è una forma di comportamento aggressivo che va assolutamente prevenuta, a questo riguardo sono fondamentali i ruoli attivi e attenti di genitori, insegnanti e personale scolastico ed educativo in generale.


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mercoledì 19 maggio 2010

Uomini escort ...



Uomini escort

In Francia spopolano, in America sono una realtà, e in Italia? Si sta diffondendo il fenomeno, anche se non ha ancora fortunatamente attecchito. Di cosa stiamo parlando? Dei siti internet che consentono di “noleggiare” un uomo per una notte: si accede, si sceglie lo si mette nel carrello virtuale e lo si porta a casa. Ma cosa si nasconde dietro a questo fenomeno?


Chiamiamolo chaperon, uomo in affitto, escort al maschile o gigolò, tanto il concetto è sempre lo stesso: un uomo, accompagnatore, di bella presenza da sfoggiare ad una festa, ad una cena o perché no semplicemente da usare per scopi sessuali.
Ad usufruire di questo servizio sono soprattutto le donne over 40 con poco tempo a disposizione che con un pò di soldi si assicurano un uomo di bell’aspetto, premuroso, affidabile che al bisogno sa anche sostenere conversazioni brillanti. Sono donne che, oltre ad aver poco tempo da dedicare alla vita privata, vogliono avere anche un controllo sulla sfera sentimentale. E questa tipologia di maschio consente di avere il meglio, senza complicazioni.



Chi sono questi uomini?

Oggi la prostituzione maschile eterosessuale non è più un segreto e negli ultimi anni si è molto sviluppata. In nome delle pari opportunità anche nel sesso a pagamento, o semplicemente desiderose di comprarsi ciò che non hanno ancora trovato, le signore sanno cosa vogliono e dove cercarlo.

La svolta è arrivata con Internet, pieno di siti di agenzie specializzate e di singoli “accompagnatori”, che permette alla donne di soddisfare le proprie esigenze senza rischi per la privacy.
Secondo una ricerca una donna su quattro ha pensato almeno una volta di pagare un uomo oggetto, mentre ben una su cinque ha concretizzato questo capriccio.


Sarebbero 300mila le potenziali clienti che navigano ogni giorno nei siti di gigolò e 8mila gli affari quotidiani andati a buon fine. Basta cliccare su uno di questi siti per avere una panoramica di questi accompagnatori di alto borgo. Si tratta di uomini interessanti, almeno apparentemente, con un bel fisico che hanno ovviamente un costo.

Non ci sono tariffe standard, i prezzi variano a seconda della qualità e del tempo che si intende trascorrere con questi uomini, ma anche dalle prestazioni.



Perché le donne li scelgono?

Le donne che hanno provato l’esperienza dell’uomo a noleggio dicono che la sensazione è esaltante e ci si sente con il coltello dalla parte del manico.

Non più prede ma cacciatrici con possibilità di scelta e decisione. Questa tendenza conferma l’autonomia femminile su più versanti: economico, lavorativo ed emotivo, si sentono in pari con l’altro sesso.

Tuttavia ciò che inconsciamente spinge le donne a pagare un uomo è il fatto di scongiurare il rischio di abbandono. È la donna in partenza a determinare la fine del rapporto “lavorativo” e in questo modo si evita la delusione che potrebbe derivare dalla fine di un incontro normale.
L’uomo escort poi rappresenta un ottimo escamotage per le donne che rifuggono dalle relazioni d’amore: chi sceglie questo tipo di rapporto si chiama automaticamente fuori da un rapporto convenzionale.
La donna ormai sempre più disillusa dalla coppia si spinge a cercare relazioni che deresponsabilizzano dalla possibile evoluzione di un rapporto.


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Colloquio tra genitori e insegnanti



Colloquio tra genitori e insegnanti

Insegnanti-genitori: un rapporto spesso complicato che però è fondamentale sia positivo perché ha inevitabili ripercussioni sulla formazione dei figli. Non sempre il docente ha ragione e l’allievo torto, ma non è vero nemmeno il contrario. Ecco come i genitori dovrebbero porsi con chi sta in cattedra per capire cosa succede davvero a scuola.




