IL NARCISISMO E L’INCAPACITÀ DI AMARE |
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Alexander
Lowen, uno dei maggiori studiosi del narcisismo dice: “questo termine
descrive una condizione sia psicologica che culturale”; infatti, mentre
sul piano personale indica un disturbo di personalità che comporta un
eccessivo investimento sulla propria immagine che deriva da una grande
“ferita” infantile a scapito dell’identità vera, sul piano culturale il
narcisismo è la logica conseguenza di una “mancanza di valori e di senso
di umanità” che porta a disinteressarsi della vita, dell’ambiente e
delle cose che contano, perdendo pian piano di integrità.
Noi
occidentali, possiamo sostenere – senza tema di smentita - di vivere in
una società estremamente narcisista visto che appoggia soprattutto
desideri effimeri, svuotati delle tradizioni e dei valori autentici che giungono dalla nostre radici più profonde, le sole che possono nutrire la crescita di una reale identità. Ovviamente, quando mancano valori veri non si può avere un contatto con l’essenza e, di conseguenza, si costruisce e si investe unicamente sull’immagine di sé.
Il
narcisista ha un problema che riguarda la sua “identità” e noi, popoli
del benessere, siamo diventati narcisisti in quanto eccessivamente
centrati su noi stessi in senso egopatico ed egoistico, fino a perdere
via via sempre più contatto con la nostra essenza con il conseguente
risultato di dover compensare l’identità sconosciuta con una falsa
personalità che si basa esclusivamente sull’immagine che deve essere
costantemente sostenuta dall’esterno.
Lowen
sostiene che questo è il tipico problema delle società che hanno più
ricchezza che saggezza per cui l’essere famosi ed avere successo assume
molta più importanza della dignità e dell’integrità personale o, peggio
ancora, dei valori umani. Sostanzialmente possiamo dire che il problema
narcisistico individuale è indiscutibilmente modellato anche dal
problema culturale e sociale.
In
pratica, il problema di fondo del narcisista riguarda un ideale dell’Io
troppo elevato che diventa impossibile raggiungere; in questo vuoto
angosciante il soggetto comincia a compensare occupandosi di ciò che
“vorrebbe essere” anziché di “ciò che è”; comincia così a coltivare un’immagine ideale che, per forza di cose, dovrà essere apprezzata, sostenuta ed
accettata dagli altri in modo da poterne ricavare quel sostegno e quel
plauso di cui il narcisista ha bisogno per vivere. Nella nostra società i
narcisisti vengono spesso considerati persone “vincenti”: sono infatti
persone “alla moda” che frequentano i posti giusti, si vestono come si
conviene, presentano un forte adeguamento alle opinioni e ai valori
esterni e non coltivano nulla di personale; è così che, giorno dopo
giorno, si convincono di poter “essere ciò che appaiono”; non è un
bisticcio di parole giacchè questi soggetti confondono ESSENZA ed
IMMAGINE e contrabbandano i loro valori con quelli esterni che fanno trend in quanto, per poter essere accettati in modo da accettarsi, devono rispecchiarsi negli occhi degli altri ricavando un’immagine positiva di sè.
Questo
richiama al dramma di non aver “assorbito” sotanza dalle radici
culturali profonde per cui, in questi soggetti, manca il senso di
autostima, il valore personale e, in cambio di un’accettazione, svendono
la loro identità ed autenticità.
I
narcisisti devono essere sempre “perfetti”; dicono quello che gli altri
vogliono sentirsi dire e, soprattutto, si sentono importanti quando
giocano quel particolare “ruolo”. Non possono minimamente mettere in
discussione la loro immagine poiché, nel caso, aprirebbero il vaso di
Pandora che spalancherebbe le porte su quello che percepiscono come “un orrido abisso”.
Nel
contatto con gli altri sanno essere molto seduttivi e manipolatori ma
sono anche condannati a “piacere per piacersi” e, di conseguenza, non si
curano degli altri in senso affettivo poiché questi vengono visti
esclusivamente come specchi, necessari a sostenere la loro “sceneggiata”
pubblica e privata.
Si tratta di individui
che sono lontani dal mondo reale ed infatti coltivano un IO ideale e,
se vengono attaccati, utilizzano una aggressività difensiva tesa a
salvaguardare l’immagine che hanno dato di sé agli altri.
I
narcisisti si differenziano da quelli che sono veramente fiduciosi e
pieni di risorse proprio nel fatto che mostrano una esagerata
“grandiosità che spesso ha tratti mitomani” che viene messa in atto per
brillare sempre e comunque per gli altri; hanno una maschera potente
sempre “attiva e vigile” che deve nascondere e proteggere il terribile
vuoto interno. Spesso sono le persone considerate “vincenti” a livello
sociale.
Sul
piano relazionale i narcisisti sono dei veri anaffettivi in quanto non
hanno mai avuto affetti veri e, per questo, non hanno sviluppato un Se’
autentico dotato di sentimenti profondi in grado di suggerire scelte
sulla base di valori che, del resto, sono possibili solo in presenza di
un IO che discrimina, valuta e sceglie. Proprio per questa deprivazione
iniziale e per il tremendo vuoto interno non sono neppure in grado di
assumersi delle reali responsabilità che necessitano di scelte precise e
della capacità di farsene carico in seguito.
