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giovedì 25 agosto 2011

LE DONNE SONO COME LE MELE SULL'ALBERO


LE DONNE SONO

 COME LE MELE SULL'ALBERO



Le migliori sono sulla cima dell'albero. 
Gli uomini non vogliono arrivare alle migliori,
 perchè hanno paura di cadere e di ferirsi. 
In cambio, 
prendono le mele che sono cadute a terra,
 e che, pur non essendo così buone, 
sono facili da raggiungere. 
Perciò l...e mele che stanno sulla cima dell'albero,
 pensano che qualcosa non vada in loro, 
mentre in realtà "esse sono grandiose". 
Semplicemente devono essere pazienti
 e aspettare che l'uomo giusto arrivi, 
colui che sia così coraggioso 
da arrampicarsi fino alla cima dell'albero per esse. 
Non devono cadere per essere raggiunte, 
chi avrà bisogno di loro 
e le ama farà di tutto per raggiungerle.

(W.Shakespeare)
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venerdì 19 agosto 2011

Slovacchia , un piano per sterilizzare le donne rom




Proposta-choc in Slovacchia:
un piano per sterilizzare le donne rom

Il governo slovacco offre sostegno finanziario alle famiglie delle zingare che accetteranno di venire sterilizzate chirurgicamente (l’intervento è gratis). E a Bratislava espolde la polemica



BRATISLAVA

La finalità: aiutare le famiglie povere con troppe bocche da sfamare. La soluzione: offrire alle donne anticoncezionali per evitare che procreino o addirittura la sterilizzazione gratuita. È un progetto che evoca sinistri fantasmi d’altri tempi, quello partorito dal ministero del Lavoro della Slovacchia, che sta elaborando una nuova legge, ancora in bozza, a favore delle comunità socialmente emarginate.

Dietro il paravento dell’assistenza ai poveri - denunciano i media locali - il vero obiettivo del programma sarebbe però la numerosa e mal tollerata comunità rom locale. Niente di meglio allora del controllo delle nascite per evitare che il “problema” si perpetui.

«È un ulteriore passo verso il populismo» lamentano gli attivisti slovacchi pro-rom. Sulla carta, l’idea di Bratislava non sarebbe malvagia. Mappare con precisione le comunità più povere del Paese – 700 circa, 200mila persone -, per sostenerle. «Ufficialmente, la proposta è focalizzata sulle persone svantaggiate che vivono in comunità socialmente isolate. Ma se si guarda ai criteri del programma, possiamo concludere che queste misure sono indirizzate specie verso i rom» spiega la sociologa Elena Kriglerova Gallova.

Meno critico Laco Oravec, avvocato ed esperto di discriminazione: «Tutte le donne povere devono avere accesso all’assistenza sanitaria e devono poter decidere quanti figli avere. Una delle forme dell’esclusione sociale e della segregazione sta nell’insufficiente accesso a un sistema sanitario di qualità».

Il nodo rimane però la sterilizzazione. In questo caso è volontaria ma la Slovacchia vanta un triste primato di sterilizzazioni coatte dei rom, sia durante il socialismo, sia in epoche più recenti. Gli ultimi casi nel 2007. «Non ho problemi riguardo agli anticoncezionali, molto cari in Slovacchia, ma la sterilizzazione lancia un messaggio simbolico alle comunità: non vogliamo che abbiate bambini. La contraccezione – aggiunge la sociologa Gallova - è qualcosa di temporaneo ma la sterilizzazione è definitiva».

Definitiva e spaventosa come concetto, soprattutto se alla fine è indirizzata contro una singola etnia. «Se ci fosse un qualsiasi tipo di coercizione, saremmo molto preoccupati. Il governo dovrebbe procedere cautamente, memore dell’eredità delle sterilizzazioni obbligate in Cecoslovacchia e Slovacchia. E del fatto che non ha ancora riconosciuto la responsabilità statale nello sterilizzare le donne rom contro il loro volere, non si è scusato, né ha pagato i danni» spiega Robert Kushen, direttore esecutivo dell’European Roma Rights Centre, una delle più attive e autorevoli Ong che si battono per i diritti dei rom.