Ruolo educativo o formativo?
Dalle elementari alle superiori la scuola svolge non solo un ruolo importante dal punto di vista didattico, ma anche dal punto di vista educativo. In questa fascia di età si pongono le basi del processo formativo e capita spesso che i genitori nutrano aspettative forti verso la scuola e gli insegnanti, tanto che spesso delegano a questa istituzione l’educazione dei figli.
Per questo se i ragazzi presentano problemi caratteriali i genitori tendono a dare la colpa agli insegnanti. Se il figlio è svogliato, non si impegna e va male a scuola la colpa è degli insegnanti che stimolano poco non dei genitori che sono spesso fuori casa.

Il ruolo degli insegnanti
Gli insegnanti possono e devono svolgere anche una funzione educativa, ma non è il loro compito principale. I genitori possono dire “no “ al figlio, infliggergli una punizione perché, anche se sgradita, ha il dovere di accettarla. Se invece la punizione arriva dai docenti il ragazzo avverte un’interferenza nella sua vita privata e si sente offeso.
Se il figlio non va bene a scuola è compito del genitore punirlo, l’insegnante ha solo il ruolo di dare un giudizio.



Genitori e insegnanti
Spesso l’errore del genitore è quello di prendere strenuamente le difese del figlio, anche davanti ai voti che peggiorano giorno dopo giorno; dall’altra parte gli insegnanti tendono a mettere sotto accusa l’educazione di mamma e papà.
Invece è fondamentale una coalizione casa-scuola affinché nel ragazzo cresca il rispetto delle regole.

Ecco alcuni consigli
  • Ciò che accade in classe riguarda l’insegnante e quello che capita a casa il genitore. Ognuno deve rimanere ancorato al proprio ruolo, senza giudicare il comportamento dell’altro.
  • I genitori dovrebbero mostrare fiducia e apertura verso i docenti, ascoltando con obiettività e sincerità il resoconto: basta atteggiamenti sprezzanti e difese eccessive verso il figlio.
  • Essere sinceri con l’insegnante se abbiamo l’impressione che sia troppo severo, cercare un confronto con toni pacati e senza esagerare. In questo modo non ci saranno fraintendimenti.
  • Se il genitore pensa che il figlio abbia processi di apprendimento lenti è bene parlarne con l’insegnante per cercare insieme una soluzione, ma non dire al professore che spiega male solo perché il figlio non capisce.

Non essere passivi
Se ci sono genitori che si accaniscono di fronte ai professori, ci sono anche genitori passivi, che rimangono di fronte all’insegnante senza dire nulla. Ma si tratta di un atteggiamento inutile e dannoso per la formazione del figlio. I docenti hanno bisogno di informazioni sul ragazzo che possono provenire solo dalla famiglia, in questo modo possono capire meglio i comportamenti che l’alunno tiene in classe e la sua condotta. È fondamentale un dialogo aperto, sincero e rispettoso dei ruoli; solo così i ragazzi potranno imparare ad avere rispetto per i propri insegnanti.


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mercoledì 12 maggio 2010

Avventura di una sola notte




Avventura di una sola notte

Un tempo prerogativa del tutto maschile, negli ultimi tempi anche le donne vanno alla ricerca di uomini da “usare” giusto il tempo di una notte. Il termine moderno che spiega questa situazione è One night stand, ma altro non è che l’ avventura di una notte, o più semplicemente "una botta e via". Ma cosa spinge le persone a ricercare questi incontri? Cosa si nasconde dietro? Proveremo a dare una risposta, anche se ovviamente ogni persona è diversa dall’altra.