Sono
praticamente dei bambini travestiti da adulti che hanno bisogno di
“essere al centro del mondo” in maniera quasi autistica, incapaci come
sono di penetrare dentro a sé stessi, di relazionarsi e confrontarsi con
gli altri e di conoscere sé stessi.
Astrologicamente
non è semplice individuare da un tema natale un vero narcisista da chi,
invece, ha semplicemente problemi di identità e può mostrarsi solo un
po’ troppo egocentrico.
L’astrologia
fornisce ottimi indizi ma non porta mai prove inconfutabili; come dire
che noi possiamo solamente intuire delle “potenzialità” in un tema
natale e mai delle certezze assolute. L’oroscopo ci parla di
“ingredienti di base” che poi vengono miscelati in un certo modo ed
utilizzati da un singolo individuo in modo “personale ed originale”;
inoltre, si aggiungerà anche l’ambiente che, in parte, modellerà
l’identità della persona interagendo con essa.
Potenzialmente
il narcisismo può essere indicato da una casa prima importante, spesso
con una forte concentrazione di valori Aria con supporto Fuoco che, di
loro danno una forte spinta verso l’esteriorità. La prima casa si
riferisce proprio alla maschera ed alla personalità.. che è qualcosa di
diverso dall’identità che, invece, è rappresentata dal Sole. La
“maschera” è qualcosa di esterno che riflette qualcosa dell’identità; ha
a che fare con quella che Jung chiamava “la persona” nella
quale il grande maestro svizzero individuava tratti di “adattamento al
mondo e di cammuffamento dell’identità”; una sorta di vestito che si
indossa per proteggere l’identità che è più profonda e più difficile da
rintracciare.
La
maschera e la personalità sono molto forti nella prima parte della vita
in quanto l’IO vero è ancora “poco conosciuto”; in quella fase ognuno
di noi coltiva “un’ideale” di sé stesso nel quale si riconosce; siamo
infatti molto lontani dal percepire i nostri limiti e le nostre carenze
che incontreremo solamente nella tappa della casa sesta che, nel lungo viaggio verso la scoperta di noi stessi, ci farà prendere coscienza dei nostri limiti.
Una
casa prima potente esige “visibilità e riconoscimento” ma evoca anche
quel “rispecchiamento” da parte degli altri poiché, non essendo ancora
pronto il contatto con l’essenza interiore, deve coltivare “l’immagine” che giunge dal riflesso esterno.
E’
interessante il fatto che spesso questi soggetti presentano nel tema
forti valori Venusiani, specie congiunzioni Venere Sole, che vengono poi
intaccati da altri pianeti e che creano quel particolare gioco che
possiamo definire una “condanna a piacere per potersi piacere ed
accettare” e, quindi, a non essere mai autentici.
Nel
narcisista contrariamente a quanto si pensa, non vi amor di sé, ma, al
suo posto, c’è il “culto dell’immagine di sé” e sappiamo bene che
l’immagine diventa una necessità assoluta dove non c’è contatto con
l’essenza.
L’aspetto
Sole Venere, con forti opposizioni prima settima, ci rimandano a
quell’antico “rispecchiarsi” del bambino negli occhi della madre e del
mondo ben rappresentato dal glifo di Venere che ricorda uno specchietto
da borsetta, tipicamente femminile. Quando Venere si unisce al Sole, è
come se non vi fosse un sufficiente richiamo affettivo materno e neppure
un rispecchiamento che possa dare certezze e amore per cui, la fase
simbiotica infantile non entra in gioco in modo perfetto e la figura d
riferimento non riesce fornire quel senso di accettazione, di amore e di valore di sé proprio nella fase in cui l’Io del bambino non c’è ancora.
Come
conseguenza, il narcisista, non avendo potuto godere a suo tempo di
quello sguardo “autentico e vitale” che potesse garantire il suo valore e
il suo senso di esistenza, continua a cercarlo tutta la vita negli
occhi degli altri, condannandosi a piacere agli altri incarnando valori
che sono quelli socialmente accettati e premiati.
L’elemento
Aria e Venere contribuiscono ad aver bisogno del contatto con gli
altri, ma forniscono anche quel “distacco”, quelle capacità dialettiche
e, soprattutto, quella “formalità” che tanto serve al narcisista per
ottenere ciò che gli serve per vivere.
La
mancanza di valori veri rende il soggetto camaleontico, in grado di
cambiare giorno dopo giorno adattandosi con facilità alle esigenze
esterne, complice anche una reale incapacità di scegliere che non crea
problemi nella fedeltà a sé stesso.
Il
narcisista è una persona “sola” che non può creare rapporti autentici
in quanto non conosce i suoi sentimenti; in pratica un soggetto che deve
“divorare” gli altri, manipolandoli nel tentativo di asservirli ai suoi
personali bisogni; in pratica gli altri non vengono effettivamente
considerati.. esattamente come un tempo qualcuno non ha considerato lui
come qualcosa di prezioso e da amare.
Spesso,
per rientrare in contatto con sé stessi, questi soggetti devono partire
dal contatto con il loro corpo, fino a recuperare quel “sentire” che
hanno soppresso e che non permette una vera umanità. Infatti, devono
essere “compresi ed accettati” per quello che sono.. esattamente quello
che non è accaduto da bambini. La parola d’ordine è “comprensione”; da
piccoli non sono stati capiti e non sono stati rispettati nei loro
sentimenti e, per guarire devono trovare qualcuno che accolga veramente
la loro interezza.
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a cura di Lidia Fassio
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