Nel frattempo la paura di uno scandalo internazionale potrebbe almeno indurre l’esecutivo slovacco a tornare sui propri passi. «La coalizione di governo è ora divisa sull’argomento. I cristiano democratici sono contro, i liberali a favore» spiega Jan Krempasky, giornalista del quotidiano “Sme”, uno dei primi a denunciare la vicenda.


di Stefano Giantin

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mercoledì 17 agosto 2011

Il campo energetico del cuore


Il campo energetico del cuore



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 Le emozioni umane agiscono sul sistema immunitario e sul benessere psico-fisico dell'individuo, modificando il DNA che a sua volta modifica la materia, il mondo fisico. Nel 1991 è stato istituito un ente denominato Institute of HearthMath con il preciso scopo di esplorare il potere che le emozioni esercitano sul corpo umano e il ruolo che quelle stesse emozioni potrebbero avere nel mondo. In particolare l'istituto HearthMath ha scelto di concentrare le ricerche sulla localizzazione nel corpo fisico della fonte probabile delle nostre emozioni e sentimenti: il cuore umano. Il lavoro pioneristico dei suoi ricercatori è stato ampiamente pubblicato da prestigiose riviste e citazioni dalle pubblicazioni scientifiche. Uno dei risultati più significativi riferiti da HearthMath è la documentazione del campo di energia che circonda il cuore, che ha la forma di una ciambella e si estende al di là del corpo fisico. Questo campo di energia elettromagnetica ha la configurazione geometrica di un toroide, dal diametro compreso fra 1,5 e 2,4 metri circa. Il campo cardiaco può essere considerato come un campo di energia che si diparte da quest'area. I ricercatori hanno dimostrato che il cuore umano genera il campo energetico più esteso e potente di tutti gli organi del corpo, cervello compreso. Il campo elettrico come è misurato dell'elettrocardiogramma (ECG) è all'incirca 60 volte più potente di quello generato dalle onde cerebrali registrate da un elettroencefalogramma (EEG). La componente magnetica del campo del cuore, che è all'incirca 5000 volte più potente di quella prodotta dal cervello e può essere misurata a diversi centimetri di distanza dal corpo tramite uno strumento a Superconduzione di Interferenze Quantiche (SQUID) basato su magnetometri. Sapendo che questo campo esiste, i ricercatori di HearthMath si sono chiesti se in questo campo conosciuto trovasse posto anche un altro tipo di energia non ancora scoperto. Per mettere alla prova la teoria, i ricercatori hanno deciso di testare gli effetti delle emozioni sul DNA-l'essenza più intima della vita. Gli esperimenti sono stati svolti tra il 1992 e il 1995, con una prima fase in cui si è isolato il DNA umano all'interno di un becher di vetro e in secondo luogo lo si è esposto a una potente forma di sentimento, conosciuta come emotività coerente. Secondo Glen Rein e Rollin McCraty, i responsabili della ricerca, questo stato fisiologico può essere creato intenzionalmente "usando tecniche di self-management mentale ed emotivo appositamente ideate, che contemplano atti intenzionali quali calmare la mente, spostare la propria consapevolezza verso l'area cardiaca e concentrarsi su emozioni positive". È stata svolta una serie di test che coinvolgevano fino a 5 persone addestrate a mettere in pratica l'emotività coerente. Usando tecniche speciali che analizzano il DNA sia chimicamente che visivamente, i ricercatori erano in grado di cogliere qualunque cambiamento si presentasse. I risultati si sono rivelati inoppugnabili e le implicazioni inequivocabili. In sostanza, l'emozione umana ha cambiato la forma del DNA! Senza venire fisicamente a contatto con esso, né fare nulla eccetto creare dei sentimenti specifici nel loro corpo, i partecipanti sono riusciti a influenzare le molecole di DNA contenute nel becher. Le implicazioni vanno oltre qualsiasi precetto considerato ammissibile fino a oggi dalle teorie scientifiche tradizionali. Siamo stati condizionati a credere che lo stato del DNA del nostro corpo sia un dato di fatto. Il pensiero contemporaneo sostiene che il nostro DNA è una quantità fissa- al momento della nascita- e che fatta eccezione per droghe, sostanze chimiche, e campi elettrici, esso non cambia in risposta a qualunque cosa si faccia quando si è in vita. Ma questo esperimento ci dimostra proprio l'esatto contrario. Le emozioni che mutano il nostro DNA, agiscono parallelamente sul nostro cervello, influenzando i nostri pensieri, le nostre credenze e le nostre azioni. Le Emozioni Positive come tranquillità, sicurezza, entusiasmo, la gioia ci mettono invece in condizioni di affrontare qualsiasi situazione, perfino quella più difficile e amplificano il nostro campo energetico, rendendoci piu' ricettivi con il mondo esterno. Le Emozioni Negative consumano invece inutilmente la nostra energia.
È la nostra mente che interpreta ciò che accade: quindi e' sempre possibile modificare il significato che abbiamo attribuito agli accadimenti, cambiare il nostro atteggiamento.. Quando un qualsiasi evento accade, il primo elemento che filtra questa esperienza è il nostro sistema di credenze. E se le nostre credenze fossero sbagliate? Le convinzioni che riguardano noi stessi, la nostra vita, ciò che è bene e ciò che è male, traducono ogni avvenimento, dandogli una rappresentazione interna.