Una volta questi incontri fugaci appartenevano alla stagione estiva, complice la vacanza, il tramonto, la luna e il falò, un cocktail di troppo e le persone si lasciavano andare a tenere effusioni o a sesso sfrenato che si limitava a quel momento.
Negli ultimi tempi però, pare che questa modalità di approccio non sia più solo tipica dell’estate, ma la “botta e via” avviene in qualsiasi momento dell’anno. Ovviamente, affinché ci sia un incontro amoroso, è indispensabile la presenza di un uomo e una donna (altro discorso sono le avventure negli omosessuali), ma ciò che spinge i singoli sessi è molto diverso: si sa il cervello maschile è diverso da quello femminile.


Il circuito mentale maschile

L’uomo molto spesso è più istintivo della donna, e quindi cerca sempre di soddisfare i suoi istinti senza pensare alle conseguenze o comunque al domani. Nelle avventure sessuali si divertono e il giorno dopo sono felici e soddisfatti senza pensare troppo a quanto accaduto. Anzi, molto spesso hanno la conferma delle loro capacità seduttive, e questo porta ad un aumento di autostima.
Certo anche nei maschi ogni tanto scatta qualcosa di più, e dopo aver trascorso la notte con una donna, potrebbero aver voglia di rincontrarla, ma non è una regola, semplicemente l’eccezione. Quindi è fondamentale che la donna non si crei dei castelli in aria, ma sappia valutare bene la situazione e soprattutto sia realista.

Le elucubrazioni mentali femminili
Le donne invece sono tendenzialmente più sensibili ed emotive, per questo anche quando cercano un partner sessuale, non si accontentano del primo arrivato. A parte le situazioni in cui la donna è completamente ubriaca, il più delle volte il gentil sesso spera che l’avventura di una notte si possa trasformare in qualcosa di più, rimanendo così molto spesso delusa.


Consigli per vivere al meglio l’avventura
Proprio perché i due sessi sono molto diversi tra loro nel modo di vivere la situazione, ecco qualche consiglio per evitare dispiaceri e brutte sorprese dopo una notte infuocata.
  1. Vivere la situazione per quella che è: niente aspettative! Se sappiamo che non ce la possiamo fare, lasciamo perdere fin da subito.
  2. Scegliere un luogo neutro per evitare che lei o lui ci si piantino in casa fino a quando non diventiamo scortesi e lo/la cacciamo esplicitamente.
  3. Essere sinceri dovrebbe essere la prima cosa; se si è impegnati diciamolo subito oppure se siamo single comunichiamo la nostra intenzione di mantenere questo status ancora per un po’!
  4. Non aspettiamoci un domani, e soprattutto se sappiamo fin da subito che siamo attratti fisicamente ma non potrà mai esserci nulla, evitiamo scambio di numeri di telefono o e-mail.
  5. Fare l’amore usando ilpreservativo! È fondamentale dal momento che si tratta di un’avventura e la persona che abbiamo di fronte non si presenta con un dettagliato resoconto medico! Non trasformiamo l’avventura di una notte nell’incubo della vita.
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Il preservativo (chiamato anche profilattico)



Il preservativo

Il preservativo (chiamato anche profilattico) è un metodo contraccettivo che ha anche funzione di protezione contro le malattie sessualmente trasmissibili.


Il preservativo, chiamato anche profilattico o condom, è uno strumento di contraccezione (mezzo utilizzato per programmare o impedire la gravidanza) che ha anche funzioni di protezione nei confronti di malattie sessualmente trasmissibili (HIV, sifilide,  gonorrea, epatite, condilomi, micosi,…).
Il preservativo quindi, diffuso nelle coppie stabili, è indispensabile nei rapporti occasionali, sia come anticoncezionale che come protezione nei confronti di queste malattie.

Ancora oggi, soprattutto tra gli uomini, esiste una forte resistenza psicologica e culturale per quanto riguarda l’utilizzo di questo strumento. Alcuni motivi sono legati al costo dello stesso, circa € 1 C.U., alle rare possibilità di rottura durante il rapporti o nella riduzione della sensibilità e quindi del piacere.
In realtà il problema  principale è dovuto all’ansia, causata dalla paura di perdere l’erezione nel momento in cui si indossa il profilattico prima della penetrazione; questa paura potrebbe essere risolta o almeno ridotta con l’aiuto della partner, ovvero con la sua collaborazione all’uso del profilattico, magari trasformando questo momento del rapporto in uno dei preliminari dello stesso.

