Un’inchiesta
sul divorzio pubblicata negli ultimi giorni afferma che le coppie
durano poco in genere ma, da essa, emerge un dato completamente nuovo
ossia che molte coppie si separano con la crisi della mezza età ovvero
dopo 13 o 15 anni di matrimonio.
Questa sembra dovuto al fatto che l’uomo ha molta paura di invecchiare e, quindi, quando si affaccia alla soglia dei cinquant’anni, inizia ad avere il timore di perdersi delle possibilità e, così, vuole riscoprire i turbamenti dell’età giovanile magari proprio con una partner molto più giovane della moglie. Spesso ridiventa padre ad un’età in cui, un tempo, si diventava nonni.
Le donne cercano di fare altrettanto e, dopo una
grave delusione tendono a non ricercare più convivenze pur non
rinunciando ad una vita affettiva e sessuale. Accade sempre più spesso
di vedere donne di cinquant’anni con partner assai più giovani ed anche
questa è un’assoluta novità dovuta ad un forte cambiamento di costumi;
un tempo sarebbe stato addirittura impensabile non solo irrealizzabile
se non a prezzo di una totale emarginazione sociale.
Vien da pensare a quanto siamo cambiati negli ultimi 40 anni.
Così, quello che era stato il mito delle coppie del
passato, ovvero “invecchiare insieme” sembra ormai un film da viale del
tramonto un valore che va ad unirsi ai tanti rinnegati e perduti.
Se continua così, non ci saranno più nozze d’oro o nozze di platino.
Del resto, in una società che ha il tabù della
vecchiaia e della morte e che, per contro, coltiva i miti dell’eterna
giovinezza e dell’immagine, diventa normale esorcizzare gli anni che
passano facendo scelte completamente diverse dal passato e ripercorrendo
ciò che si è fatto da giovani.
A questo si aggiunge il desiderio di coinvolgimento e il voler provare ancora la grande e travolgente “passione” giovanile, cosa che solo un nuovo innamoramento può portare giacchè un rapporto di lunga durata offre stabilità, affetto, costanza, impegno e sicurezza ma non può sconvolgere la psiche con emozioni nuove e potenti.
Certo, molte volte sarebbe opportuno valutare cosa si
mette sui due piatti della bilancia ma, la voglia di vivere
freneticamente abbinata alla mancanza di introspezione e di sacrificio,
finiscono in genere per avere la meglio su ciò che un tempo era
considerato giusto e normale, anche se sostenuto dai numerosi divieti
che la morale collettiva imponeva.
E’ sempre più difficile parlare di “amore”; si tratta di qualcosa che ricercano tutti ma che si mostra sempre meno palpabile alle nostre vite; in effetti, l’amore ha poco a che fare con la passione, con l’innamoramento e con l’infatuazione, troppo spesso confusi con il sentimento in questione.
L’amore è fatto di ragioni, di impegni, di obiettivi e
di scelte (che non sono da confondersi con gli obblighi); è fatto di
valori in cui due persone credono ed è molto più simile ad un “dono” che
si può trovare dopo i precedenti stadi ma questo non significa che
tutti lo incontrino.
Il punto è che noi non veniamo educati all’amore e
quindi, ci troviamo poi per tutta la vita a fare gli apprendisti
stregoni quasi sempre senza le nozioni basilari utili ad orientarsi; non
siamo neppure stati educati alle emozioni dentro alle quali nasce e si
radica l’amore per cui possiamo senz’altro dire che, mentre siamo abili
in altri campi della vita e magari anche in quello sessuale,
affettivamente parlando siamo degli analfabeti e i risultati si vedono
sul campo perché sono sotto gli occhi di tutti, basta guardare il mondo
delle relazioni umane tutte, nessuna esclusa, per capire che li’ sta il
vero disastro.
Se fossimo educati all’amore non ne avremmo così
tanta paura; in effetti, noi sosteniamo di desiderarlo più di ogni altra
cosa ma, quando ci si avvicina troppo, si ha paura di bruciarsi e, di
conseguenza, si fugge e ci si dà alla macchia. In pratica, si scappa
dall’amore perché in qualche modo, sono sempre state passate
informazioni “complesse” a suo carico e, il più delle volte, sono state
mirate più a mettere in guardia che non a ricercarlo e a concedersi ad
esso sperimentandolo senza pregiudizi e paure.
Se c’è un campo dove i fallimenti sono tanti e spesso
ripetuti nello stesso identico modo è quello sentimentale: sicuramente,
se ci sarà un giudizio alla fine della vita, in quello saremo quasi
tutti rimandati per non aver svolto bene il compito, per non esserci
mai impegnati fino in fondo, per aver scelto quasi sempre scorciatoie
più che altro barando con noi stessi, anche se convinti di barare con il
partner.
Perché oggi le coppie non investono più su un futuro
insieme? Perché è così difficile sperare di comprendersi e creare
qualcosa che consenta ad entrambi di stare bene e di avere buoni margini
di gratificazione?
Perché oggi, anche laddove si sta insieme, non lo si fa per amore ma per altri motivi che hanno più a che fare con gli interessi che si hanno in comune, con la situazione economica e con il triste problema delle sicurezze?
Ci sono poi coppie che, pur non affrontando una
separazione e un divorzio, non sono state mai una vera coppia. In molti
casi, uno dei due ha continuato ad avere avventure all’esterno, come se
non ci fosse la possibilità di stare insieme senza ricevere “linfa” da
fuori.