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martedì 16 agosto 2011

5 ragioni per cui si litiga di più in una coppia


5 ragioni per cui si litiga di più in una coppia


“L'amore non è bello se non è litigarello” dice un noto proverbio e in una coppia, si sa, le dispute e le discussioni alle volte sono all'ordine del giorno. “Gli scontri” paradossalmente, servono anche a mantenere vivo un rapporto, ma occorre fare attenzione quanto diventano frequenti, o sono causati da motivi banali.

Ma quali sono le cause più futili che portano una coppia a litigare? Eccone elencate alcune:

- 1 - Mi ascolti quando ti parlo?
La poca attenzione che il partner presta alle nostre parole è la causa principale di molti litigi. Occorre tener presente che non si può ottenere sempre la massima attenzione.

- 2 – Non sei mai puntuale!
La donna è ritardataria per eccellenza, l'uomo, dal canto suo, ritarda nelle occasioni meno opportune. Più che litigare rovinandovi una serata, cercate di trovare un compromesso.

- 3 – Se non ci fossi io...
Sono molte le donne in carriera che hanno bisogno di una mano in casa, ma quando si incontra “l'uomo viziato”, che non alza nemmeno un dito, questo diventa davvero difficile. Smettere di occuparsi delle sue cose potrebbe essere una soluzione al problema.

- 4 – Dove andiamo?
Domanda fatidica fatta nel momento in cui si deve scegliere dove andare a cena o in vacanza. Se non si ha una meta comune, accontentate il vostro partner per questa volta. La prossima sarà la vostra scelta a prevalere.

- 5 – Ma davvero sei stato/a con quella/o lì?
La gelosia retroattiva non trova fondamento nel presente, poiché il passato del vostro partner non si può cancellare, così come il vostro del resto. Godetevi la vostra storia: se sta con voi un motivo ci sarà.

E voi per quali motivi più o meno futili vi siete ritrovati a litigare con il vostro partner?

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domenica 7 agosto 2011

Le origini della trappola dell'abbandono


Le origini della trappola dell'abbandono

Fondamentalmente chi soffre della trappola dell'abbandono è convinto di perdere le persone che ama e di rimanere per sempre senza legami affettivi. Qualunque sia l'evento temuto - che la persona cara possa morire, mandarvi via oppure lasciarvi, vivete sempre con l'idea che un giorno rimarrete soli. Vi aspettate di essere lasciati e pensate che ciò non avrà mai fine. Credete di non poter mai riavere la persona che avete perso. In cuor vostro sentite di essere destinati a vivere la vostra vita in completa solitudine.
La trappola dell'Abbandono suscita in voi un senso di disperazione nei confronti dell'amore. Siete convinti che, per quanto le cose sembrino andar bene, le vostre relazioni siano destinate al fallimento. (...) Desiderate stare sempre vicini ai vostri cari e vi arrabbiate o vi impaurite esageratamente di fronte alla possibilità di un qualsiasi tipo di separazione, per quanto breve essa possa essere. Soprattutto nelle relazioni sentimentali, vi sentite emotivamente dipendenti dal vostro partner e temete di perdere il legame di intimità. (...)
Una persona caratterizzata da questa trappola in modo grave reagisce persino alle separazioni più brevi provando gli stessi sentimenti di un bambino piccolo che è stato abbandonato. (...)

Le origini della trappola dell'abbandono
  1. Può darsi che abbiate una predisposizione biologica all'ansia di separazione, alla difficoltà di stare soli.
  2. Uno dei vostri genitori è morto o se n'è andato di casa quando eravate piccoli.
  3. Quando eravate bambini, vostra madre è stata ricoverata in ospedale o separata da voi per un periodo di tempo prolungato.
  4. Siete stati allevati da una serie di bambinaie o baby sitter, o in un istituto da figure materne sempre diverse, oppure siete stati mandati in collegio quando eravate molto piccoli.
  5. Vostra madre era una persona incostante. A causa, per esempio, di una depressione, di frequenti esplosioni di rabbia, di una dipendenza dell'alcol o per altre ragioni, spesso si disinteressava di voi.
  6. I vostri genitori hanno divorziato quando eravate piccoli oppure litigavano così spesso che voi temavate che la famiglia si sarebbe disgregata.
  7. Avete perso l'attenzione di un genitore in misura rilevante, per esempio per la nascita di un fratello o perchè il genitore in questione si è risposato.
  8. La vostra era una famiglia soffocante e iperprotettiva nei vostri confronti. Da bambini non avete mai imparato ad affrontare le difficoltà della vita.
La tendenza a compromettere relazioni soddisfacenti
Anche se scegliete un partner in grado di assicurarvi una relazione stabile, sono presenti alcune insidie da evitare. Esistono, infatti, comunque dei modi attraverso cui rinforzate la vostra trappola dell'abbandono.