Per quanto riguarda le credenze culturali, la Chiesa Cattolica ne sconsiglia l’uso in quanto la sessualità è da essa concepita come atto puramente procreativo, permesso solo dopo il matrimonio, inoltre il profilattico viene ancora oggi associato al mondo della prostituzione, così come fino al XIX secolo lo erano il bidet e le mutande.

Esistono pro e contro nell’utilizzo del preservativo.
Per quanto riguarda i pro esso offre la maggior protezione contro il contagio da malattie sessualmente trasmissibili: da uno studio condotto dal Dipartimento della salute americano si afferma che l’uso del preservativo riduce dell’ 85% il rischio di contrarre il virus dell’HIV.
Inoltre i profilattici sono acquistabili senza ricetta e senza visita medica, infatti vengono venduti nei supermercati, nelle farmacie e tramite distributori automatici, forse questi più gettonati, soprattutto dai giovani che in questo modo possono superare l’eventuale imbarazzo di doversi rivolgere ad una commessa o alla cassiera.
Ancora, per quanto riguarda i rapporti occasionali, a differenza dei contraccettivi ormonali il profilattico può essere utilizzato all’occorrenza e in pochi secondi, oltre che a garantire una buona efficacia contraccettiva che varia tra 7 e 15 gravidanze su 100 donne all’anno, a seconda del corretto utilizzo.
Se usato correttamente, cioè prima di iniziare la penetrazione e per tutta la durata del rapporto sessuale, evita che lo sperma entri a contatto con la vagina durante un rapporto sessuale, impedendo l'eventuale fecondazione ed evitando che le secrezioni dei partner entrino a contatto con le mucose, garantendo un'ottima protezione da malattie a trasmissione sessuale.
Si adatta perfettamente alla forma del pene grazie alla sua notevole elasticità e l'interno è cosparso di sostanze lubrificanti che servono per evitare irritazioni e dolore all'uomo.

Di contro, se non viene usato in modo corretto non garantisce la completa sicurezza. A seconda del suo spessore ha una percentuale di rotture tra il 3% e il 10%, questo dovuto nella maggior parte dei casi alla cattiva conservazione o all’uso errato.
Diminuisce, anche se di poco, la sensibilità di entrambi i partner e in  alcuni soggetti  può causare allergie, per questo oggi in commercio ne esistono anche di materiali diversi dal lattice, come ad esempio in caucciù.
Nelle popolazioni del terzo mondo risulta un prodotto molto costoso, ed infatti proprio li c’è il maggior tasso di mortalità causata da malattie sessualmente trasmissibili.
In commercio, anche se ancora poco diffusi, esistono i profilattici femminili, da inserire nella vagina prima del rapporto sessuale e il loro funzionamento è simile al preservativo maschile.
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FAI VOLARE LA FANTASIA

NON FARTI RUBARE IL TEMPO

I TUOI SOGNI DIVENTANO REALTA'

OGNI DESIDERIO SARA' REALIZZATO

IL TUO FUTURO E' ADESSO . 

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Femidom: il preservativo femminile



Femidom: il preservativo femminile

Femidom è il primo preservativo femminile: al pari di quello maschile protegge dalle malattie sessualmente trasmissibili.


Il preservativo femminile nasce nel 1992 e nel 1993 la US FOOD AND DRUG ADMINISTRATION ne approva il mercato e la distribuzione.
Così come quello maschile, esso fornisce una doppia protezione, sia per le gravidanze sia per le malattie sessualmente trasmissibili.
È realizzato in poliuretano, sottile e morbida materia plastica, che risulta più resistente del lattice e che non provoca reazioni allergiche, inoltre,  essendo un buon conduttore di calore, il preservativo realizzato con questo materiale risulta molto sensuale e naturale e non ha effetti collaterali conosciuti.