Ci sono soggetti che hanno condotto vite praticamente parallele mantenendo da un lato il partner stabile ed ufficiale (Luna) mentre, dall’altro, hanno continuato ad intessere relazioni amorose (Venere) che, a detta degli interessati, sono servite per mantenere in piedi la relazione primaria. Certo, in questi casi assistiamo alla dicotomia dei due simboli per evidente incapacità di viverli all’interno creando un ponte in cui stabilità e sicurezza emotiva possano intessere un dialogo con desiderio, affetto ed erotismo che, in questi casi, obbligano alla proiezione esterna di uno dei due. In questo modo la separazione e il divorzio reali non ci sono ma il risultato, psicologicamente parlando, non cambia anche se i soggetti in questione si garantiscono comunque un futuro di sicurezza e di supporto proprio da coloro che hanno sempre tradito e, in un certo senso, abbandonato se non altro sotto uno dei due profili.
Le motivazioni per cui le coppie non invecchiano
insieme sono tante prime fra tutte l’impazienza e l’insoddisfazione per
la mancanza di progettualità e di voglia di costruire qualcosa che deve
nascere da entrambi.
La coppia non è solamente la somma di un “Io e un Tu” ma è ciò che nasce da due persone, una creazione che ha un suo centro, uno scopo ed un cuore che ha bisogno di essere nutrito, coltivato e aiutato a crescere: si chiama “relazione” proprio perché è il frutto dell’incontro tra due individui. Se la vediamo come un qualcosa che prende vita dalla coppia, allora sappiamo che avrà bisogno di cure, di pazienza e, soprattutto, di amore. La “relazione” è “un contenitore” in cui entrambi dovranno metterci il loro impegno, il loro amore e i loro desideri.
Costruire una coppia duratura vuol dire investire non
solo nel presente ma anche nel futuro: vuol dire rinunciare ad alcune
gratificazioni immediate in cambio di qualcosa di altrettanto impagabile
sul piano del sentimento e, soprattutto dell’intimità che non è mai
qualcosa che si può trovare nelle avventure e negli amori passionali.
Spesso si confonde l’intensità con l’intimità.. la prima è il frutto della passione e del desiderio ed è fortissima nell’innamoramento, la seconda la si costruisce con il tempo, con la fiducia reciproca e la conoscenza profonda.
L’amore duraturo può sicuramente nascere ma necessita
di alcuni passi che andranno fatti, primo tra tutti è la creazione di
un clima di fiducia il che vuol dire cominciare a lavorare sul proprio
valore personale, sulle proprie capacità e sull’integrità dei
sentimenti; questa è l’unica cosa che permetterà di mettere a tacere e
superare le paure, i dubbi e i sospetti che si affacciano nei primi anni
quando ci sono le lotte di potere che attanagliano la coppia e che
rischiano di stritolarla. Le continue diatribe alimentano la rabbia e
l’indifferenza, due ospiti scomodi ed inquietanti da tenere in casa.
Solo un lavoro profondo finalizzato a recuperare la fiducia in sé e il
potere personale creeranno un clima di stabilità interna che aiuterà a
stare con l’altro.
Creare un clima di fiducia vuol dire poter esprimere
ciò che si pensa senza timore di essere giudicati o biasimati il che
comporta, ovviamente, il non giudicare e il non biasimare. La fiducia
consente di sentirsi comunque accolti anche se non sempre compresi e
riguarda il delicato concetto che l’altro è comunque l’altro, diverso da
noi anche se in relazione con noi.
Stare con un’altra persona non vuol dire non avere diritto a coltivare territori personali e contenuti individuali ma significa creare dei ponti che entrambi potranno attraversare per entrare in contatto vero con il partner.
Abbiamo poi spesso parlato della comunicazione come
di un elemento importante, l’unico che permette il reciproco conoscersi
rinunciando all’idea che sia sempre l’altro a dover comprendere e sapere
ciò che circola nella nostra testa e nel nostro cuore.
Invecchiare insieme vuol dire coltivare scopi comuni
che diano senso alla relazione, che motivino e rendano significativi e
utili gli sforzi; la coppia che ha progetti da condividere trova
facilmente il modo di convogliare le energie di entrambi: un celebre
docente di psicologia sosteneva che in due si può fare di più e sognare
meglio. La coppia dovrebbe avere un sogno da perseguire in due che possa
allontanare il desiderio di prendersi delle deroghe e alimentare la
fantasia di entrambi per sostenersi nei momenti difficili.
Infine, bisognerebbe comprendere che la relazione è
lo scopo finale e quindi, andrebbe immaginata per poi darle vita.
Immaginare è creare; se si riesce a “visualizzare” ciò che si desidera,
ci si può poi muovere con maggior efficacia.
Ogni “realizzazione” (decima casa) ha sempre bisogno di essere prima vista nella mente (nona casa).
La coppia ha quindi bisogno di sognare, di avere dei
progetti, di condividere emozioni, sentimenti, obiettivi e valori:
l’importante non è tanto la strada che si fa, ma avere in mente una meta
comune e lavorare per quella.
In fondo, al di là delle difficoltà tutti sognano un
amore duraturo nel tempo che è anche parte integrante della meta da
raggiungere in due.
Questo tipo di amore però va costruito il che significa che vi è del lavoro da fare senza lasciarsi distrarre dalle difficoltà che ci sono in qualunque situazione e, sicuramente, anche in qualunque coppia.
Lasciare una relazione a cinquant’anni per iniziarne
una nuova con un nuovo partner, non è sempre garanzia di successo e, in
genere, quando si stabilizzerà finisce per presentare le stesse
difficoltà di quella precedente.
Troppe volte l’illusione è ancora quella di pensare
che sia il partner quello sbagliato.. mentre, di certo, la vita vuole
altro da noi.
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