  1. Evitate di instaurare relazioni basate su una reale intimità persino con un partner adatto, perchè temete di perderlo o di legarvi troppo a lui e di essere feriti.
  2. Vi preoccupate eccessivamente della possibilità che il vostro partner muoia o di perderlo in un altro modo, e di ciò che fareste in questo caso.
  3. Reagite in modo esagerato a ogni minima cosa che il vostro partner dice o fa, e interpretate tutto come un segnale della sua intenzione di lasciarvi.
  4. Siete eccessivamente gelosi e possessivi.
  5. Mostrate un attaccamento eccessivo al vostro partner. L'ossessione di tenerlo con voi occupa tutta la vostra vita.
  6. Non riuscite a stare lontano dal vostro partner, nemmeno per pochi giorni.
  7. Non siete mai pienamente convinti che il vostro partner rimarrà con voi.
  8. Vi arrabbiate e accusate il vostro partner di non essere fedele e leale.
  9. Talvolta vi chiudete in voi stessi, assumete un atteggiamento di distacco o lasciate solo il vostro partner per punirlo per avervi a sua volta lasciati soli.(...) Ogni volta che la vostra relazione sembra minacciata in un qualsiasi modo, avete una reazione emotiva molto forte. Può trattarsi di un qualunque evento che interrompe il "contatto" con il partner - una separazione temporanea, il fatto di citare qualcuno che accende la vostra gelosia, una discussione o un mutamento d'umore del vostro partner. (...)
Generalmente coloro che hanno la trappola dell'Abbandono non stanno bene da soli: senza la persona amata si sentiranno probabilmente ansiosi, depressi o isolati. (...)
Può darsi che il tentativo di distrarsi abbia successo, ma la sensazione di isolamento affettivo è sempre presente, in agguato nell'ombra, pronta a sommergerli. Per quasi tutte le persone con la trappola dell'Abbandono c'è un limite di tempo durante il quale riescono a distrarsi e oltre il quale non sono più in grado di farlo.
(...)
Il distacco è il modo in cui si contrattacca la trappola dell'Abbandono. Con il distacco si nega il bisogno di essere in rapporto con gli altri; è un'affermazione di sfida: "Non ho bisogno di te". Nel distacco è solitamente presente anche un pò di rabbia e desiderio di punire. Volete punire il vostro partner per essersi allontanato da voi, per non avervi dato ciò di cui avevate bisogno. Sebbene questo vi aiuti a far fronte alla sensazione di abbandono, c'è un prezzo da pagare: rinunciate ai vostri sentimenti, anestetizzate le vostre emozioni.

Una perdita reale, per esempio la rottura di una relazione, ha un effetto devastante su di voi; rappresenta una conferma della convinzione che, qualunque sia la persona a cui vi rivolgete, non riuscirete mai a creare un rapporto stabile. Potreste provare sentimenti ambivalenti nei confronti della possibilità di cominciare nuove relazioni. Una parte di voi desidera entrare in rapporto con l'altro, mentre l'altra prevede l'abbandono; una parte di voi desidera l'intimità, l'altra prova rabbia, solitamente prima che sia accaduto qualcosa che la giustifichi.
La relazione potrebbe essere appena agli inizi, e a volte vi sentite come se la persona amata fosse già andata via. (...)

Di seguito sono indicati i passi da intraprendere per uscire dalla trappola dell'abbandono:
  1. Cercate di comprendere l'abbandono che avete subito da bambini.
  2. Tenete "sotto osservazione" i vostri sentimenti di abbandono. Divenite consapevoli della vostra ipersensibilità alla perdita delle persone con le quali avete i rapporti più stretti, della vostra disperata paura di rimanere soli, del vostro bisogno di aggrapparvi agli altri.
  3. Riesaminate le vostre relazioni passate e individuate i modelli ricorrenti. Fate un elenco dei tranelli che portano all'abbandono.
  4. Evitate partner instabili, ambivalenti o poco desiderosi di impegnarsi seriamente in una relazione, anche se essi suscitano in voi una notevole attrazione.
  5. Quando trovate un partner che è stabile e desideroso di impegnarsi nella relazione, dategli fiducia. Convincetevi che ci sarà sempre per voi e non vi lascerà.
  6. Lasciate al vostro partner il suo spazio, non fatevi prendere dalla gelosia e non lasciatevi andare a reazioni eccessive in occasione di separazioni del tutto normali all'interno di un sano rapporto di coppia.