Questo preservativo si inserisce nella vagina prima del rapporto sessuale, infatti il suo inserimento non dipende dall’erezione maschile e non richiede l’immediato ritiro del pene dopo l’eiaculazione, in maniera da formare una barriera tra la vagina e il pene e tra la cervice ed i genitali esterni.


È realizzato in poliuretano, sottile e morbida materia plastica, che risulta più resistente del lattice e che non provoca reazioni allergiche, inoltre,  essendo un buon conduttore di calore, il preservativo realizzato con questo materiale risulta molto sensuale e naturale e non ha effetti collaterali conosciuti.

Questo preservativo si inserisce nella vagina prima del rapporto sessuale, infatti il suo inserimento non dipende dall’erezione maschile e non richiede l’immediato ritiro del pene dopo l’eiaculazione, in maniera da formare una barriera tra la vagina e il pene e tra la cervice ed i genitali esterni.
È realizzato con una guaina lunga circa 17 cm (come un preservativo maschile) e ad entrambe le estremità ha un anello flessibile.
L’anello interno è utilizzato per inserire il preservativo e aiuta a mantenerlo al posto giusto; alcune donne ritengono che l’anello interno sia scomodo, altre persone invece ritengono che questo anello aumenti il piacere sessuale sia dell’uomo che della donna.
L’anello esterno è morbido e rimane appunto all’esterno della vagina durante il rapporto sessuale, ricoprendo la zona intorno all’apertura della stessa.

È già lubrificato con prodotti a base di silicone
(come i preservativi maschili) ma se ce n’è bisogno è possibile utilizzare ulteriori lubrificanti, sia a base oleosa che acquosa, per facilitare movimenti di entrata e uscita durante il rapporti.
Non è stretto e quindi risulta adattabile ad ogni “misura” e non richiede la prescrizione medica.

Il preservativo femminile a differenza di quello maschile non deve essere tolto immediatamente dopo l’eiaculazione dell’uomo, ma in ogni caso sarebbe auspicabile toglierlo prima che la donna si alzi per evitare che lo sperma si versi. L’anello esterno dev’essere attorcigliato per sigillare il preservativo e poi utilizzato per estrarlo dalla vagina, quindi dev’essere gettato in contenitori di rifiuti e non nella toilette.
Questo tipo di preservativo non è difficile da usare, ma potrebbe esserci bisogno di pratica prima di utilizzarlo in un rapporto, per questo si consiglia prima di fare diverse prove per essere sicure di essere in grado di posizionarlo nel modo corretto. Alcune ricerche infatti hanno evidenziato che c’è bisogno di utilizzarlo almeno tre volte prima che chi lo usa abbia dimestichezza e praticità, infatti questo strumento richiede un po' di pratica e pazienza. Si consiglia inoltre per i primi tempi di non abbandonare l’eventuale contraccezione ormonale, poiché a causa di uno scorretto utilizzo c’è il rischio di gravidanze indesiderate. Questo periodo di “prova” fa sì che la donna abbia a disposizione qualche mese per abituarsi al nuovo, metodo acquistando confidenza in esso.

Durante il rapporto sessuale il pene va guidato verso il centro del preservativo e non tra la parete esterna della vagina e la parte esterna del preservativo; se il pene dovesse entrare in modo scorretto, l’uomo deve “ritirarsi” e ricominciare utilizzando lo stesso preservativo, eventualmente utilizzando sostanze lubrificanti.
Questo preservativo può essere utilizzato in qualsiasi posizione sessuale e secondo la US FOOD AND DRUG ADMINISTRATION il suo ciclo di vita è di cinque anni dalla data di produzione. Un'ulteriore nota positiva è che non è sensibile alle differenze di temperatura o di umidità e non sono richieste particolari condizioni di magazzinaggio.
Può essere utilizzato da chi vuole evitare gravidanze indesiderate, trasmissioni di malattie, dalle donne i cui partner non vogliono o non possono usare il condom, dalle donne che sono nel periodo delle mestruazioni, quelle che hanno partorito da poco, quelle che hanno subito un’isterectomia, dalle persone allergiche al lattice o allo spermicida nonoxynol-9 e da chi è HIV positivo o ha un partner HIV positivo.

Chi ha intenzione di provare questo nuovo metodo contraccettivo può trovarlo in vendita su internet e nelle farmacie italiane maggiormente fornite.

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martedì 11 maggio 2010

"Lei".(Paolo Coelho)


"Lei".(Paolo Coelho)

Io sono tre persone, a seconda di chi mi cerca.
La "Ragazza Ingenua", che guarda l'uomo con ammirazione e finge di essere impressionata dalla sue storie di potere e di gloria.
La "Donna Fatale", che attacca immediatamente coloro che si sentono insicuri e, cosi facendo, assume il controllo delle situazione, li mette a loro agio, dimodoché non debbano preoccuparsi d'altro.
E, infine, la "Madre Comprensiva", che si prende cura di chi ha bisogno di consigli e ascolta, mostrando di capire tutto - storie che entrano da un orecchio ed escono dall'altro. Quale delle tre vuole conoscere?


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mercoledì 5 maggio 2010

Complesso di superiorità del narcisista



Complesso di superiorità del narcisista

Il complesso di superiorità e quello del narcisista a volte vengono confusi tra loro, ma sono due complessi totalmente differenti.


Complesso di superiorità

Il complesso di superiorità ha radici educative opposte a quelle che suscitano il senso di inferiorità: i genitori lodano continuamente il figlio, qualunque cosa faccia, lo allevano inculcandogli un’opinione troppo elevata delle sue capacità e lo inducono a credere di essere infallibile.

Chi si sente “superiore” osserva gli altri dall’alto del suo piedistallo e coltiva una cerchia di amicizie e conoscenze che con il loro comportamento  rafforzano e confermano l’opinione che si è fatto di se stesso.

A volte, le qualità e i successi che ostenta sono obiettivi reali: il “megalomane”, quando è davvero intelligente e capace, ovviamente è competitivo, è spinto al raggiungimento di obiettivi professionali prestigiosi e spesso conquista posizioni di potere.

Non di rado, però, il successo nel lavoro penalizza le sue relazioni sentimentali e interpersonali: non ha tempo da dedicare all’altro sesso, o coltiva solo rapporti saltuari e superficiali, con i figli di solito comunica con notevole difficoltà e ha anche pochissimi amici, perché tende a schiacciare tutti con il suo comportamento piuttosto arrogante.

In pratica: Il “megalomane” crede sinceramente di essere perfetto: ecco perché è difficilissimo, se non impossibile, ridimensionarlo. Se vogliamo aiutarlo possiamo fargli notare quanto segue.
  • Il suo atteggiamento lo rende poco simpatico
  • Tutti meritano di essere considerati e apprezzati: nessuno può vivere, lavorare, costruire qualcosa senza l’aiuto degli altri
  • Dovrebbe usare la sua intelligenza per capire di avere, come tutti, difetti e limiti.

Complesso del Narcisista

Il complesso di superiorità non deve essere confuso con il complesso del Narcisista.

Il narcisista, infatti, ama appassionatamente la sua immagine, crede che gli sia permesso tutto, non pone limiti né divieti all’affermazione personale. Segue il ritmo delle sue necessità, non ha rispetto per il punto di vista degli altri, è egoista, egocentrico, fa promesse che non mantiene quasi mai, alimenta speranze che disillude regolarmente, seduce e poi abbandona, ma fino a quando tiene intrappolata la sua preda nella ragnatela del proprio fascino, riesce sempre, purtroppo, a farsi perdonare.