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giovedì 4 agosto 2011

RIDO - PIANGO: Si racconta che una volta il presidente degli Stat...

Si racconta che una volta il presidente degli Stati Uniti




Si racconta che una volta il presidente degli Stati Uniti

RIDO - PIANGO: Si racconta che una volta il presidente degli Stat...: " . Si racconta che una volta il presidente degli Stati Uniti . . Si racconta che una volta il presidente degli Stati Uniti....."
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martedì 2 agosto 2011

La storia di Ameneh Bahrami, la donna sfigurata che ha ha perdonato il suo aguzzino


La storia di Ameneh Bahrami

la donna sfigurata che ha ha perdonato il suo aguzzino


Ameneh Bahrami ha perdonato il pretendente che nel 2004 l'aveva sfigurata con l'acido a causa di un rifiuto. Il nobile gesto ha salvato l'uomo dall'accecamento, così come stabilito nel 2008 dal tribunale di Teheran.


La storia che vogliamo raccontarvi inizia in Iran nel 2004. Ameneh Bahrami ha 26 anni, è una ragazza molto bella e non passa certo inosservata. Anche Majid Movahedi nota la sua bellezza e, innamoratosi, le chiede di sposarlo. La ragazza, però, rifiuta, e la reazione di Majid è di quelle che in Iran, purtroppo, si sono viste troppe volte. L’uomo la sfigura gettandole dell’acido sul volto, quello stesso volto che, da quel momento in poi, cambierà per sempre. Ameneh perde la vista e la sua bellezza, e vede infrangersi tutti i sogni che coltiva una ragazza di 26 anni. I numerosi interventi chirurgici a cui si sottopone, alcuni dei quali sostenuti anche in Spagna, non l’aiutano a recuperare la vista.


Quattro anni dopo (2008), Majid, per aver compiuto il gesto, viene condannato ad essere a sua volta accecato con delle gocce d’acido sul volto. Occhio per occhio, dente per dente: si tratta della classica legge del taglione prevista dalla sharia (legge islamica) ancora in vigore in Iran. L’accecamento viene fissato per il 14 maggio di quest’anno, ma a seguito delle vibranti proteste di alcuni attivisti, in particolare di Amnesty International, il tribunale di Teheran decide di sospendere la sentenza. E come la prende Ameneh? Almeno inizialmente, la donna è molto rammaricata per la sospensione della pena; dietro la sua delusione- come ha affermato Farian Sabahi, una giornalista che ha avuto modo di conoscerla- più che il desiderio di vendetta c’è “la speranza che l’applicazione di pene così severe possa servire a dissuadere chiunque pensi di commettere, in futuro, crimini simili”. La sospensione della pena è però temporanea. Tradotto: Majid verrà comunque accecato.

Arriviamo così alla giornata di oggi, nella quale Ameneh decide di mostrare all’Iran e al mondo intero la sua enorme nobiltà d’animo, perdonando il suo aguzzino e salvandolo da quella stessa pena che è toccata subire a lei. ”Erano sette anni che aspettavo di ottenere l’esecuzione di questa sentenza, ma oggi ho deciso di perdonarlo” – ha dichiarato la donna. E anche se, a quanto pare, il perdono è stato eccessivamente”caldeggiato” dalle autorità iraniane, nessuno può mettere in dubbio la grandezza di una simile decisione. “Salvato” il suo aguzzino, ora Ameneh dovrebbe ricevere dall’uomo 150mila euro di risarcimento che utilizzerà per una plastica facciale.

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BIKINI A PANNELLI SOLARI
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lunedì 1 agosto 2011

ENERGIAINFINITA: BIKINI A PANNELLI SOLARI



BIKINI A PANNELLI SOLARI


Andrew Schneider, designer americano, ha messo a punto un Bikini tecnologico dotato di porta USB che permette di caricare player MP3, smartphone e cellulari.
Ma come funziona?

ENERGIAINFINITA: BIKINI A PANNELLI SOLARI: " BIKINI A PANNELLI SOLARI Andrew Schneider, designer americano, ha messo a punto un Bikini tecnologico dotato di porta USB che p..."


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