Il narcisista è una persona che vive nel culto del proprio Io e tutto il mondo di conseguenza deve ruotare attorno a lui …naturalmente in ombra. Instaura moltissimi rapporti con gli altri,  ma sono tutti brevi e superficiali; infatti è vanesio, usa le persone per confermare la sua seduttività, poi se ne libera quando hanno esaurito la loro funzione.

Infine non è sempre bello o affascinante, ma si considera tale e niente e nessuno riesce a persuaderlo  del contrario.

In pratica: Il narcisismo vero è proprio è una “malattia” che deve essere affrontata con l’aiuto dello specialista.
Qui di seguito qualche suggerimento per imparare a essere un po’ meno vanitosi.
  • La bellezza non è un dato di fatto, ma un’opinione: in poche parole, come dice il proverbio, “non è bello ciò che è bello,  ma è bello ciò che piace”, perciò credersi bello significa esserlo o essere ritenuto tale dagli altri.
  • Riflettere su ciò che si desidera dalla propria vita: chi pensa sempre e solo a se stesso prima o poi rimane solo.
  • La bellezza sfiorisce con l’età, le qualità interiori invece si rafforzano con gli anni.
  • Ognuno ha i suoi difetti, e si può piacere “nonostante” questi.

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Uomini don giovanni



Il personaggio storico di Don Giovanni rivive in tanti uomini che inseguono un ideale femminile che li perseguita e li allontana sempre più dalla realtà. I Casanova di oggi corrono dietro ad ogni gonna per il piacere di aggiungere un’altra conquista alla loro agenda. Ma come riconoscerli ed evitarli?


Egoisti e narcisi
Perché ci sono uomini che collezionano donne su donne? Per alcuni è sicuramente un modo per avere prestigio all’interno di un gruppo: un uomo è ammirato dai suoi simili perché ha successo, denaro, potere e donne. Questi uomini non si innamorano mai, seducono le donne e poi le abbandonano non per piacere sessuale, ma per un meccanismo inconscio di inganno e umiliazione verso le donne.
Il Don Giovanni, dopo aver mietuto la sua vittima di turno, svanisce e va alla ricerca di nuove conquiste senza preoccuparsi del dolore e della rabbia che lascia dietro di sé. Quest’uomo è anche il campione di prestazioni sessuali, sa come fare l’amore al meglio e sa come dare piacere alla donna; tuttavia è solo una forma per auto compiacersi e alimentare il suo ego in quanto soffre della sindorme del narcisista.

Un’insicurezza di fondo
Gli uomini don Giovanni hanno una grande carenza in fatto di educazione sentimentale, le loro continue ed ossessive strategie di seduzione non fanno altro che confermare la paura delle donne e del potere che queste possono esercitare su di loro. Si tratta di un atteggiamento patologico perché l’uomo sente il bisogno incontrollabile e compulsivo di sedurre tutte le donne che incontra. È un uomo insicuro, che si stima davvero poco, che trae godimento solo dalla fase iniziale del corteggiamento e svanisce appena è riuscito a far cadere ai suoi piedi la vittima di turno.
Sono uomini incapaci di amare e alla lunga questo atteggiamento porta ad un senso di vuoto e frustrazione.


Donne che ci cascano
Il problema sorge quando ci sono donne che impazziscono per questa tipologia di uomo, si tratta di donne masochiste che spesso soffrono della sindrome da crocerossina e sono convinte che loro riusciranno finalmente a far mettere la testa a posto a questi maschi, ma in realtà annullano solamente se stesse. Ovviamente la loro missione si rivela sempre fallimentare: quindi meglio imparare a riconoscere il Don Giovanni e scappare a gambe levate.
L’unica donna che il play boy desidera veramente è quella che scappa, che non si concede, che resiste ai suoi occhi dolci e conquistatori. Quella che lo tiene appeso ad un filo, gioca con il suo ego, accenna che qualcosa potrebbe succedere, ma quando e come lo deciderà lei.

Di chi diffidare
  • Dell’uomo che sorride e cerca di ammaliare con lo sguardo ogni rappresentante del genere femminile
  • Dell’uomo che ti fa credere dopo 5 minuti che vi conoscete che sei la migliore!
  • Dell’uomo che parla solo di sé, dei suoi successi e delle sue conquiste


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Dove lasciare il bambino quando si lavora



 lasciare il bambino quando si lavora

Sono sempre di più i genitori che causa orari di lavoro impossibili si trovano costretti a lasciare i propri figli a qualcuno, e non sempre i nonni sono disponibili. Ma le preoccupazioni sul chi affidarli sono molte perché non sempre è facile fidarsi. Proveremo a dare dei consigli per cercare la soluzione migliore tra asilo nido e tata.




LA TATA
I vantaggi
Stanno tornando di moda tra le famiglie italiane le tate che curano i piccoli direttamente nella casa di famiglia; spesso si cercano anche tate bilingue che possono insegnare ai bimbi una lingua straniera come una seconda lingua. Il vantaggio di assumere una tata è che viene direttamente a casa, elimina il problema di svegliare il bambino o di portarlo fuori se è ammalato e consente di studiare orari su misura per garantire una copertura maggiore rispetto al nido.
Il rapporto che poi il bambino instaura con la tata è più personalizzato e quindi positivo per i bebè fino ai 2 anni.


Gli svantaggi
Se la tata è un buona scelta, tuttavia è difficile reperirne una davvero esperta e affidabile, e poi quando il bambino è più grande ha anche voglia di condividere i suoi spazi con dei coetanei. Talvolta poi i bambini grandicelli pretendono dalla tata aiuti e favori, regredendo così nella loro autonomia. Altro svantaggio è sicuramente il costo che si aggira tra gli 800 € e i 1000 € per 8 ore al giorno. Il costo poi è più alto se la tata ha formazione da puericultrice.

Qual’è quella giusta
La cosa più difficile è trovare una tata giusta; sono da preferire quelle con delle referenze, o che hanno lavorato per qualche famiglia che conosciamo, che abbia esperienza e una grande motivazione a stare con i bambini. Nelle grandi città esistono anche agenzie che selezionano e consigliano alle mamme le tate migliori. Dipende poi dall’età del bambino: per i più piccoli sono da preferire signore mature, con esperienza e capacità di cura del bimbo. Per quelli più grandi sono indicate le giovani donne che diventano anche compagne di gioco.

ASILO NIDO



I vantaggi
Negli ultimi tempi anche gli asili nido stanno avendo molto successo, soprattutto perché negli ultimi anni le esigenze delle famiglie sono cambiate. Il vantaggio è sicuramente dato dal fatto che le educatrici sono professioniste e quindi si evita l’incognita della selezione; il nido è sempre aperto, mentre la tata si può ammalare e per di più i bambini possono socializzare con i loro coetanei ed essere stimolati in attività educative adeguate.

Gli svantaggi
Per prima cosa la vita di comunità spesso porta ad ammalarsi, poi gli asili nido comunali, ma anche quelli privati hanno lunghe liste di attesa e l’ingresso del proprio figlio va pianificato per tempo. Poi anche se alcuni nidi fanno orari particolari di certo non tengono aperto fino alle 20.00 e per alcuni genitori che lavorano su turni la cosa può creare problemi.


Come capire se il bambino è tranquillo
Ovviamente all’inizio è normale un pò di agitazione o manifestazioni di attaccamento ossessivo con la mamma. Per capire però, dopo le prime settimane, se il bambino va all’asilo tranquillo o se rimane volentieri con la tata basta osservare il suo comportamento; se quando è a casa è normale e i suoi ritmi sonno veglia e cibo sono equilibrati significa che tutto va bene.


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martedì 4 maggio 2010

Se la vostra amante è leale




Se la vostra amante è leale, amatela
per questo. Se è solo giovane e bella,
amatela perchè è giovane e bella.
Se è solo spiritosa amatela per il
suo spirito. Se non è nulla di tutto ciò
ma vi ama soltanto, amatela ugualmente.
(A. De Musset)

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